In una cornice piena di storia e leggende, si è svolto, nel Teatro Romano di Benevento, il concorso “Struscio di Streghe”

 Oggi voglio raccontarvi un po’ la storia della città di Benevento. La città vanta un cospicuo patrimonio storico-artistico e archeologico, frutto delle varie dominazioni susseguitesi nel corso della sua storia. Essa era stata “chiamata inizialmente Malies, dal nome delle native popolazioni irpino-sannitiche, per poi essere rinominata dagli antichi romani prima Maleventum e infine Beneventum, a seguito della vittoria su Pirro, re dell ‘Epiro. Del periodo romano sono rimasti alcuni importanti monumenti quali l’Arco di Traiano, simbolo della città, uno degli archi trionfali romani, con rilievi meglio conservati. Fu eretto, tra il 114 ed il 117 all’inizio della nuova via Traiana, per ricordare ed esaltare il governo dell’imperatore Traiano. Alto 15,60 metri, ha  una fornice di oltre 8 metri, mentre la sua ossatura  è costituita da massi di calcare”.

 “Il Teatro Romano fu inaugurato nel 126 sotto l’imperatore Adriano, ed ingrandito da Caracalla tra il 200 e 210. Realizzato in opus latericium, ricorda il Teatro di Marcello di Roma e testimonia la prevalenza, sotto Adriano,  di correnti artistiche elleniche che si sostituirono alla severità della precedente arte traianea. Il teatro, orientato verso il Taburno, misura 90 metri di diametro e può contenere circa 10.000 spettatori; era ricoperto di marmi policromi, e i suoi atri erano decorati con stucchi e mosaici. Il teatro fu abbandonato in epoca longobarda, utilizzato come fondazione per alcune abitazioni e parzialmente interrato. Inoltre, nel XVIII secolo, sopra un’estremità dell’emiciclo fu costruita la chiesa di Santa Maria della Verità. L’archeologo Almerico Meomartini, a fine Ottocento, ne promosse il ripristino. I lavori si conclusero soltanto nel 1957; da allora, il teatro è di nuovo in funzione. Si è perso gran parte del rivestimento marmoreo; sono giunti fino a noi la cavea, la scena, il primo e parte del secondo dei tre ordini di arcate”.

 Diventata poi ducato longobardo, fu donata da Liutprando al papa e rimase nello Stato Pontificio, fino alla presa di Porta Pia. Con la proclamazione del Regno d’Italia, ha cominciato il lento declino. La centralità della città, quale nodo ferroviario, è venuta meno a seguito dell’incentivo del trasporto su strada o meglio su gomma. Dal giugno del 2011, la chiesa di Santa Sofia, edificata nel 760 dal duca longobardo Arechi II, è entrata a far parte del patrimonio dell’umanità UNESCO all’interno del sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi del potere. Benevento è comunemente nota come la “città delle streghe” (o, più propriamente, delle janare). La fama, consolidatasi grazie al libro “De nuce maga beneventana “del protomedico Pietro Piperno”.

 “Essa é dovuta, con tutta probabilità, ai riti pagani che i longobardi svolgevano nei pressi del fiume Sabato: alcune donne urlanti saltavano intorno ad un albero di noce da cui pendevano serpenti, oppure dei guerrieri a cavallo infilzavano una pelle di caprone appesa ad un albero. Questi riti apparvero come demoniaci ai beneventani cattolici, che forse credettero di vedere dei sabba stregoneschi”.

 “Altri fanno risalire la fama ai riti della tribù dei Samentes che in origine furono adoratori dei boschi, nei quali, di notte, celebravano feste e riti religiosi; poiché chi officiava tali riti erano sacerdotesse, a cui venivano attribuiti poteri magici e divinatori, si creò tale leggenda che, ai tempi in cui operava la Santa Inquisizione, fu causa di persecuzioni ed esecuzioni capitali”.

 “Più tardi, i dominatori capirono che era molto più conveniente accettare la religione dei beneventani. Questa valutazione politica, forse ancor più della perseveranza di San Barbato, portò dunque i nuovi padroni a convertirsi nel 664. Ciò garantì una lunga e stabile prosperità alla città e ai suoi governanti, e portò all’abbattimento dell’albero sacro da parte di San Barbato. In questo luogo egli fece erigere un tempio intitolato a Santa Maria in Voto”.

