Ne ”I Due Papi”, emerge che Ratzinger non si è mai pentito di essersi dimesso e che Bergoglio vuole una Chiesa povera e per i poveri
Il lavoro di Anthony Mccarten ci presenta in maniera adeguata le problematiche che la Chiesa cattolica ha dovuto e deve affrontare nel nostro tempo, di cui veniamo a conoscenza con il dialogo immaginato tra il Papa Ratzinger (Giorgio Colangeli) ed il futuro Papa Bergoglio (Mariano Rigillo), due papi che hanno vissuto un’esperienza particolare, quella di essere compresenti per anni, dalle dimissioni di Ratzinger, presentate nel 2013 fino alla sua morte avvenuta il 31 dicembre 2022, all’età di 95 anni.
Un lavoro teatrale, quello realizzato dal bravo regista Giancarlo Nicoletti, l’unico ad essere stato autorizzato dall’autore a rappresentare il lavoro a teatro, sulla traduzione dei dialoghi di Edoardo Erba, che ci permette di approfondire le figure dei due Papi.
Joseph Aloisius Ratzinger, figlio di un poliziotto e di una cuoca, nacque in Germania. La sua infanzia però fu segnata dalla guerra. Infatti, sebbene fosse entrato in seminario a 12 anni, seguendo i passi del fratello maggiore Georg, fu costretto ad indossare la divisa militare perché reclutato nel programma” Luftwaffenhelfer”, riservato a tutti i giovani studenti.
Visse da vicino la brutalità del nazismo: un suo cugino affetto da sindrome di Down fu ucciso, vittima dell’ideologia della “pura razza hitleriana” e il suo parroco, in quanto tale, bastonato dai nazisti prima della celebrazione di una messa.
Solo dopo la fine della guerra, Ratzinger tornò ai suoi studi e a 24 anni, viene ordinato sacerdote. Un anno dopo inizia la sua attività didattica e dopo la tesi in teologia, intraprese una brillante carriera accademica, presso varie università.
Ricoprì importanti incarichi nella Conferenza episcopale tedesca, nella Commissione Teologica Internazionale. Notevole è stato il contributo che Ratzinger ha dato al Concilio Vaticano II.
Fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da Paolo VI il 25 marzo 1977 e lo stesso Pontefice il 27 giugno 1977 lo nominò cardinale. L’anno dopo il 26 agosto, partecipa al conclave che elegge Papa Albino Luciani (Giovanni Paolo I), e il 16 ottobre dello stesso anno, partecipa a quello che elesse Karol Woytjla. Sarà quest’ultimo, Giovanni Paolo II, a chiedere a Ratzinger di tornare a Roma. Nel 1981 lo nomina Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale.
“Sono un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”, disse affacciandosi per la prima volta dal balcone di piazza San Pietro. Grande e rigoroso teologo, capace di rendere accessibili temi molto complessi, Joseph Ratzinger fu Papa tre giorni dopo la data del suo compleanno, il 19 aprile 2005, dopo solo quattro votazioni, nella seconda giornata del conclave, con una scelta rapidissima.
Nella sua prima udienza generale spiegò il perché del nome: “Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato Pontefice Benedetto XV, cha ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace,e si adoperò con strenuo coraggio, dapprima, per evitare il dramma della guerra e, poi, per limitarne le conseguenze nefaste”.
Negli anni del suo Pontificato, Ratzinger diede il via a una vera e propria rivoluzione in termini di trasparenza, contribuendo a una inversione di rotta nei confronti dei preti pedofili, tanto da incontrare le vittime degli abusi, compiuti in Vaticano, Usa, Australia, Malta, Gran Bretagna e Germania. Nel 2010 scrisse una lettera pubblica ai cattolici d’Irlanda, destinata a passare alla storia,in cui esprime vergogna per quanto accaduto.
Durante la collaborazione con Giovanni Paolo II, in più occasioni manifestò il suo dissenso,apertamente, sia sulla Giornata Mondiale di preghiera per la Pace del 27 ottobre 1986, che raduna ad Assisi i leader di tutte le religioni del mondo, sia per la scelta del “mea culpa”, che Papa Wojtyla decide di pronunciare in occasione del Grande Giubileo del 2000, mentre in privato manifestò il suo dissenso quando fu istituita la Giornata della Misericordia.
