È iniziato il corso di formazione politica nel nome del senatore Mino Izzo
di Mons. Pasquale Maria Mainolfi
Sabato 21 Ottobre presso l’Auditorium Giovanni Paolo II del Seminario arcivescovile di Benevento ha avuto inizio il corso di alta formazione politica voluto dall’Associazione di promozione sociale “Res Publica, amici di Mino Izzo”, inaugurato lo scorso 20 Maggio nella corte della Rocca dei Rettori.
Un convegno di apertura sul tema “Rapporto tra etica e morale” che ha avuto come relatore il Prof. Raffaele La Sala. Ad introdurre i lavori sono intervenuti il presidente dell’associazione “Res Publica” Dott. Pierpaolo Izzo, il sindaco di Benevento On. Clemente Mastella, il rettore dell’Unisannio Prof. Gerardo Canfora e il direttore della Scuola di formazione politica Prof. Sergio Barile. Ha coordinato gli interventi il giornalista Mimmo Ragozzino.
Hanno partecipato all’evento, fra i molti, oltre quattrocento studenti, prossimi alla maturità, provenienti da alcuni istituti della provincia fra i quali: l’istituto tecnico industriale Lucarelli, l’istituto Palmieri Rampone, il liceo scientifico statale G. Rummo, l’ipsar istituto alberghiero le streghe di Benevento, l’Istituto paritario De La Salle e l’istituto A. M. De’ Liguori di Sant’Agata dei Goti.
Prezioso è stato il supporto dei dirigenti scolastici e dei professori nel favorire questa iniziativa a cui vanno i ringraziamenti da parte di tutta l’associazione “Res Publica, amici di Mino Izzo” che crede, fortemente, nel coinvolgimento delle nuove generazioni in questo progetto di sensibilizzazione e formazione politica.
La scuola è, nella prima fase della nostra vita, la più importante agenzia di formazione ed educazione alla vita comune; essa infatti, pur non volendolo, ha una funzione politica perché obbliga ogni studente a stare insieme, condividendo successi e sconfitte, esperienze, idee e storie che, inevitabilmente, produrranno una trasformazione intima, profonda e duratura. Dalla condivisione del proprio pensiero magari si impara che il problema dell’altro è uguale al nostro. Affrontare quel problema tutti insieme diventa una questione politica nel senso che costruisce la Police, edifica la città degli uomini!
Servono, poi, gli strumenti tecnici e teorici per risolvere quel problema. Qui si inserisce la formazione come elemento imprescindibile, non solo per la società politica ma anche per quella civile nel suo insieme; ancora più importante se si considera la formazione come unico antidoto per non abdicare alle proprie passioni. In particolare, la passione per la politica.
Oggi, cresce sempre più il disinteresse per la politica che ci porta a pensare che sia comodo non occuparsi di politica, tanto c’è chi lo fa per noi; che ci siano tante cose più belle da fare che pensare alla politica, tanto si vive, comunque, in un regime di libertà.
Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto valga, proprio, quando comincia a mancare. Un senso di asfissia che le nuove generazioni, non hanno mai provato ma uomini e donne della generazione dei nostri nonni sì, e non per un giorno ma per oltre un ventennio. La storia insegna che, anche se in forme diverse, l’errore si può ripetere. Affinché quel senso di asfissia sia solo un racconto lontano dobbiamo ricordarci ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il nostro contributo alla vita politica. Esercitando con convinzione e coscienza il nostro diritto al voto e sapendo che “La politica è arte nobile e difficile” ( Paolo VI).
Solo in questo modo potremo dire di essere veramente responsabili di noi stessi, del nostro paese, del nostro destino.
Pietro Calamandrei, grande giurista e uomo politico del Novecento, raccontava sempre una storia ai giovani quando avvertiva il loro disinteresse verso la politica:
“Due amici decidono di attraversare, di notte, l’oceano su di un traghetto. Uno rimane sul ponte e l’altro in stiva. Il primo si accorge della gran tempesta in arrivo e preoccupato chiede al capitano se ci fosse pericolo. Il comandante risponde che se continuano le onde così alte in meno di un’ora la barca certamente affonda. Allora, il primo corre giù in stiva ad avvisare l’amico. Quest’ultimo replica: che ci frega, non è mica nostra la barca !”.
Questa storia tanto semplice quanto significativa ben rende l’idea di come la politica, che tutto può su quelle regole che attengono alla solidarietà sociale e umana e alla sorte comune, se va a fondo, va a fondo per tutti anche la barca sociale.
Dobbiamo tutti impegnarci e mai dimenticare che in questo mondo non siamo soli. Non dobbiamo mai dubitare che un gruppo, pur piccolo, di cittadini coscienziosi ed impegnati può cambiare il mondo. In verità, è l’unica cosa che è sempre accaduta nella storia