Archeoclub: trentesima edizione di ”Chiese Aperte” – Nel borgo disabitato di Apice –

C’è un borgo disabitato che viene definito la Pompei del ‘900 e questo borgo è diventato borgo turistico di attrazione internazionale.  Oggi Chiese Aperte ha dato la possibilità di visitare la Cappella di San Marco, situata all’interno del Castello Normanno di Apice, nel beneventano. 

Eventi in tutta Italia. Ad esempio a L’Aquila, con esperti di storia dell’arte, la storia e le meraviglie di quattro chiese chiuse a causa del terremoto. A Livorno l’organo di Mascagni. Eventi in tutta Italia per un viaggio immersi nella bellezza delle chiese del XII – XV e XVII secolo. 

Fortunata Flora Rizzo ( Vice – Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia – Referente Chiese Aperte) : “Oggi ha avuto inizio Chiese Aperte, ervento giunto alla trentesima edizione, con il quale puntiamo alla tutela, alla fruizione, ma anche alla valorizzazione dei siti. Attraverso la ricerca storica, la consultazione di archivi, la collaborazione con studiosi ed esperti e con l’impegno dei Soci, sono state realizzate “schede descrittive” delle chiese e  delle opere d’arte in esse contenute. Un archivio che nel tempo continua ad arricchirsi e che ci consente di conservare la memoria di questo patrimonio che in alcuni casi, purtroppo, si va perdendo. Viene inoltre effettuata un’opera di monitoraggio costante, di documentazione fotografica, di “segnalazioni” di degrado e di precarietà degli edifici di culto, verso le autorità competenti. Quest’anno stiamo contribuendo anche alla piantumazione dell’Olivo Bianco, noto come Olivo della Madonna, un tempo usato per alimentare le lampade delle chiese ma poi scomparso. Con questa azione andremo a salvare la Leucocarpa tutelando la biodiversità”.

 “Ha avuto inizio Chiese Aperte,  alla sua trentesima edizione ed è una manifestazione che viene affidata alle sedi locali che, ci consente di aprire alla fruizione e alla conoscenza il patrrimonio ecclesiastico in collaborazione con òle curie, con le diocesi, cpon i parroci e anche con i privati che posseggono questo patrimonio. Quest’anno stiamo dinando a molte di queste chiese, l’ulivo della Madonna che produce nella fase di maturazione le Olive completamente bianche. Un tempo per alimentare le lampade delle chiese, veniva utilizzato questo particolare olio derivato dalla Leucocarpa. Poi, con l’avvento dell’energia elettrica, non si era avvertita più la necessità di produrre tale olio e dunque la Leucocarpa rischiava l’estinzione. Poi l’archeologa Anna Rotella è riuscita a ritrovare tale pianta che ora è in riproduzione a tutela della biodiversità. Con Chiese Aperte, kermesse giuntan alla sua trentesima edizione, stiamo aprendo Conventi, Monasteri, chiese spesso chiuse ma anche cappelle private all’interno delle quali è possibile ammirare grandi capolavori. E’ un patrimonio culturale disseminato in città, paesi, contrade. Ad esempio ad Apice, visita alla Cappella di San Marco situata all’interno del Castello Normanno. A Sulmona ben tre cappelle in tre palazzi gentilizi. A Pisa visita alla meravigliosa Chiesa di San Paolo a Ripa. A L’Aquila la possibilità di conoscere, con gli esperti di storia dell’arte, la meravigliosa storia di ben quattro chiese ancora chiuse a causa del terremoto del 2009. A Livorno l’organo di Mascagni. A Cefalù il fonte battesimale della Cattedrale, tutto in pietra lumachella. Eventi in tutta tali. Puntiamo alla tutela, alla fruizione, ma anche alla valorizzazione dei siti. Da trent’anni le sedi locali dell’Archeoclub d’Italia aprono la porte alla conoscenza dell’immenso e diffuso patrimonio cultuale presente nei territori. Attraverso la ricerca storica, la consultazione di archivi, la collaborazione con studiosi ed esperti e con l’impegno dei Soci, sono state realizzate “schede descrittive” delle chiese e  delle opere d’arte in esse contenute. Un archivio che nel tempo continua ad arricchirsi e che ci consente di conservare la memoria di questo patrimonio che in alcuni casi, purtroppo, si va perdendo. Viene inoltre effettuata un’opera di monitoraggio costante, di documentazione fotografica, di “segnalazioni” di degrado e di precarietà degli edifici di culto, verso le autorità competenti. Negli anni si è consolidata la collaborazione con le Diocesi, con i Parroci, con le Soprintendenze, con le Amministrazioni  degli Enti Locali, con le Università, con le Scuole e con le Comunità. Quest’anno molte sedi faranno dono alle Chiese dell’albero d’Ulivo, varietà Leucocarpa, conosciuto nel passato come l’ “Olivo della Madonna”. La manifestazione Chiese Aperte in tutti questi anni è “entrata” nelle scuole con attività  di carattere educativo, informativo e laboratoriale. Gli studenti si sono cimentati a disegnare e a  fotografare le facciate delle Chiese, a descriverne le caratteristiche stilistiche, e a rilevarne spesso la trascuratezza e l’abbandono.  Molte sedi hanno effettuato “campagne” pubbliche per sostenere economicamente il restauro di affreschi, dipinti, sculture e arredi sacri. La manifestazione è accompagnata da conferenze, convegni, visite guidate, itinerari tematici e tante altre iniziative che fanno riferimento alle tradizioni religiose dei diversi territori”. Lo ha affermato Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia.  

