Una quinta colonna mastelliana nel PD. Città Spettacolo diventa sempre più mastelliana. I primati di Mastella.

La nostra vacanza dal giornale, durata due mesi, si interrompe ora per fare delle riflessioni sull’intervista concessa una settimana fa al Mattino da un ex mastelliano, approdato nel Partito Democratico e, come al solito, sulla rassegna Benevento Città Spettacolo, giunta alla XLIV edizione.
L’ex mastelliano, che nell’intervista appare, secondo la nostra percezione, come una quinta colonna di Mastella nel Pd, lamenta la mancata alleanza dei dem sanniti con Mastella, in contrasto con la “comunanza di valori” tra il Pd e il partito del sindaco di Benevento, che dalle politiche del 25 settembre 2022 si chiama Noi di Centro. Poi, l’ex mastelliano si domanda: “Perché Mastella è considerato valido alleato nelle altre province campane e a Benevento non viene considerato idoneo?”. Semplicemente perché, egregio ex mastelliano, negli altri capoluoghi campani il partito di Mastella conta come un due di briscola, sicché il sindaco di Benevento si allea con le coalizioni politiche vincenti per partecipare alla spartizione del potere.
A Benevento e provincia invece conta. E, in base alle ultime politiche, una debacle per il Pd, conta anche più della formazione guidata, sul piano nazionale, da Elly Schlein. Se si eccettual’alleanza con il centro sinistra, che proprio Mastella avrebbe ricercato nel 2008, dopo non essere stato accolto in occasione delle politiche di quell’anno dalla Casa delle Libertà, per la elezione del Consiglio provinciale con Aniello Cimitilepresidente, il Pd, sempre alternativo a Mastella, finirebbe per essere un comprimario dell’attuale sindaco di Benevento, se si alleasse con lui.
A questo punto, egregio ex mastelliano, rispetto a chi il Pd sarebbe alternativo? Rispetto al Movimento 5 Stelle, la formazione con cui, sul piano nazionale ,il Pd sta costruendo una alleanza? O rispetto a Forza Italia, la ancora modesta formazione, pure alternativa a Mastella, che ha eletto in Francesco Maria Rubano il proprio deputato, beneficiando della forza trainante, almeno per il momento, di Fratelli d’Italia?
In sintesi, tutta l’operazione, auspicata dall’ex mastelliano, dovrebbe consentire a Mastella di restare a galla, consentendogli di continuare ad aver un suo uomo alla guida della Provincia. Perché alla elezione del Consiglio provinciale e del rispettivo presidente che si svolgerà, questa volta, con suffragio universale, si riferiva l’ex mastelliano. Ma, evidentemente, si riferiva anche alle europee, dove ogni forza politica corre per sé, nella misura in cui conta di superare lo sbarramento del 4%, poiché in tale competizione vige il sistema proporzionale con l’espressione della preferenza. Infatti, Noi di Centro, dopo la pessima figura rimediata alle politiche dello scorso 25 settembre, è ben lontano dal superamento di tale sbarramento, sicchè ha bisogno di essere “ospitato” da qualche formazione politica maggiore, in questo caso, secondo l’ex mastelliano, il Pd. Per le regionali, altro riferimento elettorale dell’ex mastelliano, che si celebreranno di qui a due anni, non c’è problema, dal momento che ogni formazione politica porta voti alla coalizione di appartenenza. Resta da vedere, però, se Mastella, da buon viandante, allora sarà ancora nel centro sinistra.
Se il signore intervistato dal Mattino, si è allontanato daMastella, per dissapori nei suoi confronti e per non condivisione della sua linea politica, non dovrebbe favorire alleanze con lui per garantirgli una sopravvivenza politica. Ecco perché, secondo la nostra percezione, questo signore sarebbe una quinta colonna di Mastella nei Pd.
Ora, Mastella si fa forte verso il governatore della Campania per avergli portato in dote, nella competizione del 2020, “oltre 100mila voti”, una cifra che viene così esaltata dall’ex mastelliano, quasi a magnificare il peso di Mastella in Campania.