 “Ma nei secoli successivi la credenza non si sopì, anzi si arricchì di nuovi elementi. Streghe provenienti da ogni dove, volando come il vento, si sarebbero riunite sotto un noce, ovvero l’albero dei longobardi inspiegabilmente risorto. Qui si sarebbero tenuti banchetti e orge con la partecipazione del demonio, dopo i quali le streghe avrebbero attuato sortilegi contro la popolazione. Numerose furono le donne processate per stregoneria che riferirono dei sabba sotto il noce di Benevento. La credenza sopravvive ancora oggi come superstizione popolare”.

 La città sannita, dunque, ha fatto tesoro nel corso degli anni di queste sue peculiarità, pensiamo al liquore Strega ed alla fabbrica dolciaria del torrone omonimo, al conseguente premio letterario.

 Inoltre, è stata la  Fondazione Terre Magiche Sannite ETS  che ha ideato lo scorso anno un Concorso di danza internazionale a cui hanno partecipato tantissimi ballerini, di moltissime scuole, licei coreutici, che hanno dato, ciascuno il massimo di sé. La direttrice artistica è Carmen Castiello, che, con il suo Centro Studi Carmen Castiello, è una valida esponente della danza sannita. La manifestazione dal titolo “Le Streghe felici” si è svolta all’interno del centro storico, proprio vicino a quei monumenti di cui abbiamo esposto la storia.

 La serata conclusiva si è tenuta al Teatro Romano, per la durata di  circa due ore in cui abbiamo ascoltato  vari generi musicali, dal romantico al jazz, con i richiami alla lirica e l’utilizzo di brani recenti, nello sviluppo delle coreografie.

 La giuria è stata composta dallo stilista José Lombardi, dal ballerino Eltabie Hassa, da Erminia Gambarelli, direttrice del Teatro dell’Opera del Cairo, dal direttore del Conservatorio di Benevento, Giuseppe Ilario, dal coreografo Luciano Maria Cannito.

 Al Concorso hanno partecipato oltre venti tra scuole, licei, i cui ballerini,  si sono cimentati in coreografie di assoluta bravura, partecipando alle selezioni, sia per il Tema Libero, che per quello magico.

 Per il primo tema, si è classificato al primo posto “Mancanze” della “Scuola body and soul”, mentre il secondo premio è andato a “Black Swan” della “City Balle School”. Il terzo premio è stato aggiudicato a “Camille”, presentato dal Liceo Professionale Danza.

 Per il Tema Magico, invece vi sono stati vari premi: “Premio migliore scelta musicale” è stato conferito a “Janare-Un tempo per ballare.

 Per i migliori costumi è stato scelto ”La Tolddina” della Scuola Arabesque. Il miglior progetto coreografico lo ha presentato la Scuola Nigrisoli, con ”Janare”. Meritatissimo è stato il premio speciale “Promessa Futura”, conferito alla piccola ballerina di Scuola “Emozione Danza”, con la variazione di “Principessa Floriana”, una bambina che ha dimostrato di avere talento e grandi capacità. 

 Infine, il Premio Innovazione Coreografica è stato aggiudicato a “Elements of lode”, della Scuola Body and Soul.

 Il Presidente di Terre Magiche, Carmine Ricciardi, ha concluso la serata dicendo che qualche anno fa si poteva solo sognar di organizzare una serata come quella che abbiamo vissuto. Ha illustrato i progetti a cui la Fondazione sta pensando: quali la creazione di un parco Urbano delle Streghe, un premio letterario nazionale sul mondo rurale, che come penso io è stato semplicemente abbandonato a sé stesso, a partire dalla soppressione del Ministero dell’Agricoltura nel lontano 1997. Altri ambiziosi progetti sono l’inserimento del territorio sannita nel Patrimonio Unesco, l’elevazione di Benevento a “Città di Danza”.

 Tutti obiettivi, sicuramente importanti, per i quali occorrerà un grande impegno di tutte le forze politiche, culturali ed economiche della città.

 Un ringraziamento vivissimo va a tutti i soci e sostenitori del Progetto realizzato dalla Fondazione, agli sponsor, in particolare alla Gioielleria Orzelleca, che ha presentato anche una nuova collezione di gioielli, “Le Streghe Felici”, preparandone uno ad hoc, per ogni segno zodiacale. Non ci resta che recarci in gioielleria e visionarli di persona.

 Ringraziamo, insieme agli sponsor che hanno collaborato alla buona riuscita della manifestazione, la direttrice artistica, Maestra Carmen Castiello, Linda Aucone, che ha curato i testi, letti dal bravissimo Maurizio Tomaciello e la regia e, non ultimo, alla giornalista Lella Preziosi, che ha condotto la serata.

Maria Varricchio

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