Terra – “Viaggio attraverso i Continenti Da Dakar a New York, da Bombay a Parigi”
Con il testo e la regia di Tommaso Capodanno, abbiamo assistito al racconto “Terra”, in cui si sono alternati dialoghi, musica e danza, in un mix di suoni, colori, parole ed immagini che hanno rallegrato la domenica del 14 gennaio. Forse l’orario pomeridiano ha impedito il sold out, ma lo spettacolo per l’eleganza dei brani, delle musiche e delle danze, meritava sicuramente un pubblico più numeroso. Il pubblico è stato trasportato in posti lontani, in Africa, in India, in America, il viaggio si è snodato con i dialoghi tra il padre, Luca Ferrini ed il figlio, Andrea Verticchio, tra due generazioni, che insieme viaggiano nel tempo e nello spazio. Essi erano alla ricerca di oggetti mitologici e per questo, di volta in volta, si sono dunque dovuti spostare a seconda di ciò che volevano trovare: le ali di Perseo, il filo di Arianna, il vello d’oro, disposti, come dei novelli Ulisse, ad affrontare le più svariate avventure e disavventure… Prima tappa l’Africa: Porto Said, Il Cairo, il lago Vittoria ed un villaggio Masai, la palude del Congo. Da qui conseguenziale è stato ascoltare musica africana ed a questo ci ha pensato egregiamente il gruppo, Tam Tam Morolà, composto da artisti del Senegal, gruppo fondato da Moustapha Mbengue, che ha suonato insieme a Elhadji Djibril Maye.
I percussionisti hanno indossato bellissimi e coloratissimi costumi africani, così come meravigliosi erano quelli indiani indossati dalle danzatrici del gruppo Bhumika Dance Company, una compagnia di Danza Orientale e Danza Indiana Bollywood che ha sede a Roma. Apprendiamo chela scuola :” è nata dalla volontà di unire le due discipline e attraverso un’attenta selezione dei danzatori e danzatrici che ne fanno parte, si occupa di mostrare l’Oriente in tutte le sue sfumature.” Ne è la responsabile Luisa Del Grosso, che in questo evento, ha danzato, in maniera impeccabile, insieme a Giorgia Boccalini e Chiara Teoli. La Danza Bollywood, quella che ci è stata proposta, come dice la critica:” E’ la danza della colorata cinematografia di Mumbai. Essa è un mix di hindi e urdu, Parte dallo stile lento, elegante e leggiadro del semiclassico per arrivare alle più coinvolgenti e ritmatiche hit moderne. Un vero e proprio spettacolo di movenze, eleganza, gestualità.”. A completamento delle diversità culturali non poteva mancare la Break Dance, precisamente il gruppo Lottaboyz, nato a Roma a metà dell’anno 2017. Il gruppo, che si è esibito al Teatro Comunale di Benevento, era composto da tre danzatori: Francesco Cerulli, in arte Wakko; Luca La Falce, alias Frello; ed Alessandro Plos,( Plos). Abbiamo voluto approfondire la struttura e le radici di questa danza ed abbiamo scoperto che:” IL breaking è una delle 4 fondamenta della cultura Hip Hop, insieme al Writing, Djing ed Mcing. È una danza avente radici nel Bronx e proveniente da influenze stilistiche di altri tipi di danze. Negli anni il breaking si è evoluto in maniera esponenziale, guadagnandosi un posto come disciplina ufficiale alle prossime Olimpiadi. Ed infatti Cerulli, con oltre 10 anni di esperienza nel mondo del breaking, è stato campione italiano al Battle of the Year Italy 2019 con il suo gruppo, con il quale ha rappresentato l’Italia alle finali mondiali a Montpellier. Questa forma d’arte è composta da step in piedi, passi a terra, rotazioni tecniche e freeze, senza tralasciare il groove e la musicalità.”. A questo proposito possiamo dire di aver assistito a qualcosa di eccezionale, ragazzi che si muovevano in maniera assolutamente strabiliante, da lasciare letteralmente a bocca aperta e con il fiato sospeso. Ricordiamo che:” Chi pratica breaking è definito bboy, ovvero break-boy, ragazzo che balla sul break, il break è la parte musicale nella quale i ballerini ai party degli anni ‘70 preferivano esprimersi e mettevano più energia. Le musiche vengono dunque dette Break-beat.” A Lorenzo Tonfetti, che ha studiato hip-hop, danza moderna, contemporaneo, contaminato, classico e street, è spettato il compito di guidarci sul paesaggio lunare, in un connubio grafico tra movimenti del corpo e, luci, che disegnavano di volta in volta, forme, accompagnate da colori e note ….
Bisogna ricordare però che le forme e i disegni, che hanno accompagnato il viaggio dei nostri due viaggiatori e le esibizioni dei vari ballerini, sono stati animati ed illustrati da Silvia De Benedittiss Le scene sono state curate da BN Studio luci e la fonica da Davide Sapienza, con la Produzione Alt Academy. Uno spettacolo multietnico, che ha onorato e rappresentato alcuni dei popoli dei quattro continenti, regalandoci un viaggio in paesi in cui, se forse non siamo mai stati, ma che per un po’ di tempo abbiamo visitato ed immaginato. Questo può essere un motivo, grazie al quale lo spettacolo, di grande spessore culturale, lo si rivede molto volentieri. Un viaggio sulla “Terra”, attraverso danze, musica, costumi, colori.
Maria Varricchio