Ma l’ex mastelliano non sa, o finge di non sapere, che quei voti sono stati conquistati dalle persone che Mastella ha candidato nelle sue liste, contrassegnate allora da Noi Campani, la precedente formazione politica di Mastella. Se veramente Mastella conta 100mila voti in Campania, perché nella nostra regione Noi di Centro alle ultime politiche non ha avuto la stessa quotazione elettorale, posizionandosi invece ben al di sotto di quella cifra, considerato che la moglie, la signora Sandra, ha ottenuto, nel collegio uninominale per la Camera (Benevento- Alto Casertano),21.684 voti, conquistando un terzo posto, dietro il neo deputato Rubano e la pentastellata Sabrina Ricciardi.
Dall’intervista si apprende che l’ex mastelliano, nella misura in cui vuole, alleati a Mastella, anche le altre formazioni minori, preferisce le ammucchiate, aggregazioni che non fanno chiarezza politica, ma che si dissolvono, se non regge il sistema di spartizione del potere, proprio perché non hanno una base politica.
Non sappiamo se il pensiero dell’ex mastelliano sia condiviso da chi aveva favorito la sua adesione al Pd, cioè Stefano Graziano, divenuto deputato grazie soprattutto agli oltre 15mila voti espressi dal Pd nel Sannio, poiché nel suo hinterland, quello di Aversa, Casapesenna, Villa Literno, Casal di Principe, ha raccolto poco.
Ma anche se Carmine Agostinelli chiede alleanze, mentre dà la dimensione del peso di Noi di Centro, che aggregherebbe una ventina di fasce tricolore rispetto alle 55 sbandierate quando furono presentati i candidati alle ultime elezioni politiche, per sostenere che non si può prescindere dalla formazione politica di cui ha la guida nel Sannio, Mastella fa affiggere un manifesto nel quale fa capire che si fida dei suoi sostenitori, dopo che un sondaggio de Il Sole 24 Ore, commissionato al sondaggista Noto, lo posiziona come il sindaco più amato della Campania e tra i primi dieci in Italia. Noto, però, è anche il sondaggista che, prima delle elezioni amministrative di Benevento, aveva dato a Mastella una ottima posizione nel gradimento tra i sindaci italiani. Sta di fatto che, se Mastella non avesse avuto in soccorso tre consiglieri comunali dem su cinque, i quali hanno presentato una lista in suosostegno, e, se, soprattutto, Giuseppe Conte avesse fatto presentare la lista al Movimento 5 Stelle, avrebbe visto col cannocchiale la sua rielezione a sindaco di Benevento, ottenuta con uno scarto di appena 787 voti, che gli hanno fatto superare il 50%.
Alcuni mesi fa fece affiggere una manifesto dello stesso tenore, quando disse che Benevento, secondo il ministro Fitto, aveva programmato l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal PNRR, un dato che poi si sarebbe rilevato inattendibile. Ma non ha fatto affiggere un manifesto per rendere noto il primato conseguito da Noi di Centro alle ultime politiche. Eppure, in una seduta consiliare dello scorso mese di luglio, avrebbe detto, rivolto a consiglieri di opposizione, che qualunque coalizione avrebbe vinto contro di loro.

Per costruire consenso in suo favore, Mastella continua ad utilizzare Benevento Città Spettacolo, dal momento che il direttore artistico della rassegna, Renato Giordano, favorisce l’esibizione di tutti i beneventani che si fanno avanti. L’anno scorso abbiamo assistito ad una esibizione canora alla Rocca dei Rettori da parte di persone che con il canto non avevano nulla in comune. Quest’anno abbiamo assistito alla danza del ventre.
Di questo passo, arriveremo a vedere il tiro della fune, la corsa nei sacchi, la rottura della pignatta e il palo della cuccagna. Insomma, Benevento Città Spettacolo non è più la rassegna pensata da Ugo Gregoretti, il suo ideatore. Il compianto regista, direttore artistico dei primi dieci anni di Benevento Città Spettacolo, aveva dato priorità alla rassegna teatrale a tema, favorendo anche la rappresentazione di prime nazionali. La rassegna, che si svolgeva nei primi giorni di settembre, non veniva affatto oscurata dalla contemporanea programmazione della mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia, poiché gli spettacoli della rassegna gregorettiana venivano recensiti dalla stampa di tiratura nazionale.
Oggi, Benevento Città Spettacolo non è neanche una rassegna di livello regionale. Renato Giordano, nel presentare la XLIV edizione della rassegna, ha detto che “Città Spettacolo cambia come cambia il mondo”.

