L’Orchestra Filarmonica di Benevento, al termine della sua stagione concertistica, si è esibita, nel Teatro Comunale, con due concerti dedicati alla primavera
Due bellissime perfomance della nostra Orchestra Filarmonica di Benevento: quella del 04 maggio che ha segnato l’inizio dei “Concerti di primavera” con Jacot Sebastian e l’ultima della Stagione 2023-2024, dal titolo” Primavera Romantica”.
Due momenti di indimenticabile bellezza che hanno ancora una volta creato un’atmosfera magica, di incantato ascolto per la perfezione delle opere eseguite e per la bravura dei musicisti, che ancora una volta si sono confermati tra i migliori.
Il primo flauto dei Berliner Philharmoniker, Sebastain Jacot, ha suonato insieme all’Ensemble dell’Orchestra di cui hanno fatto parte Salvatore Lombardo e Federica Paduano, quali violini, Simona Ruisi alla viola, Emilio Mottola al violoncello, Pierluigi Bartolo Gallo al contrabbasso e Debora Capitanio al clavicembalo.
Il concerto è iniziato con W.A. Mozart di cui sono stati eseguiti il “Divertimento per archi n.1in re maggiore, K 136S”; ed il “Quartetto per flauto ed archi n. 1in re maggiore, K 285”.
Il secondo autore è stato C.P.E. Bach di cui è stato eseguito il “Concerto per flauto ed archi, in re minore, H484.1”.
E‘ interessante scoprire come si è sviluppata la sua preparazione musicale di Sébastian Jacot che” è un flautista classico svizzero, nato a Ginevra il 12 agosto del 1987, ha iniziato a suonare il flauto all’età di 8 anni, diplomandosi al “Conservatoire de musique de Genève” nel 2010.
All’età di 18 anni, Jacot è stato nominato assistente primo flauto dell’Orchestra Filarmonica di Hong Kong sotto la direzione di Edo de Waart. Ha ricoperto questo incarico per due anni, suonando successivamente con l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado, l’Orchestra da Camera Mahler, l’Orchestra da Camera di Monaco e l’Orchestra Saito Kinen. È stato membro della giuria del Concorso Internazionale di Musica di Cluj 2021. È uno dei principali flautisti dell’Orchestra Filarmonica di Berlin, dal maggio 2022 e ha fatto parte dell’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia.
Jacot ha vinto anche il primo premio al Kobe International FluteCompetition 2013, il primo premio e la “Best Interpretation of a Contemporary Creation” al Carl Nielsen International FluteCompetition 2014 e il primo premio ”all’ARD International Music Competition 2015”.
Ricordiamo che Jacot suona uno dei tre Haynes in legno di cocusrealizzati nel 1999, un Parmenon dorato su misura da 14 carati e un Miyasawa d’argento.
Il musicista è nato, trentasei anni fa, in una famiglia di circensi, pattinatori e, a conclusione del concerto, si è rivolto a noi per domandare se ci fossimo divertiti. Poi ci ha offerto un brano di Claude Debussy, “Syrinx”, passando così dalla musica classica a quella moderna.
Il concerto è stato possibile anche grazie alla collaborazione con la “Falaut” e con l’”AFI Associazione Afi Faluat”, che ringraziamo ancora per la bellissima esperienza che abbiamo vissuto.
L’ultimo concerto previsto nella stagione 2023-2024 dal titolo “Primavera Romantica”, ha visto due giovani talenti protagonisti: al violino Andrea Obiso, che è stato diretto, insieme all’OFB, da Karen Kagarlitsky.
Eccezionale è stato il programma composto da due grandissimi autori: di F. Mendelssohn Barthody concerto in mi minore per violino ed orchestra, op. 64, mentre di Dvorak abbiamo ascoltato:”Carnaval Overture da concerto, op. 92 e la Sinfonia n. 7 in re minore, op. 70. Il grandissimo violinista ci ha ringraziato per: ”Questo caldo benvenuto ed è stato per me un onore incontrare voi e questa meravigliosa orchestra”, quindi ha deciso di regalarci come bis, quella che lui ha definito una “preghiera, perché non fa mai male pregare”, con l’esecuzione della seconda sonata andante di Bach, per solo violino. Qui ancora è proseguita la magia: le note si sono innalzate nello spazio del Teatro, rivolte verso l’alto in una sommessa richiesta di pace, fino allo sfumare dell’ultima nota, che sembrava dire: ”Amen.”
E’ stato commovente vedere i due giovani virtuosi maestri abbracciarsi spontaneamente, tanta è stata la gioia, per il risultato raggiunto, alla fine di una esecuzione indimenticabile, che ha arricchito i presenti, ma anche la stessa città di Benevento che ha ospitato musicisti di un grande calibro.
La Sinfonia n. 9 in Mi minore di Antonín Dvořák, op. 95, nota anche col titolo di Sinfonia “Dal Nuovo Mondo”, è la nona e ultima sinfonia del compositore ceco. Fu pubblicata dall’autore come Sinfonia n. 5 perché le prime quattro sinfonie furono da lui non considerate soddisfacenti e pubblicate postume. Il titolo si riferisce al Nuovo Mondo, ossia il continente americano, poiché fu composta negli Stati Uniti d’America.
