Il BCT Music Festival continua i suoi spettacoli con la OFB e con Stefano Bollani, il pianista che ha incantato il pubblico del Teatro Romano

 Il BCT Festival ci ha regalato una serata  in compagnia della buona musica, con protagonisti eccezionali.

 Infatti, Stefano Bollani ha suonato insieme all’OFb, facendoci ascoltare, di G. Gershwin,  “Rapsodia in blu”, famosissima perché, in un solo brano, sono fusi la musica jazz e quella colta. Con essa, l’autore voleva presentarci la vita di New York, quella cioè  tipicamente americana, e per questo, in un primo momento,  Gershwin voleva chiamarla “American Rhapsody”, vissuta dal Maestro “come una sorta di multicroma fantasia, un caleidoscopio musicale dell’America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra pazzia metropolitana”. 

 Durante l’esecuzione riflettevo sui riconoscimenti, a giusto merito avuti da Bollani: quello di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, conferitogli «di iniziativa del Presidente della Repubblica», il 30 dicembre 2016; quello relativo alla laurea honoris causa in musica jazz, da parte del Berklee College of Music, il 15 luglio 2010; e ancora quello con cui ha conquistato il Gonfalone d’argento della Regione Toscana.

 E’ stato inoltre nominato “Cittadino onorario di Napoli”, ancora  Membro onorario del Collegio italiano di Patafisica e Gran Visir del Sultanato dello Swing. 

 Al termine dell’esecuzione della “Rapsodia”, Bollani si è poi rivolto al pubblico, chiedendogli: ”Se siete d’accordo vi eseguo quale bis un brano di un musicista italiano, un compositore di musica da camera, sinfonica, Nino Rota”, dal titolo   “Passerella di 8 e mezzo”.

 Quasi a voler punire il pubblico presente, per aver scelto di assistere al suo concerto, quale grande showman, ha poi proseguito dicendo: ”Ve lo siete cercato…Vi suonerò “Per  Elisa“ di L. Van Beethoven, nella versione  del disco un 78 giri di mio nonno, un pezzo così lungo che continuava anche sul lato B, ed io vorrei farvelo ascoltare così. Nel dubbio ve lo riporto”. L’imitazione delle note sul giradischi che si incantava è stata perfetta. Infatti, come promesso,  lo ha eseguito,  così come lo ascoltava da piccolo, sul giradischi del nonno, che si incantava continuamente.

 L’artista ha così dimostrato di essere un ottimo conduttore,  non solo fortemente preparato nella materia, ma di avere anche  una grandissima dose di humor. Infine,  ha suonato e coinvolto il pubblico nel brano successivo dal titolo “Tico – tico”, un samba, composto da Abílio Antônio da Fonseca

nel quale ha coinvolto gli astanti con l’accompagnamento del battito delle mani, durante la suonata al pianoforte.

  Dopo questo momento goliardico, che ha accompagnato la grande musica, magistralmente eseguita, la serata è proseguita con l’esecuzione di “Un americano a Parigi”, di G. Gershwin diretta dAl M° Nicolò Jacopo Suppa , che è stato protagonista anche della prima parte della serata, in cui ha diretto, come da programma, la” Ma Mére l’Oye”, una suite di Maurice Ravel, che fu scritta originariamente per pianoforte a quattro mani. Successivamente,  l‘autore la modificò, facendola eseguire dall’orchestra.

 Sono stati suonati tutti e cinque i brani da cui essa è composta: la “Pavana della Bella addormentata nel bosco”, “Pollicino”, ”Laidoranette , imperatrice delle pagode”, “Les Entretiens de la Belle et la Bete”, ”Le Jardin feerique”.  

 Quando  il compositore presentò  questa opera spiegò: ”Il proposito di evocare in questi pezzi la poesia dell’infanzia, mi portò naturalmente a semplificare il mio stile e a raffinare i miei mezzi espressivi”. 

 Da esso, fu tratto anche un balletto in cui furono aggiunti due nuovi pezzi introduttivi, il “Preludio” e la “Danza del filatoio e scena”.

 Di questo giovane maestro, Jacopo Suppa, under 30,  dobbiamo ricordare che é pronipote del soprano Margherita Rinaldi e nipote del fagottista Virginio Bianchi. Si è  diplomato in viola al conservatorio di Milano, brillantemente in composizione e in direzione d’orchestra con il massimo dei voti. Studia inoltre violino, pianoforte e canto lirico e collabora con le maggiori orchestre sinfoniche.

 Abbiamo anche potuto capire che non è stato certo un caso che siano stati suonati i due musicisti: Ravel e Gershwin, perché quest’ultimo scrisse la sua opera proprio durante il suo viaggio in Europa, a stretto contatto con Ravel, che ammirava in una maniera particolare. Ricordiamo che dall’opera fu tratto l’omonimo film che ricevette ben sei  premi Oscar.

 Ringraziamo ancora l’organizzazione della serata, in particolare l’OFB, insieme a tutti gli sponsor per averci dato, in questo inizio estate, un’occasione straordinaria, per ascoltare un’ottima  musica.

 Appuntamento al 14 luglio per l’omaggio a Fabrizio de Andrè ed il 16 luglio con la “Carmen e Bolero”, sempre al Teatro Romano di Benevento.

 Per l’acquisto dei biglietti rivolgersi sul sito: www.ofb.it; www.festivalbeneventocinema.com, o presso il Caffè Le Trou, in Corso Garibaldi di Benevento.

Maria Varricchio

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