Il Sindaco di Ginestra degli Schiavoni: “Mi trovo costretto ad intervenire, al fine di fare chiarezza una volta per tutte sulle motivazioni per le quali il 118 si trova da oltre 20 anni Ginestra degli Schiavoni”
La lettera inviata ad alcuni sindaci del Fortore da parte del gruppo consiliare di minoranza “Terre di Lavoro” di San Giorgio La Molara, contenente addirittura una proposta di convocare i Consigli comunali per suggerire il dislocamento del presidio 118, mi ha lasciato a dir poco esterrefatto. Perché vantarsi di avere tra le mani la soluzione ai problemi relativi alla demedicalizzazione delle ambulanze, senza aver opportunamente approfondito la questione, denota presunzione ed approssimazione: è un po’ come se ci si presentasse ad un importante esame non solo senza essersi prenotati, ma senza neppure aver studiato. Quanto asserito dai quattro consiglieri di opposizione è alquanto bizzarro, e fa emergere un certo modo di fare supponente e spicciolo teso solo a cercare attenzione, ma col risultato di creare solo ulteriore confusione. Innanzitutto, i consiglieri comunali di minoranza dimostrano di non conoscere la sfera di competenza dei Comuni e questo è già di per sé un fatto abbastanza grave. Ci sta che uno dei tre possa essersi avventurato in una discussione in maniera superficiale e frivola, ma l’idea che gli altri lo abbiamo seguito a scatola chiusa, sottoscrivendo la missiva senza prima chiedergli conto e documentarsi, è davvero imbarazzante. Secondo loro tutti i direttori generali, i dirigenti, commissioni e strutture tecniche che si sono alternati in oltre 20 anni tra Asl e Regione Campania retta nel tempo da schieramenti politici sia di destra che di sinistra, sono tutti ignoranti ed incapaci. I consiglieri di minoranza di San Giorgio non si sono degnati minimamente di chiedere informarsi sul tema e l’unico risultato raggiunto è stato quello di alimentare ulteriormente la confusione su un argomento serio e delicato, trattato alla stregua di una chiacchiera da bar.
Pertanto mi trovo costretto ad intervenire, al fine di fare chiarezza una volta per tutte sulle motivazioni per le quali il 118 si trova da oltre 20 anni Ginestra degli Schiavoni senza che nessuno mai, prima dei solerti consiglieri di minoranza di San Giorgio al Molara, si sia lamentato o abbia scovato argomentazioni valide per opzioni diverse. La scelta di fissare i presìdi Saut a Ginestra degli Schiavoni ed a Foiano prima e San Bartolomeo poi, ovvero ai due estremi per delimitare basso e alto Fortore, è stata fatta a metà degli anni 90, con ottimi risultati, ovviamente con cognizione di causa, e al termine di una dettagliata analisi del territorio da parte di tecnici che non erano certamente dei folli tanto che il servizio del 118 è una delle poche cose ad aver funzionato in questo territorio.
E non serve una specializzazione per capire che il ragionamento sulla baricentricità applicato alle dinamiche sanitarie non è quello classico dello stare in mezzo ma va individuato rispetto all’obiettivo del raggiungimento del presidio ospedaliero di Benevento, e cioè per arrivarci il prima possibile, evitando alle ambulanze di girare e rigirare per le strade del Fortore dovendo tornare indietro se si partisse dal centro. Il miglior posizionamento del Saut, quindi, va stabilito in ordine al raggiungimento della sede ospedaliera, e non considerando come sono dislocati i comuni interessati.
Quel che conta, in questi casi, è partire dal punto ideale per raccogliere l’infermo sulla direttrice, e proseguire verso l’ospedale senza l’obbligo di tornare indietro. Per quel che riguarda il bacino d’utenza, la suddivisione tra Ginestra e San Bartolomeo è perfettamente confacente alle esigenze dei comuni, perché quando è stata ideata, per il basso Fortore, riuniva i famosi 5 comuni del tratto 90 bis, ovvero Castelfranco in Miscano, Montefalcone, Ginestra, San Giorgio La Molara e Buonalbergo, tutti paesi raggiungibili da Ginestra, in tempi di percorrenza, tra i 10 e i 25 minuti. Partendo Ginestra, situata più in alto di tutti, l’ambulanza che percorre la strada verso il nosocomio non ha bisogno di deviazioni o inversioni. Si tratta di un modello organizzativo utilissimo, riconosciuto da tutti come il miglior possibile e che nessuno ha mai messo in dubbio prima dei quattro moschettieri sangiorgesi. I quali, se fossero andati a fondo alla questione, avrebbero dimostrato di essere quantomeno in buona fede. E avrebbero evitato una magra figura in merito ad una proposta approssimativa, scorretta, inconferente e irricevibile sul piano politico, istituzionale e soprattutto amministrativo, visto che non sono certo primi cittadini, Giunte e Consigli comunali a decidere al riguardo. Ma invece hanno preferito ergersi a paladini del territorio, pensando a coltivare il proprio orticello, preferendo buttarla in caciara e confondere le idee alle persone, piuttosto che arricchire il dibattito utilizzando contenuti seri, razionali e aderenti alle esigenze dell’intera collettività.
E’ tutto abbastanza semplice da comprendere, per questo mi meraviglio di come sia stato possibile partorire una simile castroneria: il baricentrismo può valere nella logistica, nella definizione dei migliori corridoi per i trasporti su ruota e su gomma, ma nelle valutazioni sugli interventi di primo soccorso non c’entra un fico secco.
La visione, questa sconosciuta.
EDI BARILE, SINDACO DI GINESTRA DEGLI SCHIAVONI