Fiorenza Ceniccola: ”Chi ha ammazzato … la sanità pubblica?”

    La miserevole polemica scatenata da qualche sepolcro imbiancato che da tempo immemorabile siede nella cosiddetta “stanza dei bottoni” in risposta all’iniziativa promossa dall’on. Rubano: “Andiamo tutti a Napoli per chiedere al Presidente della Regione De Luca di dare attuazione al decreto 41/19 e di rispettare l’intesa istituzionale raggiunta nei mesi scorsi in merito all’ospedale San Pio/Sant’Agata de Goti ci costringe a prendere carta e penna per dare a ciascuno il suo.

    A tal proposito, è doveroso ricordare a chi mostra di aver memoria corta nell’accusare il Governo ed i parlamentari del centrodestra di voler “affamare ed affossare la sanità pubblica che i tagli lineari al bilancio del ministero della Salute, più il blocco totale del turnover del  settore, più il taglio di  27 mila posti letto negli ospedali fu deciso nell’anno 2012 dal governo  presieduto dal professore Mario Monti ( dopo aver mandato a casa il Presidente Berlusconi con un complotto politico-finanziario) e proseguito nei 9 anni successivi con Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, tutti autorevoli rappresentanti del Partito Democratico. 

  Pertanto, se il l’ingrato consigliere regionale Abbate (per dirla con l’on. Mastella) vuole parlare di Sanità deve innanzitutto cospargersi il capo di cenere. E parlando di sanità pubblica non possiamo non ricordare quanto deciso da Romano Prodi con  la Finanziaria 2007 e che obbliga migliaia e migliaia di cittadini che in questi anni con urgenza sono stati costretti a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale e/o alle cure di un medico specialista e che hanno dovuto sborsare ben 25 Euro di ticket per le prestazioni d’urgenza non urgenti (il cosiddetto codice bianco) e 22,91 euro per una visita specialistica ambulatoriale grazie all’introduzione del cosiddetto “ticket-ricetta” di euro 10 Euro. A questi  scippi realizzati dal Presidente Prodi con la Finanziaria 2007 bisogna aggiungere il ticket di 1,50 euro per ogni medicina fino ad un massimo di 3 euro a ricetta deciso la sera del 30 dicembre 2006 dal Governatore Bassolino per far fronte alla voragine impressionante della sanità pubblica campana. Una misura che, al di là della sua formulazione tecnica e del modo frettoloso in cui fu adottata (nottetempo e senza alcuna concertazione), rivela un’incoerenza ignobile di chi  si era sempre ferocemente schierato contro a qualsiasi ipotesi di ticket nella sanità.  

  Chiudiamo gli occhi per un attimo e cerchiamo di immaginare che cosa sarebbe successo se i ticket di 25 euro sul pronto soccorso, quello di 10 euro a ricetta per le prestazioni specialistiche e/o quello di 1,50 euro per ogni scatola di medicinali li avesse proposti il governo di centrodestra guidato dalla Presidente Meloni; come avrebbero reagito tutti i difensori del cosiddetto “diritto alla salute” sancito dalla Costituzione?

    Infine, per non prendere a calci la verità è doveroso ricordare la spesa sanitaria sale nel 2024 del 5,8% rispetto al 2023, toccando il 6,4% del PIL (un livello mai raggiunto prima e nonostante le gravi difficoltà finanziarie provocate dai superbonus edilizi del governo Conte). All’improvviso i nostri “masanielli regionali e provinciali” si accorgono che la sanità langue, le liste d’attesa si ingrossano, i pronto soccorso vengono chiusi e … il riparto del fondo sanitario nazionale penalizza il cittadino campano. 

Se non ci fosse da piangere …

Benevento  19/06/2024                               

                                                   Fiorenza Ceniccola

                            Consigliere Comunale Forza Italia  – Guardia Sanframondi

                                   Segretario Forza Italia Giovani Benevento

                             Vice Segretario Internazionale Forza Italia Giovani

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