Archeoclub Benevento – L’Archivio Storico del Comune di Benevento nell’inventario di Gilberta Famiglietti
Folla di appassionati d’arte al Museo del Sannio. Sorprendente la partecipazione di pubblico sabato 24 febbraio 2024 pe la presentazione dell’inventario nei secoli XII-XVIII dell’Archivio storico del comune di Benevento a cura dell’archivista Gilberta Famiglietti. Al convegno hanno partecipato l’arch. Francesco Morante, presidente dell’Archeoclub Benevento, Marcello Rotili, responsabile scientifico del Museo, Giovanni Araldi, dell’Università degli Studi di Salerno e l’autrice Gilberta Famiglietti.
L’arch. Morante ha evidenziato che non sono molte le città, in Italia, che, come Benevento, possiedono un archivio civico così ricco e antico. Si deve soprattutto all’arcivescovo Vincenzo Maria Orsini, del quale ricorre quest’anno il terzo centenario dell’elezione a papa, la sua sistemazione, impedendone di fatto la dispersione. Fu poi grazie ad Alfredo Zazo e Mario Rotili se questo prezioso archivio, nel Novecento, arrivò al Museo del Sannio, dove è stato con cura conservato e studiato.
Ed è qui che interviene l’opera dell’archivista Gilberta Famiglietti che, durante il suo servizio al Museo, ha provveduto alla riorganizzazione e alla inventariazione dell’intero fondo, inventario che, per la parte più antica, viene ora pubblicato dall’Archeoclub di Benevento. Con questo libro, che sarà prezioso strumento di consultazione per chi si occupa della storia di Benevento, si fornisce un ulteriore importante tassello alla riscoperta e alla valorizzazione del nostro passato.
Il prof. Marcello Rotili ha rimarcato che i monasteri e le sedi arcivescovili nel medioevo disponevano di scriptoria, officine nelle quali amanuensi eseguivano lavori di copiatura e di stesura di documenti su pergamena che a volte veniva abrasa con pietra pomice per essere riutilizzata.
Nei Monasteri di S. Sofia e di S. Lupolo e Zosimo, all’interno dello scriptorium venivano prodotti anche i codici medioevali. Il manoscritto 4 dell’Abbazia di Cava dei Tirreni, contenente la legislazione dei Franchi e dei Longobardi con bellissime miniature, fu scritto presso lo scriptorium di S. Lupolo e Zosimo nel quartiere Triggio di Benevento. Il codice vaticano latino n. 4939, ora nella Biblioteca Vaticana, con mirabili miniature, fu prodotto nello scriptorium dell’abbazia di S. Sofia nel XII secolo.
Il prof. Giovanni Araldi ha sottolineato che nell’Italia meridionale le fonti archivistiche hanno perduto molto a seguito della distruzione dell’archivio del regno di Napoli per opera dell’azione criminale contro l’umanità dei tedeschi in ritirata nel 1943. Gli studiosi hanno cercato notizie indirette, trasversali in altri archivi dei documenti bruciati. E Benevento è tra questi perché è stato sotto altra giurisdizione, quella dello Stato pontificio dal X secolo.
L’altra fortuna di Benevento è l’arcivescovo Orsini, poi papa Benedetto XIII, papa archivista. Si è fatto le ossa a Benevento in materia di restauro e conservazione delle antiche scritture e poi, una volta diventato papa, ha emanato per l’intera chiesa universale delle norme già sperimentate a Benevento nella trentennale attività di archivista. Orsini fa qualcosa che oggi nessun archivista farebbe, ma lui è figlio del suo tempo.
Quello che a noi oggi sembra sbagliato per allora era all’avanguardia. Le scritture documentarie del Comune Il cardinale Orsini le ordina secondo i principi del razionalismo, dell’illuminismo settecentesco. L’ordine delle scritture viene sconvolto, quindi non in ordine cronologico, ma secondo l’ordine tematico, il prelato cioè sconvolge la sequenza temporale della documentazione e la riordina in base a delle categorie per argomento, per classi, sezioni e sottosezioni.
Cosa fa lo storico oggi? Deve andare contro l’idea organizzativa di Orsini e deve ricostruire con fatica la documentazione secondo una visione anteriore alla sistemazione dell’arcivescovo.
In conclusione la funzionaria Famiglietti ha ripercorso le vicende della sua esperienza di archivista al Museo del Sannio, soddisfacente ed appagante in un contesto di cordiale vivibilità.
Giuseppe Patrevita