Il regno del caos, caratterizzato da uno sbrodolato ‘mandarinismo’ si è impossessato del mondo, lo arde e lo incenerisce
Sicuramente ci sono profeti veri e falsi profeti. Gesù conosceva bene la malizia degli uomini del suo tempo, perciò, si affannava ad istruire, con determinazione, gli Apostoli, allertandoli di stare molto attenti.
I falsi, oggi, non necessariamente profeti, non si contano ed è molto difficile riconoscerli, considerato che sono abili pantomimi serpentiformi che amano strisciare nei pantani melmosi.
Un caos globale che paradossalmente chiamano “ordine mondiale” ha colonizzato tutti i popoli della terra, disperdendo le minoranze di uomini che ostinatamente vedevano nella globalizzazione il declino delle radici fondamentali dell’identità dei popoli. Inutile cercare più i profeti e se vi capitasse di vederne uno, in giro, che cerca qualcosa, stranamente vestito come Diogene ma senza candela, non chiedete se, dopo tanti secoli, sta cercando ancora l’uomo, perché, di sicuro, vi risponderà “non ci penso proprio più: ho maturato la convinzione che l’unico uomo, quello che risponde perfettamente alla Volontà di Dio, è il Suo Figlio mandato a noi per insegnarci come si fa ad essere uomini”.
Ma, nonostante i grandi prodigi, Egli non veniva riconosciuto come l’atteso Messia ed, ovviamente, come Maestro di vita!
Non avvertivano alcuna necessità di imparare ad essere veri uomini anche se Gesù aveva messo in crisi lo stesso Ponzio Pilato, il quale, torturato dal dubbio e rivolto ai contraddittori, apostrofò “ECCE HOMO!” La condanna che seguì a quel binomio è la folle rinuncia d’imparare ad essere uomini, almeno iscrivendosi alla prima classe delle elementari. E’ così che oggi, dopo 2000 anni, siamo transitati dalla stabulazione in un gregge affidato a rudi pastori, a quella di un gregge globale, ove gli stallieri governanti sono eruditi cervelloni altalenanti tra crisi nevrotiche e psicotiche che non usano più il flagello, né la croce, ma crocifiggono l’umanità assai meglio e più sbrigativamente di allora! Il livello di follia e di indifferenza per le sofferenze altrui, pur se fossero bambini, vecchi, malati o affamati ha raggiunto limiti strazianti e inimmaginabili. La caparbia vanità dell’uomo non si ferma mai davanti ad alcun ostacolo e resiste a tutte le intemperie, essendo invulnerabile anche alla potenza distruttiva delle bombe. Siamo inevitabilmente condannati a sopportare il gravoso peso di una vita, il cui stile lo impongono gli altri, soprattutto i padroni del potere, quelli che, sotto il loro abito sofistico, celano il frustino delle inibizioni e delle restrizioni. E, mentre si affannano a confezionare le loro prediche per la pace, preparano le più ardite, subdole campagne di guerra. “Non predicarmi la pace, ti prego,essa mi fa paura. Pace vuol dire sottomissione e menzogna. Prima la verità, poi, la pace. Preferisco la verità in guerra alla menzogna in pace”. (Miguel De Unamuno)
Il più grande paradosso della vita è la tenacia affannosa di vivere per morire e morire per iniziare a vivere! Il treno del tempo passa veloce sul binario dell’alta velocità: quando si avverte il rumore dello stridio dei vagoni sulle rotaie esso è già passato, portandosi con sé tutti i guai della vita (!?). Perché? Pensate, per un attimo, a chi ha sperimentato il coma o la morte apparente!…Per poco, ha goduto dello stato di una beatitudine indescrivibile che tanti Mistici hanno cercato di rappresentare a noi che ci illudiamo di essere vivi ed, invece, siamo i veri morti “perpetui”.
Qual’è il maggior gaudio ripetutamente raccontato da coloro che sono tornati dal coma profondo? Allorquando essi si sono svegliati, veicolando loro corpi dal cimitero dei “morti-vivi” al cimitero dei “vivi-morti”, non hanno avuto altro desiderio che quello di tornare alla solitudine, alla beatitudine di cui hanno assaporato l’assaggio.
L’umanità, tuttavia, è assoggettata a vivere gli insiemi obbligati, confluenti in un mondo definito “globale” e, purtroppo, non vuole gustare la solitudine del vivere insieme. Viviamo la vita attingendo i rituali dal manuale della pre-fabbricazione mediatica, anche se, spesso. le sue ricette sono errate e/o inaccessibili. Ne consegue che non ci si può abbandonare al capestro dei dogmi, senza pregiudicare il libero arbitrio e senza il convincimento di adoperarsi, al massimo delle proprie facoltà umane per dare il meglio di se stessi. Non prendiamo, sul serio, l’insegnamento che Gesù raccomandò ai Suoi Apostoli “Siate perfetti come lo è il Padre vostro nei cieli!” Forse perché lo riteniamo assurdo e utopico poter uguagliare la perfezione di Dio!…Ma, Gesù ha inteso spronare tutti noi, aventi-causa degli Apostoli, di fare il massimo degli sforzi per cercare di doppiare l’incanto dello stile di vita che Egli è venuto ad insegnarci! E’ venuto per svelarci il Mistero della vita, per affrontare da uomo il Mistero della morte, per traghettarci beati nel Mistero della vita eterna. Gesù, in definitiva, non è venuto per vendere il pane ma per donarci il fermento necessario per farlo lievitare!
Francesco Gaetano