Infatti, nel giugno del 1891 Dvořák fu invitato a New York dalla mecenate Jeannette Thurber, esponente dell’alta società, che aveva fondato nel 1885 il National Conservatory of Music of America. La signora Thurber offrì al compositore la direzione dell’istituto musicale; dopo una certa esitazione, ottenute le garanzie necessarie, Dvořák accettò.
La critica così si esprime: ”L’incontro con una cultura musicale complessa e molto diversa da quella europea del maestro boemo ebbe notevoli influenze e ripercussioni sulla sua ideazione compositiva. La cultura locale infatti stimolò e arricchì il musicista che propose una sinfonia di matrice classica europea, ma contaminata dalla musica autoctona americana. Diversi studenti di colore, che frequentavano il conservatorio, gli fecero conoscere brani dei neri afroamericani, come gli spiritual e le canzoni delle piantagioni. Successivamente, nello Iowa, Dvořák poté ascoltare la musica dei nativi americani. Le influenze di queste nuove conoscenze musicali non furono però dirette; nella sua sinfonia l’autore non utilizza mai citazioni, ma filtra le suggestioni ricavate da esse tramite la sua sensibilità di musicista europeo”.
Malgrado la sinfonia sia stata composta tra il 19 dicembre 1892 e il 24 maggio 1893 a New York, l’autore non voleva che la sua opera fosse identificata come sinfonia americana, e quindi il titolo “Dal nuovo mondo” fu apposto dall’autore all’ultimo minuto, prima di mandare la partitura al direttore d’orchestra per le prove. La sinfonia venne eseguita in prima assoluta alla Carnegie Hall il 16 dicembre di quello stesso anno, ottenendo subito un enorme successo.
La Nona Sinfonia di Dvořák si suddivide in quattro tempi: Adagio – Allegro molto. Largo Scherzo, Molto vivace Allegro con fuoco e la sua novità consiste: ”in una nuova semplicità e nell’utilizzo della forma volto a rendere più snella la composizione; il musicista semplifica molto lo sviluppo, da lui utilizzato a volte in modo pesante in altri suoi lavori. La forma particolare della sinfonia è ciclica, poiché il primo motivo del primo movimento si ripresenta diverse volte nell’arco di tutta la composizione”.
Altro pilastro di questo concerto è stata Keren Kagarlitsky , una direttrice d’orchestra nata in Israele da genitori provenienti dal Kirghizistan nell’ex Unione Sovietica e che divide il suo tempo tra Israele e l’Europa, in quanto risiede a Berlino. Ha iniziato il suo percorso musicale all’età di sette anni, studiando pianoforte. Si è diplomata presso l’Accademia di Musica e Danza di Jesuralem, dove ha studiato composizione e direzione d’orchestra. Nel 2019 ha iniziato i suoi studi di M.Mus presso l’UDK di Berlino, dove vive attualmente. Ella ha ricevuto due borse, una nel 2015 e l’altra nel 2018.
La musicista è stata assistente direttore alla BBC Philharmonic di Manchester durante la stagione concertistica 2019-2020 e assistente direttore in varie produzioni in diversi teatri d’opera in Europa. Ha scritto arrangiamenti orchestrali per molte orchestre in Israele e in Europa, tra cui la BBC Philharmonic, l’orchestra lirica del Teatro Massimo, la Bretagne Symphony Orchestra e la Raanana Symphonette Orchestra, dove dal 2016 ricopre il ruolo di Direttore Musicale Associato.
Kagarlitsky Keren ha scritto molti concerti per bambini e ha collaborato con molte istituzioni sinfonico-pedagogiche, come l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia di Musica e Danza di Gerusalemme, da lei diretta dal 2018 al 2020.
A partire dalla Stagione 2022/2023 è stato Direttore in residenza designato della Wiener Volksoper, dove ha diretto molte produzioni operistiche.
Insieme alla OFB ed al M° Andrea Obiso ci ha regalato una delle serate più belle degli ultimi tempi, tanto è stato l’impegno e l’entusiasmo profuso che, alla fine del concerto, i due giovanissimi protagonisti si sono abbracciati, così come è accaduto dopo, anche con il primo violino, M° Alessia Avaiano,alla fine dell’esecuzione.
Ascoltando i concerti, ho riflettuto sul mondo in cui viviamo, dove sembrano prevalere l’egoismo e l’egocentrismo ad oltranza, mentre invece possiamo trarre insegnamento dalla musica e dal teatro. Qui, per raggiungere un eccellente risultato, si capisce che sono necessari la cooperazione e l’armonia, che si sviluppano in un lavoro collettivo, creando momenti di rara bellezza. Per questo l’arte va coltivata e dobbiamo un grande ringraziamento agli sponsor che hanno sostenuto l’attività concertistica di questi nostri ragazzi : l’Aiam, la Santec, Il Mic, la Regione Campania, il Comune e la Provincia di Benevento.
Maria Varricchio