Tra tutte le sue innumerevoli pubblicazioni ed encicliche, scritte da Pontefice ricordiamo in particolare “’Gesu’ di Nazareth”, in più volumi, un saggio sulla figura storica di Gesù Cristo.
Ratzinger, a seguito delle dimissioni, divenne Papa emerito il 28 febbraio 2013, ottavo Papa dimissionario, dopo Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VI, Celestino V e Gregorio XII.
A tal proposito, il suo segretario particolare e prefetto della Casa pontificia, monsignor Georg Gaenswein, affermò: “le dimissioni sono state una decisione lunga, ben pregata e sofferta, di cui non si è mai pentito” e che il “Papa emerito è completamente in pace con sé stesso””.
Il testo teatrale ha rappresentato in un piccolo spazio temporale tutte le caratteristiche di Papa Benedetto XVI e del futuro Papa Bergoglio, facendo emergere dal colloquio tra i due, la comune fede incrollabile e le divergenze di vedute, sul modus operandi della Chiesa.
Quest’ultimo, Jorge Mario Bergoglio, è stato il suo successore: di cittadinanza argentina, è il primo papa proveniente sia dal continente americano che dall’ordine religioso della Compagnia di Gesù. Di origini italiane e precisamente piemontesi e ligure, discendente di emigrati in Argentina, divenne presbitero nel 1969. Fu nominato prima Vescovo nel 1992, da Giovanni Paolo II e poi cardinale nel 2001, scegliendo uno stile di grande semplicità, spostandosi con i mezzi pubblici e rinunciando a vivere nella sede dell’episcopato, a favore di un comune appartamento dove si preparava i pasti.
La scelta del nome Francesco fu dovuta al pensiero della vita di Francesco d’Assisi, un ricco che decise di vivere da povero, che si adoperò per la pace. Pensiamo al suo viaggio in Terra Santa, tanto da ottenere dal Sultano Malik al- Kamil, che i francescani potessero esserne i custodi; l’uomo che amava il creato, e noi, dice Papa Francesco: ”anche in questo momento abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero… Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!… È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato”.
In realtà, un primo incontro tra i due Papi si è veramente avuto il 23 marzo, ad appena dieci giorni dall’elezione al soglio di Pietro, Papa Francesco si è recato a Castel Gandolfo presso il Palazzo Pontificio per incontrare il papa emerito Benedetto XVI; dopo un abbraccio, hanno pregato insieme, inginocchiati uno accanto all’altro. Storicamente si è trattato del primo incontro fra due pontefici.
E’ molto forte la motivazione che guida Bergoglio: quella dell’innovazione e della risposta alle richieste della moderna società, che è riuscito ad introdurre alcune modifiche nella preghiera, nella liturgia e dal quale io mi aspetto la possibilità del matrimonio per gli uomini e del sacerdozio per le donne…
Lo spettacolo teatrale è stato dunque un momento di riflessione, su quanto è accaduto e sta accadendo nel nostro Tempo.
Le immagini, le scene, particolarmente elaborate e curate, che hanno accompagnato il dialogo tra i due prelati, sono state realizzate da Alessandro Chiti.
Gli attori hanno indossato i magnifici costumi realizzati da Vincenzo Napolitano e Alessandra Menè, mentre il disegno delle luci e la fonia sono stati curati da David Barittoni.
Ottime interlocutrici sono state Anna Teresa Rossini, che ha interpretato Suor Brigitta, collaboratrice di Ratzinger, ed Ira Fraten, quella di Bergoglio.
La scelta del direttore artistico, Renato Giordano, è stata di grande saggezza, perché questo spettacolo ha unito arte ed attualità, in maniera eccellente.
La Rassegna di Benevento Città Spettacolo Teatro ci propone, poi il prossimo 28 febbraio, la commedia “I ragazzi irresistibili”, di Neil Simon, con la traduzione di Masolino D’Amico e la regia di Massimo Popolizio, che dirige Franco Branciaroli ed Umberto Orsini. Per l’acquisto dei biglietti,come sempre, possiamo rivolgerci a All Net Service, o a I-tichet viva ticket.
Maria Varricchio