E Chiese Aperte, ancora in corso in queste ore, va verso il successo. L’obiettivo è anche quello di accendere le luci sull’entroterra. Ad esempio in Campania il modello Apice, la Pompei del ‘900, borgo, il cui centro storico è  disabitato a causa dei terremoti degli anni ’60 e’80. Apice è definita la Pompei del ‘900 e con ogni probabilità sarebbe il borgo abbandonato più affascinante d’Italia. Il Castello Normanno di Apice, ha ospitato personaggi importanti come ad esempio Federico II di Svevia, Manfredi di Svevia e Sant’Antonio da Padova. E Archeoclub D’Italia ha voluto il coinvolgimento anche di questi centri storici, 

Dunque non solo Pisa o L’Aquila, non solo le città ma anche i borghi disabitati, al cui interno è possibile ammirare cappelle e chiese. 

“Le origini del Castello erano longobarde, poi normanno acquistato nel ‘600 dalla famiglia Stuart. Siamo nella parte finale del territorio normanno. Inizialmente il Castello aveva ben quattro torrioni. E abbiamo voluto Chiese Aperte, in questo Castello, perchè c’è la cappella dedicata a San Marco.  La famiglia che nel ‘600, acquistò il Castello era di origini veneziane – ha affermato Antonio Frusciante, Presidente Onorario di Archeoclub D’Italia sede di Apice, nel beneventano –  e quindi loro dedicarono una cappella proprio a San Marco. Come Archeoclub D’Italia abbiamo lavorato al massimo per valorizzare tale cappella non più consacrata e con Chiese Aperte, ogni anno cerchiamo di aprire le porte alla conoscenza”.

Chiese Aperte arriva proprio nella giornata dedicata alla Mamma. 

“In occasione di questa giornata speciale, all’interno della Cappella dedicata a San Marco, ho cercato di creare un piccolo labirinto con pittura – ha affermato Ines De Leucio –  ceramica, con pezzi di stoffe. Il mio messaggio artistico è sensibilità, amore, bellezza e creatività”. Ines De Leucio è artista italo – australiana divenuta nota anche per la sua partecipazione alla mostra di Los Angeles – The La Art Show ma anche all’ArtExpo di New York. La sua arte da visibilità anche ai valori dell’eco – sostenibilità

Ed oggi Apice, protagonista con altri 199 luoghi di Chiese Aperte, si sta sempre più trasformando in Borgo Turistico con trattorie e piccole struttture ricettive ed inizia ad essere frequentato anche da turismo internazionale. Da borgo disabitato, abbandonato a causa del terremoto, a Borgo Turistico di richiamo internazionale. 

Il Borgo di Apice è dominato dal Castello Normanno a forma decagonale, difeso da possenti mura. Affascinante la cappella che si trova all’interno del Castello. 

L’Italia ha grande ricchezza di patrimonio culturale. L’obiettivo di Chiese Aperte, è quello di valorizzare il patrimonio ecclesiastico conosciuto e meno conosciuto.

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