Ma pare che il teatro sia sempre teatro. “In questi tempi di emergenza educativa”, scrive in una sua nota la consigliere diCivico 22, Giovanna Megna, il teatro appare come un potentissimo strumento pedagogico, oltre che culturale: soprattutto nei primi anni di vita, sostiene lo sviluppo dell’empatia, del pensiero creativo, così come contribuisce alla relazione genitoriale. L’esperienza di condivisione genitore/figlio non si conclude con la chiusura del sipario, ma continua nello scambio di riflessioni ed emozioni condivise, un tempo ‘insieme’ e di qualità, che sappiamo essere sempre più scarso nel quotidiano”.


Rispetto alla rassegna pensata da Gregoretti, austera per elezione, si è preferito dare a Città Spettacolo un taglio diverso, che coinvolgesse la partecipazione popolare in un clima di festa, come avviene nelle feste religiose e nelle sagre paesane. Ma anche il BCT (Benevento Cinema e Televisione) richiama una notevole partecipazione popolare. Tuttavia, il festival di Frascadore, attestatosi su di un livello superiore a quello di Città Spettacolo, si è posizionato tra i 10 migliori festival italiani. Ed è appena giuntoalla settima edizione.
Città Spettacolo, che, come dicevamo, a mala pena riesce ad avere una dimensione di respiro regionale, diventa sempre di più, per le ragioni anzidette, una rassegna mastelliana. Non a caso, Alfredo Salzano, giornalista di TV7, nel corso dello spettacolo che, il 30 agosto in piazza Federico Torre, ha tributato un omaggio a Renato Carosone, nel salutare il sindaco che si era soffermato nei pressi della piazza, ha riconosciuto in lui il successo della XLIV edizione della rassegna.
I flussi di gente a passeggio sono stati, infatti, considerevoli. Il sindaco, visionato il drone in uno dei giorni della rassegna, ha parlato di una presenza di 50.000 persone, quasi quante ne ha la città di Benevento. Probabilmente, però, il sindaco ha messo uno zero in più, come ha osservato qualcuno.
Oggi, manifestazioni del tipo cui si è ridotta la Rassegna Città Spettacolo, sono viste come sostegno all’economia. Infatti, il Comune di S.Giorgio del Sannio aveva manifestato un certo disappunto per il fatto che il concerto di Geolier, differito alla sera del 31 agosto, poiché era prevista pioggia la sera del 29 agosto, quella programmata per l’esibizione del cantante rapper, avrebbe nuociuto notevolmente alla notte bianca, programmata per il 31 di agosto da predetto Comune di S.Giorgio. Così, il sindaco di Benevento e quello del Comune limitrofo sono addivenuti ad un accordo, nel senso che la notte bianca sarebbe stata celebrata il primo di settembre e l’esibizione di Geoliersarebbe stata differita alla sera del 3 settembre.
Ma la sera del 29 agosto non è più piovuto. Un paio di spruzzatine di pioggia, di brevissima durata, si sono avute la sera precedente, quando si è esibito Gianni Morandi, bagnando lievemente gli spettatori, per lo più provvisti di ombrelli, che avevano gremito piazza Risorgimento.
Però, appena finito il concerto, durato due ore, vi è stata una breve pioggia torrenziale, quasi come se ci fosse stato una tacito patto tra il Padre Eterno e Mastella, al fine di garantire la riuscita del concerto, senza che la rassegna subisse intoppi, per il buon nome dell’organizzazione e, quindi, del sindaco, nato con la camicia. Peraltro, l’esibizione di big della musica leggera era prevista anche da Gregoretti, nello stadio di Santa Colomba, non ancora intitolato a Ciro Vigorito, al termine di ogni rassegna. Ma, oltre alle rappresentazioni teatrali, al cinema in piazza e ai concerti al termine delle rassegne, durante il periodo gregorettianodi Città Spettacolo non ci è capitato di vedere stand, tipo quelli di Campagna Amica, che quest’anno, in piazza IV novembre, hanno confezionato panini, varie pietanze e preparato lunghe file di bruschette, a condire le quali una volta si è esibito Mastella.
Questa è la rassegna voluta da Mastella, sulla quale non abbiamo nulla da eccepire, se non per dire: non chiamatela Benevento Città Spettacolo, perché la Città Spettacolo creata da Gregoretti è altra cosa.
Giuseppe Di Gioia



