Cosimo Lepore: “Appia nell’Unesco, grandissimo risultato: no a tentativi di sminuire la portata di un’occasione storica”
“L’iscrizione avvenuta in India, in sede Onu, della Via Appia nel patrimonio Unesco è un grandissimo risultato e come ha spiegato il Sindaco Mastella un’occasione unica per le aree interne meridionali in generale e del Sannio in particolare. Voglio dunque rivolgere un plauso sentito all’Amministrazione comunale che ha con lungimiranza e tenacia portato avanti questa sfida”, lo scrive in una nota il segretario cittadino NdC Cosimo Lepore.”Il prestigioso riconoscimento Unesco che, in queste ore, ha visto la città di Benevento per la seconda volta iscritta al ‘patrimonio dell’Umanità” induce, anche però ad una constatazione più amara. Da amministratore e assessore della giunta comunale che promosse la candidatura di Santa Sofia all’interno del sito seriale dell’Italia Longobarda, conosco e ricordo bene la programmazione e gli sforzi necessari per raggiungere il prezioso traguardo. Non è cosa scontata, richiede lavoro e sacrificio. Ho riscontrato in questo caso una quasi totale assenza di voci istituzionali che, invece, non mancarono in occasione del primo inserimento di Benevento nella World Heritage List. In quella circostanza, dalla deputazione nazionale a quella regionale, passando per gli ex primi cittadini e per finire ai vertici delle forze politiche e sociali, nessuno fece mancare il proprio plauso ad un riconoscimento che, è bene sottolinearlo, non premia solo un’Amministrazione ma il valore del patrimonio storico ed artistico di un territorio.Lo ribadisco a beneficio di deputati, segretari, ex sindaci e quanti altri rappresentanti politici hanno pensato che non congratularsi per questo risultato potesse in qualche modo sminuire la portata dell’evento. La Via Appia ed in generale il patrimonio di Benevento sono testimonianze millenarie della storia e della cultura del nostro popolo, per fortuna, anche in assenza di alcuni politici locali che spesso mi pare si lascino troppo prendere la mano da inutili e sorde contrapposizioni”, conclude Cosimo Lepore.