Don Matteo Prodi al Laboratorio per la felicità pubblica:”Progettiamo chiedendoci come vogliamo che sia il territorio tra vent’anni”
“Dialogare e progettare insieme per condividere le responsabilità” è stato il tema del terzo incontro di spiritualità e politica, svoltosi nell’accogliente Palazzo De Tommasi – Bozzi di Pietrelcina, sede dell’Archeoclub. Promotori del confronto il ″Laboratorio per la Felicità pubblica″ insieme al Comune di Pietrelcina. Ad aprire i lavori, il saluto del Sindaco di Pietrelcina Salvatore Mazzone: “Una bellissima iniziativa, un momento di confronto profondo su tematiche estremamente importanti, che aiutano ad estraniarsi da quella quotidianità che spesse volte fa perdere la visione: l’amministratore ha il compito di costruire una ′visione strategica′ di sviluppo. E queste occasioni sono utili perché si va a rivedere quella visione e si possono mutuare esempi e modelli vincenti attraverso il confronto con gli altri amministratori e con tutti gli attori sociali del territorio”.
Ad introdurre il tema al centro del confronto è stato il coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica Ettore Rossi: “La politica, nella sua essenza, è l’arte dell’incontro e del dialogo per cercare strade e soluzioni che migliorino la vita delle persone.Non possiamo accontentarci di dare vita a dialoghi formali o superficiali perché richiesti dalle procedure o perché si vuole apparire in sintonia con le tendenze del momento attuale.
In quest’ottica cercare delle modalità per lavorare insieme, perché ormai è acclarato che nessuno può cavarsela da solo, soprattutto per quanto riguarda il livello istituzionale c’è necessità di collaborare, perché i problemi sono grandi. Pensiamo a tutti i problemi delle aree marginali: la sanità, i trasporti, i servizi, le scuole. Se non si trovano soluzioni insieme, non si va da nessuna parte. Ecco perché vogliamo spingere sulla ′motivazione′ che deve mettere in condizioni tutti gli attori di collaborare. E il dialogo è importante anche all’interno di ogni comunità, con i propri cittadini, perché a volte molti cittadini manifestano una disaffezione rispetto alla partecipazione che è pericolosissima; se non abbiamo un’adesione ideale, da parte dei cittadini, al progetto comune, si rischia che la comunità venga meno. È un lavoro complesso quello che proviamo a fare, perché la nostra è una funzione ispiratrice: mettere insieme e creare dei luoghi in cui, chi svolge ruoli istituzionali, possa parlarsi. Come dice Papa Francesco, gli eroi del futuro sono quelli che riescono a dialogare e a tirar fuori, attraverso parole di verità, delle cose positive per il bene comune, al di là degli interessi personali”.
Presenti all’incontro diversi sindaci del Sannio, tra cui: il Primo cittadino di Morcone Luigino Ciarlo, di Campolattaro Simone Paglia, di Apollosa Danilo Parente, il sindaco di Apice Angelo Pepe e di Calvi Armando Rocco: “Per noi amministratori è fondamentale riscoprire il senso di fraternità, il senso di comunità, il senso di amicizia sociale. La parola chiave è ′condivisione′: condivisione di idee e condivisione di progetti all’interno della propria comunità. Condividere le responsabilità, significa condividere la libertà. Dobbiamo amministrare nella consapevolezza che la nostra attività è ′un passaggio′ e dobbiamo farlo condividendo sempre più le idee, i progetti e le decisioni con le nostre comunità. Solo così faremo crescere la comunità verso la giusta direzione: una comunità sociale forte, viva, che vuole sempre più migliorarsi”. Per il Comune capoluogo era invece presente l’Assessore alla Cultura, Antonella Tartaglia Polcini: “Amministrare vuol dire servire in prossimità dei bisogni; per farlo, bisogna farsi prossimi al prossimo. E come farlo se non attraverso un atteggiamento dialogante? Quindi pronti all’ascolto, innanzitutto, di quella che è un’istanza che esige una risposta, che non deve essere altro che il fare, l’agire, il servire. Non per l’interesse proprio, ma per l’interesse altrui, l’interesse generale su quello individuale. In questo senso l’importanza dell’esempio, che è data dalla pienezza di coerenza col proprio humus, il proprio ufficio, che è potere-dovere in funzione della realizzazione del bene comune. Quand’è che c’è l’abuso di potere? Quando c’è l’esercizio ′contro funzionale′ del potere. Noi dobbiamo agire, invece, in funzione della ragione giustificatrice anche delle possibilità di intervento, concreto, oltre che delle responsabilità che sono a noi riconosciute”.
A concludere i lavori il Direttore della Scuola d’impegno socio-politico della Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti Don Matteo Prodi: “Il titolo – dialogare e progettare insieme – è proprio per porre la ′verità′ a fondamento dell’azione politica. La verità in politica non è l’assoluto, che possiamo individuare in modo dogmatico, ma la ricerca dei fondamenti comuni, delle basi solide alla base delle nostre scelte e su cui costruire insieme la vita sociale, la vita comunitaria. Il dialogo che ricerca la verità in politica, quindi, è sempre un dialogo aperto, un dialogo costruttivo per progettare insieme; cioè, per trovare, dentro la verità, il fondamento del vivere insieme, il bene comune. La possibilità di ricercare insieme ciò che può costruire davvero la felicità pubblica, che possa davvero rendere le persone capaci di fiorire, per condividere le responsabilità; progettare, dialogare insieme, perché le responsabilità siano condivise e possiamo, cioè, sentirci davvero come popolo: popolo vuol dire che ci salva soltanto insieme, che nessuno si salva da solo. Condividere le responsabilità dentro queste due grandi ricerche – della verità e del bene comune- è certamente una cosa fondamentale per dare risposte alle crisi davanti a noi. Quindi verità e bene comune, per trovare la capacità di dare risposte ai grandi problemi che la società ci pone oggi. In questo senso, la scelta di Pietrelcina non è casuale perché vuol dire essere comunque protesi a ricercare una spiritualità profonda, che certamente questo luogo ci regala, dove non necessariamente è una spiritualità confessionale, ma si può trovare lo spirito con cui davvero poter dare delle risposte profonde a tutto quello che la società oggi ci pone davanti. E poi i sindaci devono avere una visione ampia nella progettazione che spinga a chiedere come vogliamo che sia il territorio tra vent’anni”.
Don Matteo Prodi ha chiuso il suo intervento dicendo: “L’idea che dovremmo avere dentro al cuore è che la condivisione moltiplica, anche se può portar via tempo”.
L’incontro è stato organizzato in collaborazione con Base Benevento, Argomenti2000 – Associazione di amicizia politica e Archeoclub Pietrelcina.