Rosetta De Stasio, consigliera comunale di “Prima Benevento”, ricorda di aver inoltrato interrogazioni per chiedere il ritorno nella disponibilità della città dell’immobile di via Niccolò Franco
“Quale Consigliere Comunale del gruppo “Prima Benevento”, inoltravo, in data 3 Agosto 2023 (Prot n. 58333) un’interrogazione all’Assessore al Demanio e Patrimonio, Avv. Attilio Cappa, nella quale denunziavo l’occupazione abusiva dell’immobile comunale ubicato in via N. Franco dal lontano 2014, e soprattutto la totale inerzia dell’Amministrazione dal 2018, epoca alla quale risale l’ultima nota del Comune per concordare, in esito all’Ordinanza di rilascio emessa in data 21/03/2016, la data di accesso e presa in possesso dell’immobile.
Nell’interrogazione chiedevo di sapere quali erano le azioni intraprese per l’effettivo rilascio dell’immobile comunale, a chi risultavano intestate le utenze a servizio dello stesso, e quali provvedimenti l’Assessore intendesse adottare al fine di recuperare la disponibilità del bene. La questione veniva da me portata anche nella competente commissione consiliare.
Non ho avuto alcuna risposta all’interrogazione, come purtroppo capita spesso, ma plaudo all’azione finalmente posta in essere nella giornata di ieri che ha consentito al Comune di rientrare nella disponibilità dell’immobile, da destinare, così come previsto in origine, a sede e/o uffici di associazioni di volontariato.
Ovviamente ritengo molto più importante, in esito ad un’interrogazione, un’azione concreta, rispetto ad una semplice, seppur doverosa, risposta istituzionale.
Non posso che essere soddisfatta nel prendere atto che la mia attività di consigliere comunale di opposizione dia, sebbene dopo un poco di tempo, frutti concreti.
Continuerò a lavorare nell’interesse della città con l’auspicio di poter raggiungere ulteriori risultati: è questo il mio compito ed è questo il ruolo assegnatomi dai cittadini che hanno creduto in me e nelle mie proposte programmatiche eleggendomi a rappresentarli”.
Riproponiamo le interrogazioni di Rosetta De Stasio sui giardini di Palazzo Mosti e sull’Hortus Conclusus già pubblicate nei giorni scorsi
”I Giardini di Palazzo Mosti, inaugurati nei primi giorni di Giugno 2023 e dedicati al compianto On. Avv. Alberto Simeone, sono a tutt’oggi sforniti dell’ascensore promesso in pompa magna il giorno dell’inaugurazione.
Esiste l’alloggiamento ove questo dovrebbe essere ubicato, ma dell’ascensore…nessuna traccia.
Ciò, ovviamente, non solo non consente l’utilizzazione del percorso pedonale (da via dei Mulini a via Annunziata) ai portatori di handicap, ma limita in generale l’utilizzazione dei giardini.
Inoltre gli stessi restano chiusi dopo le ore 18,00 e soprattutto nei giorni festivi, in cui i cittadini ed i turisti hanno più tempo libero a disposizione da trascorrere all’aria aperta visitando un luogo molto suggestivo.
Né, a quanto pare, sono state allocate le opportune videocamere di sorveglianza onde evitare atti vandalici da parte di frotte di ragazzini che in orario notturno scavalcano la recinzione e bivaccano nei giardini del tutto incontrollati, ed onde garantire l’integrità del parco.
L’Hortus, inaugurato, dopo i lavori di restauro, lo scorso 2 Ottobre, alla presenza del Ministro alla Cultura Sangiuliano, purtroppo rimane chiuso nell’orario di apertura affisso al cancello di ingresso.
E’ capitato, infatti, che alcuni turisti volevano visitare l’Hortus e, dopo avere chiesto indicazioni, vi ci sono recati trovando il meraviglioso spazio chiuso alle ore 11,30 di un mattino feriale.
Allora, mi chiedo, a cosa servono le inaugurazioni in pompa magna, le intitolazioni ed i tagli dei nastri se poi cittadini e turisti non possono visitare e godere di spazi a servizio della città?
A cosa serve spendere denaro pubblico se poi non consente alle opere effettuate di assolvere alle funzioni a cui devono essere destinate?
A cosa serve parlare di “città della cultura e dell’arte” se poi, oltre ad una totale carenza di necessarie informazioni turistiche, i luoghi da visitare sono chiusi?
Ho chiesto all’Amministrazione di conoscere i motivi che determinano tale situazione ormai insostenibile, ma soprattutto che tipo di interventi e provvedimenti intenda adottare per rendere gli spazi e le opere della città usufruibili e funzionali.
Conoscendo i “tempi” di risposta, ho chiesto una risposta scritta, nell’auspicio che, almeno questa, sarà fornita.
Non a me, semplice consigliere comunale, ma alla città, alla popolazione, ancora in attesa di assistere al “grande miracolo” promesso.
Che, naturalmente, non si misura in base al numero di “nastri” spesso inutilmente ..tagliati”.