Lourdes realtà dello Spirito che scuote il pellegrino
di Mons. Pasquale Maria Mainolfi
La Parrocchia di San Gennaro in Benevento ha sempre realizzato settimane di spiritualità nei più noti santuari del mondo come eminente forma di evangelizzazione popolare. Le mete più frequentate : Terra Santa, Lourdes, Fatima, Santiago de Compostela, Medjugorje, Loreto, Pompei, Montevergine, Padova, Assisi e Collevalenza. Anche nel 2020 era stato programmato un viaggio a Lourdes – Saragozza – Barcellona, non realizzato a motivo della crisi pandemica. Nei giorni scorsi invece, dal 28 settembre al primo di ottobre, con 53 pellegrini, la Parrocchia ha potuto finalmente realizzare il pellegrinaggio a Lourdes in aereo, reso gradevolissimo dal clima molto favorevole, dall’ottima organizzazione e soprattutto dalla intensità delle esperienze vissute. Giunti al termine della salutare avventura spirituale rimane sommamente opportuna una serena e corale riflessione. Ci domandiamo: perché siamo andati a Lourdes? Perché ritorniamo volentieri alla Grotta di Massabielle? Solo per pregare – ringraziare – solo per chiedere miracoli? Per la nostalgia delle grandi cerimonie? Troppo poco! Questi motivi, benché nobili, non sono lo scopo principale per cui la Madonna ha voluto Lourdes.
Lourdes possiede il rischio del mito, dell’egoismo e del calcolo spirituale nel pellegrino. Il pericolo dell’emozione a catena e dell’entusiasmo momentaneo.
Cos’è veramente Lourdes?
È un centro spirituale per ritrovare, o meglio capire il senso di Dio nella propria vita. Perciò un’esperienza di fede e di rinnovamento nello Spirito. Quindi è richiamo alla preghiera intesa come primato del soprannaturale.
Preghiera intensa come fratellanza al di sopra delle razze e lingue.
Le apparizioni sono iniziate all’insegna della preghiera e pregare a Lourdes non solo è facile ma è quasi un’esigenza. Preghiera intesa come rapporto filiale con Dio, come offerta a Lui della propria sofferenza e croce quotidiana. La Via Crucis – la cappella per la Riconciliazione – la Santa Messa, particolarmente quella internazionale – la processione Eucaristica – il bagno alla piscina o la rinnovazione delle promesse battesimali – la preghiera alla Grotta, accanto al Gave –
l’ Adorazione nella cappella del Santissimo Sacramento – la visita alla casa di Bernardette e alla chiesa parrocchiale dove Bernardette ha ricevuto il Battesimo. E quando per Lourdes scende la sera con le sue tenebre, la zona di Massabielle si illumina, la fiaccolata trasforma l’Esplanade in un fiume di luce che si muove e illumina tutto intorno. Ciascuno con la fiaccola esprime il suo pellegrinaggio di credente, assieme ai fratelli nella fede, nella medesima fiamma di fede, di carità e di amore.
Questa è veramente l’anima di Lourdes.
Una realtà dello Spirito che interroga e scuote il pellegrino .
Un lembo di terra che rivela all’uomo un mondo pieno di Dio .
Un’ esperienza di Vangelo che arricchisce fino al punto di creare la nostalgia del ritorno.
Mai come davanti alla Grotta di Massabielle il cristiano si sente Chiesa. Popolo di Dio riunito, in cammino nella speranza, nella preghiera e nella sofferenza valorizzata. I grandi riti all’aperto ne sono l’espressione più concreta. All’uomo moderno, assillato da tanti problemi che nessuna filosofia e politica riescono a risolvere, all’uomo insoddisfatto di quello che ha, e smanioso di possedere quello che non ha, all’uomo deluso, ingannato, stanco, sfruttato, all’uomo che tanto soffre e non comprende il perché, che tanto lavora e non sa per chi, Lourdes presenta questa visuale diversa della vita. Ma occorre vederla, accoglierla e valorizzarla.
Per chi lo sa fare, questo lembo di terra diventa appuntamento con Dio per mezzo di Maria, per la trasformazione e il rinnovamento della vita. Ed ecco il segreto di rinascita di Bernardette Soubirous che ha vissuto la triplice “notte” ( della sofferenza fisica, dei sensi per il timore d’essersi ingannata, della fede e della speranza ): “Je ne savois que mon Chapelet”, “Non conosco che il mio Rosario”.
Ed ecco ancora la sua amabile rassicurazione per tutti noi:
“La corona non la direte mai invano. Addormentatevi recitandola… come i bambini piccoli che si addormentano dicendo : mamma!”.