In occasione del concerto di Geolier, in piazza Risorgimento, il numero di spettatori ha eguagliato quello del concerto di Morandi
Incuriositi dal fatto che, per il concerto di Geolier, erano stati venduti 8.900 biglietti, mentre era in corso l’esibizione del rapper napoletano ci siamo recati sul terrazzo dove ha sede la nostra abitazione, per verificare, dall’alto, come la parte recintata di piazza Risorgimento avesse potuto contenere 8.900 persone.
Abbiamo invece notato che la parte recintata della piazza era occupata, da parsone, per tre quarti della sua capienza. Certo, le persone, per lo più ragazzi e ragazze, che assistevano in piedi al concerto, erano accalcate davanti al palco, sicché, se fossero state sedute, avrebbero occupato la parte vuota dello spazio recintato, nel quale erano stati predisposti anche una sessantina di bagni chimici, determinando una partecipazione di pubblico non superiore a quello che aveva assistito al concerto di Gianni Morandi, una partecipazione, di certo, assai inferiore a 8.900 persone. Infatti, erano stati predisposti appena una diecina di bagni chimici.
In considerazione della imponente partecipazione di pubblico, prevista per il concerto di Geolier, era stata impedita la circolazione pedonale dei cittadini, oltre che di automezzi, nello spazio antistante la recinzione, dove si affaccia l’edificio della ex sede dell’INAIL.
Il provvedimento, assai grave perché avrebbe impedito la libera circolazione delle persone, era finalizzato ad evitare assembramenti di ragazzi e ragazze che avrebbero voluto sentire, al di fuori della recinzione, almeno la voce di Geolier. A questo proposito, va sottolineato che sulla pagina facebook di Cittaspettscolo.it è stata pubblicata una foto contenente questo messaggio: “SOLD-OUT. SENZA BIGLIETTO NON VENIRE.PIAZZA CHIUSA. NON VEDI E NON SENTI”
Lo sbarramento , posto su via Perasso, a cinquanta metri dalla piazza, ha impedito l’accesso, secondo quanto noi abbiamo visto dall’alto, a poche decine di ragazzi e ragazze.
Ma, prima che arrivasse Geolier, Mastella si è consentito, come in altre occasioni, un momento per salutare, probabilmente, dal palco, i partecipanti al concerto. Però, un nutrito gruppo di ragazzi, rivolto a lui, ha gridato: “o Mastella, portaci a p…”, un invito che Radio Città Benevento ha trasformato, probabilmente per essere delicata, in “o Mastella, portaci a Pantano”, anche se sulla propria pagina facebook Radio Città Benevento prende in giro il sindaco di Benevento.
Ovviamente, il coro proveniente dalla piazza, che scandisce nitidamente la parola “p….” non poteva riferirsi a Pantano, dal momento che Mastella, dal gesto delle mani, fa capire che non vi è mai andato , dopo di che abbandona la scena, rivelatasi tutt’altro che accogliente per lui.
E il gesto di Mastella non poteva riferirsi a Pantano, perché questa contrada, gravemente danneggiata dall’alluvione del 15 ottobre del 2015, è stata invece frequentata massicciamente da lui durante la campagna elettorale del 2016, per imbastire una speculazione politica, poiché, dopo alcuni mesi dal 15 ottobre, non era ancora arrivato il risarcimento danni ai cittadini alluvionati. E proprio grazie alla speculazione imbastita sull’alluvione, non soltanto sul versante dei risarcimenti, Mastella è riuscito allora ad essere eletto sindaco con il 62% dei suffragi di coloro che si erano recati ai seggi.
In un comunicato, poi Mastella, dopo aver ringraziato, per il servizio di sicurezza garantito, il Prefetto, il Questore, i Corpi separati dello Stato, i Vigili Urbani , la Croce Rossa, la Misericordia, dice che “tutti hanno lavorato in sintonia e bene”, anche l’Asia, che ha dovuto pulire piazza Risorgimento, e la stampa, che “con puntualità e professionalità ha seguito la manifestazione nelle sue diverse articolazioni”.
