La inettitudine delle amministrazioni dei maggiori enti locali controllate da Mastella
I signori che governano Benevento hanno sempre detto, quando sono arrivati a Palazzo Mosti, di aver trovato degli sfaceli causati dai loro predecessori. Ammesso, e non concesso, che ciò sia vero, loro li hanno superati, se solo parliamo degli ultimi accadimenti.
Volevano fare entrare la SAMTE (Sannio, Ambiente e Terrirorio) nella gestione del ciclo dei rifiuti programmato dall’Ato (Ambito Territoriale Ottimale). Nella seduta consiliare del 13 febbraio del Consiglio comunale, avevano approvato, con molti distinguo da parte di molti consiglieri di maggioranza, una prima tranche (7 pagamenti) di debiti fuori bilancio. Un debito, molto discusso, evidentemente di dubbio riconscimetento, riguardava un credito vantato dalla SAMTE nei riguardi del Comune di Benevento. Il pagamento di questo debito, contestato anche se approvato da molto consiglieri di maggioranza, come dicevamo, avrebbe consentito alla SAMTE di evitare il fallimento.
Ma, riconosciuto il debito, La Provincia, di cui la SAMTE è una partecipata, preme, con voto unanime anche del Consiglio, per fare entrare la sua società nella gestione dei rifiuti dell’ATO.
Solo en passant, per dare l’idea della inettitudine di coloro che amministrano la città di Benevento, diremo che, nella seduta consiliare del 29 marzo scorso, l’amministrazione ha posto al riconoscimento del consesso cittadino il riconoscimento di altri debiti fuori bilancio. Ebbene, solo per fare qualche esempio, diremo che un debito di 3 euro è lievitato a 10.000 euro (Antonio Picariello, un fuoriuscito di Città Aperta e passato nel gruppo misto per sostenere la maggioranza, ha detto che “è l’ultima volta che voto per riconoscere cose del genere”).
Per quanto riguarda, la gestione dei rifiuti, sembrava che la SAMTE fosse stata messa da parte, dopo che il sindaco Mastella si era reso promotore, presso il suo amico notaio Gerardo Santomauro, con studio in Benevento, per la costituzione della SEAM, “la nuova società”, leggiamo in un comunicato del 27 marzo, “di servizi ambientali , a totale capitale pubblico, voluta dalla’ATO dopo che il presidente di questo ente, il mastelliano Pasquale Iacovella, sindaco di Casalduni, nel cui territorio ha sede lo STIR, ha rifiutato di acquisire la SAMTE, la precedente partecipata della Provincia di Benevento che si occupava della complessa gestione del ciclo dei rifiuti in territorio sannita”.
La costituzione di questa nuova società, voluta dal presidente dell’ATO, non avrebbe riscontrato i favori del presidente della Provincia, il mastelliano Nino Lombardi, sindaco di Faicchio, e del presidente dell’organismo di liquidazione della SAMTE, Domenico Mauro.
Addirittura, la questione potrebbe avere degli strascichi di natura giudiziaria. Ma sulla vicenda fa chiarezza un comunicato dei consiglieri comunali di Alternativa per Benevento.
Eccone il testo integrale.
“Come era prevedibile la gestione del ciclo dei rifiuti si è impantanata nel groviglio di contraddizioni che abbiamo da tempo denunciato. Ora l’Ente d’Ambito minaccia addirittura azioni legali nei confronti della Provincia. La Provincia ribatte a muso duro, e invoca l’intervento della Regione per fare chiarezza sulle procedure seguite dall’Ambito. Il Comune di Benevento, dopo aver impegnato cospicue risorse, incassa senza batter ciglio la sconfitta della linea- propugnata in primis dal Sindaco Mastella- che puntava al rilancio della Samte. Inutile ricordare come tutti i protagonisti della vicenda appartengano allo stesso schieramento politico. Ciò nonostante, la totale assenza di visione strategica, l’improvvisazione e le lotte intestine di potere , hanno portato a sprecare quella che poteva essere una grande occasione: la gestione interamente pubblica, dalla A alla Z, del ciclo integrato dei rifiuti nel Sannio, valorizzando il ruolo delle partecipate già operanti nel settore. Un disegno ambizioso in cui candidare la stessa ASIA a svolgere su tutto il territorio provinciale la prima fase del servizio, quella di raccolta e trasporto dei rifiuti. Si è arrivati, invece, alla soluzione “spezzatino”: la discarica di S.Arcangelo in concessione al privato; la nuova società SEAM proiettata nella conduzione operativa del sito di Casalduni e poco altro; il servizio di raccolta e trasporto , addirittura frammentato, con buona pace delle economie di scala, in tanti sub ambiti territoriali, e anch’esso destinato ad essere affidato a ditte private. E così un passaggio cruciale, che poteva risolversi in un riassetto del servizio con grandi benefici per la collettività, e sensibile riduzione delle tariffe, è stato oscurato dalla assoluta mancanza di indirizzi strategici e qualità progettuale.E’ venuta del tutto meno la politica, incapace di scegliere una precisa direzione di marcia, e messa ai margini da strutture tecniche e aggregazioni professionali.A farne le spese, come sempre, gli incolpevoli disamministrati”.
Giuseppe Di Gioia