Raffaele Pengue – Associazione “Oltre”: ‘ Guardia Sanframondi, una “strada” che… non c’è ‘

Ma chi l’ha detto che la vergogna non si può misurare. A Guardia misura un centinaio di metri (110 metri, per l’esattezza). La lunghezza esatta di una “strada” lastricata di incapacità e di soldi pubblici. Tanti. Spalmati nell’arco di oltre un ventennio. Perché questo “sterrato”, oltre che salato, verrà ricordato pure per i tempi quasi biblici della sua (non) costruzione. In mezzo ci sta di tutto, lunghe cause legali, una sfilza di varianti in corso d’opera che – nella logica del consenso – ne hanno snaturato il progetto iniziale, tra intoppi burocratici, cavilli sorti sulle espropriazioni, fondi a disposizione gravitati, ed infine una repentina quanto improvvisa scomparsa dell’ente Comune. 

È una storia singolare quella che riguarda il prolungamento di via Parallela. Una fine indecorosa per una zona di Guardia dalle più nobili ambizioni. Da più di 20 anni solo una distesa di breccia e buche, erbacce e rifiuti, lasciata all’incuria, e senza nemmeno una lingua di asfalto. Il pericolo, dice chi ci vive, non c’è solo per le sospensioni e le ruote delle vetture ma soprattutto per le caviglie delle persone che la percorrono. Mai completata, senza illuminazione, senza sottoservizi e servizi primari, come le reti di energia elettrica, gas, telecomunicazioni e fognature, destinata a viabilità comunale ma mai aperta: “sparita” tra inerzia e burocrazia. Costretta all’oblio e a finire nell’album degli orrori tutto guardiese, colmo di immagini di opere incompiute, strade bloccate da crolli improvvisi, trazzere di campagna assurte (loro malgrado) a disagevoli boulevard. Il prolungamento di via Parallela oggi è soltanto una strada senza uscita che, nei progetti iniziali, si sarebbe dovuta unire alla ex statale 87. Un progetto rimasto incompiuto, con i residenti costretti in queste ore a sollecitare l’occhio severo della Magistratura nell’intento di fare luce su una vicenda assurda e sintomatica di una certa pratica fatta di clientele, sprechi e incapacità. Per nulla inusuale nella terra dei Sanframondo. Una denuncia per cercare di mettere chiarezza su una vicenda dai tristi contorni

Ventidue anni (e gli stessi attori sulla scena amministrativa) per costruire una strada, una strada che… non c’è.

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