Secondo lui, durante il concerto di Geolier “era difficile contenere e gestire i quasi diecimila giovani e ragazzi”. Se a suo avviso erano quasi diecimila i partecipanti al concerto, anche noi abbiamo motivo di ritenere che il sindco abbia contato male, in una sera della rassegna Città Spettacolo, una presenza di 50.000 persone nelle strade del centro cittadino, riprese da un drone.
Sempre secondo lui, “piace questa formula popolare di Città Spettacolo (che non ha nulla a che vedere con la rassegna settembrina pensata da Gregoretti –ndr)”, un “fritto misto”, secondo la consigliera comunale Rosetta De Stasio, una sagra paesana o festa religiosa, secondo noi. E Mastella ancora insiste nel dire: “Abbiamo avuto un successo straordinario superando le centinaia di migliaia di persone che si sono riversate per una settimana in città”. Poi, nel comunicato, ringrazia il direttore artistico di quella che lui chiama Città Spettacolo, la giunta e i“miei consiglieri” che hanno avallato la formula.
Ovviamente, Mastella osanna coloro che gli sono vicino. Ma guai a dargli fastidio. Nella migliore delle ipotesi, replica con parole tutt’altro che gentili. Nella peggiore delle ipotesi, minaccia querele, se intravvede la diffamazione da parte di chi lo attacca.
Ha minacciato, infatti, di querela il presidente del comitato di quartiere del centro storico, perché Luigi Marino (il presidente) avrebbe denunciato che la sera di venerdì primo settembre un’ambulanza “non ha potuto raggiungere un nostro concittadino abitante presso piazzetta Verdi, bisognoso di urgenti cure”, poiché “il malcapitato ha dovuto subire un intervento d’urgenza a causa di un grave danno alla milza, dovuto a un incidente avuto il giorno prima”.
Secondo Luigi Marino, la strada che avrebbe dovuto percorrere l’ambulanza (un vicolo del rione Trescene) era ostruita da tavolini allestiti da esercizi di ristorazione. Secondo l’assessore alle Attività Produttive, Luigi Ambrosone, le affermazioni di Marino, relative alla presenza di tavolini, sono falsità, originate “’da informazioni assunte’ non corrispondenti al vero”. Secondo il vice comandante del Vigili Urbani, Emilio Belmonte, il vicolo in questione poteva essere percorso solo da un’auto medica e non, data la sua ristretta larghezza, da un’ambulanza. Tuttavia, Belmonte ha assicurato che si sarebbe attivato “per verificare se nella zona indicata sussistono locali che abbiano chiesto l’autorizzazione per allestire tavolini esterni”.
Secondo Ambrosone, “nessun tavolo, né nessuna sedia hanno ostruito il soccorso che è stato effettuato nelle forme che il personale sanitario ha ritenuto più opportuno”. Pertanto, “il Comune”, prosegue la nota dell’assessore, “procederà in ogni sede giudiziaria per tutelare la propria immagine”.
Assessore Ambrosone, non conosciamo i termini della questione per poter giudicare. Ma che il sindaco abbia sottratto posti alla sosta di auto, impedendo anche il transito pedonale sui marciapiedi, come dimostriamo nella foto pubblicata a corredo di questo nostro intervento, per offrire a bar,a pub e a esercenti attività varia di ristorazione spazi per allestire tavolini, è un dato di fatto.
Il sindaco, poi, è stato ancora più esplicito: “confermo che verrà dato mandato all’ufficio legale del Comune di Benevento per procedere in sede giudiziaria, sia penale che civile, contro il sedicente ‘comitato di quartiere’ in questione e contro chi si dichiara ‘presidente’ dello stesso, nonché nei confronti degli altri componenti che saranno individuati quali responsabili”.
Che il sindaco non riconoscesse i comitati di quartiere e i rispettivi presenti non funzionali a lui, per noi era ed è un fatto scontato. Recentemente, il Comune pare abbia dialogato con il presidente del comitato di quartiere del rione Pietà, per trovare una soluzione atta a garantire la sosta di auto lungo la strada dove è stata allestita una pista ciclabile. Ma il sindaco dovrebbe ricordare di aver affidato ai presidenti dei comitati di quartiere la distribuzione di mascherine comprate dal Comune durante la pandemia.
Allora, sindaco, esistono questi comitati di quartiere, o esistono solo quelli che le fanno comodo?
