In ”La Madre”, il dramma di una donna che soffre quando si esaurisce la sua funzione all’interno della famiglia

Un toccante argomento quello che è stato sviscerato da Florian Zeller, ed interpretato in maniera assolutamente magistrale da Lunetta Savino e Andrea Renzi, protagonisti di questo impietoso e cruento svisceramento della vita di una donna, che si è dedicata alla famiglia, senza dare nessuno spazio alla sua creatività, alle sue necessità e che deve, ora, alle soglie della vecchiaia, trarre le somme.
E la somma degli addenti le lascia l’amaro in bocca, non le rimane nulla tra le mani, l’alcool e i farmaci sono diventati i suoi compagni, gli amici nella sua solitudine.
Zeller ci racconta il dramma di quegli anziani, che spendono tutta la loro vita per gli altri ed alla fine soffrono del distacco e della noncuranza dei familiari, che, sebbene sollecitati, non rispondo ai loro richiami, perché intenti e rivolti a vivere la loro vita, dimentichi di quanto in passato è stato fatto per loro.
È il ritratto implacabile di una società che diviene sempre più egoista, l’amarezza che pervade anche il nostro animo davanti alla messa in evidenza di questo nostro attuale costume.
Dopo aver visto questa commedia, la domanda che mi sono posta è:” Che ne sarà di me, se e quando invecchierò?”, “Chi sarà al mio fianco?”, “Come me la caverò?”.
Nella famiglia patriarcale di una volta, gli anziani erano ritenuti una risorsa, un pozzo di saggezza, si ricorreva ai vecchi per la loro esperienza di vita. Infatti, erano considerati un libro aperto, consci che le risposte alle domande poste, dai giovani, dagli stessi, sarebbero state prese in buona considerazione.
Oggi il giovane non pensa minimamente a chiedere un consiglio ad un genitore, ad un parente più anziano e, se anche lo fanno, una volta ottenuto il consiglio, solo in una piccolissima percentuale i giovani, lo tengono in debito conto.
Lunetta Savino, che è stata da tanto tempo amata e conosciuta dal grande pubblico, sia al cinema che in tv, è tornata a teatro con un altro importante ruolo: Anna, la protagonista de ”La Madre”, la commedia di Florian Zeller, scrittore e drammaturgo francese, le cui opere teatrali sono andate in scena in trentacinque Paesi, vincendo un Premio Oscar nel 2021, per la migliore sceneggiatura, non originale, della commedia “The Father -Nulla è come sembra”.
Zeller, ne “La madre”, approfondisce il tema dell’amore materno e le possibili derive a cui può condurre. È dunque il ritratto di una donna, che guarda l’evoluzione della sua vita e che soffre in particolar modo la lontananza del figlio, Nicola, interpretato dal bravissimo Niccolò Ferrero, diventato ormai adulto, che convive con la sua bella Elodì (Chiarastella Sorrentino).
La madre, un po’ come tutte le madri, vive questo momento, in fondo naturale, nella vita di ognuno, come un tradimento.
A questo problema, si aggiunge la decadenza dell’amore coniugale in atto da tempo. Infatti, la prima scena a cui assistiamo è proprio quella di un larvato litigio tra Anna e Pietro, in cui Anna cerca di rappresentare al marito la sua delusione per come è andata la sua vita.
Si è dedicata ai figli, al marito, non ha creato nulla per sé, ed ora che le sue funzioni di madre e di moglie si sono esaurite, è stata abbandona da entrambi. Ricorda, infatti, con grande nostalgia il momento della preparazione della colazione mattutina e del momento successivo in cui accompagnava il figlio a scuola. Momenti in cui ella era al centro della vita della sua famiglia.

È stata particolarmente intensa l’interpretazione di Savino, così come altrettanto bravo è stato Andrea Renzi nel ruolo del marito, oscillante anche lui tra il bene per la famiglia ed il desiderio di vivere liberamente la sua vita…
A questo punto, ad Anna non resta che prendere atto del fallimento della propria esistenza …
Il cast ha recitato sulle magnifiche scene create da Luigi Ferrigno, che, con il suo stile minimalista, ha reso però molto il susseguirsi degli eventi, lasciando che gli attori entrassero ed uscissero dalle porte aperte, sistemate sulla scena…

Le luci di Pietro Sperduti hanno sapientemente illuminato le scene, nei momenti cruciali della vicenda e messo in evidenza la bellezza dei costumi preparati da Alessandra Beneduce. Ringraziamo il regista, Marcello Cotugno, che con linearità ci ha presentato la storia, insieme alle varie compagnie che hanno lavorato per la realizzazione di questo spettacolo: la “Compagnia Moliere”, I “Teatri di Napoli”, il “Teatro Nazionale”, l’”Accademia Perduta” e la “Romagna Teatri”.
Un altro appuntamento a teatro al quale non dobbiamo mancare è quello del prossimo 19 aprile, con Enzo De Caro, che presenterà la commedia “Non è vero, ma ci credo” del grande Peppino De Filippo, con la regia di Leo Muscato.
Per l’acquisto dei biglietti ci rivolgiamo, come di consueto, ad AllNet Service e presso tutti i punti vendita iTicket e su i-ticket.it.
Maria Varricchio