Infatti, l’avvocato Luigi Diego Perifano, portavoce di Alternativa per Benevento in Consiglio comunale,in una sua nota pubblicata integralmente dal nostro giornale, sconsiglia il sindaco dal querelare il presidente del comitato di quartiere del centro storico, poiché la querela “sembra un atto di ritorsione politica contro una voce ritenuta scomoda”. Poi, Perifano, in chiusura della sua nota, scrive: “Prendo atto che il sindaco ha la querela facile, e che intende percorrere la via giudiziaria come alternativa al dibattito pubblico. Vorrà dire che, all’occorrenza, ci adegueremo. Gli spunti non mancano”.
Meglio combatterlo con le sue stesse armi, avvocato Perifano.Chi non ricorda che Mastella aveva minacciato di querela il presidente di Altra Benevento per aver denunciato la presenza di tetracloroetilene nelle acque dei pozzi di Campo Mazzone e di Pezzapiana?! Poi la Gesesa ha accertato la presenza del pericoloso inquinante, salvo poi a mettere in discussione le analisi prodotte dall’Asl, che rilevavano una presenza di tetracloroetilene tanto elevata, al punto che il Comune ha dovuto, per un giorno, sospendere l’erogazione di acqua da tali pozzi.
Che fossimo di fronte ad una Giunta municipale composta dapersone che si rendono inattaccabili era scontato. Infatti, rispetto ad una denuncia di Altra Benevento, nella quale il rispettivo presidente, Gabriele Corona, ex dipendente comunale, rende noto che il costo degli amministratori del Comune di Benevento e di 485.000 euro all’anno, specificando i vari compensi, dei quali non diamo ulteriore notizia essendo stati già pubblicati dal nostro giornale, l’assessore alle Finanze, Maria Carmela Serluca, quella che costa più di tutti, secondo Altra Benevento, è subito intervenuta rispetto alla prima denuncia di Altra Benevento (le denunce di questa associazione, infatti, sono tre, finora), sostenendo che “ad agosto non c’è stato alcun aumento dell’indennità degli amministratori”. Secondo lei “si tratta invece di una normale, canonica determina che applica una legge dello Stato”. Quindi, “gli amministratori del Comune di Benevento percepiscono esattamente la stessa somma di quelli di tutte le altre città italiane delle medesima consistenza demografica”.
Ma Altra Benevento, nella sua seconda denuncia, spiega che, in ossequio alla legge di bilancio approvata il 29 dicembre 2021, “il Comune di Benevento, che amministra 58.000 abitanti, ha deciso l’aumento dal primo gennaio 2023 della indennità per il sindaco che da 4.509 del 2021 sale a 8.011,68 euro, la stessa indennità che spetta al sindaco di una città da 100.000 a 250.000 abitanti”. Di conseguenza, scrive sempre Altra Benevento, “sono aumentate moltissimo, quasi raddoppiate, anche le indennità per gli assessori e i consiglieri comunali, che vengono calcolate in proporzione a quella assegnata al sindaco, ma nessun amministratore, di maggioranza o di opposizione, ha ritenuto che tali indennità fossero esagerate per le condizioni di questa città e che, pertanto, bisognava in parte rinunciare. Clemente Mastella, che già nel 2021 aveva ridotto la sua indennità mensile da 4.509 a 3.860 euro per evitare problemi di cumulo con il vitalizio da ex parlamentare, ha confermato che si accontenta dello stesso compenso ridotto”. Eppure, Mastella, durante la campagna elettorale del 2016, disse che avrebbe rinunciato alla indennità prevista per il sindaco.Omettiamo di riportare le altre indennità, perché, come dicevamo,sono state già pubblicate.
Certo, le indennità sono legittime, altrimenti gli amministratori sarebbero stati oggetto di attenzione da parte della Procura della Repubblica. Però, come giustamente diceva Altra Benevento nella sua seconda denuncia, per le condizioni in cui versa il Comune di Benevento, del quale il sindaco Mastella l’11 gennaio del 2017 ha fatto dichiarare il dissesto dalla sua maggioranza in Consiglio comunale, un dissesto ritenuto politico dalle forze di opposizione, è semplicemente vergognoso che gli amministratori non rinuncino a una parte delle loro indennità.
Giuseppe Di Gioia