Bruno Venturini, nel concerto al Teatro Comunale di Benevento, ripercorre la sua vita
Nel Teatro Comunale “Vittorio Emanuele” di Benevento, Bruno Venturini è stato protagonista di un omaggio alla canzone napoletana classica, con l’accompagnamento musicale della NapolisAcoustis Ensemble. Lo spettacolo, ideato da Salvatore Venturini, uno dei figli del noto tenore, che ha curato anche la regia, è stato condotto da Franco Esposito.
Il concerto era stato programmato una prima volta per la sera dell’Epifania e poi è stato spostato al 18 febbraio, ma non ha avuto una presenza di pubblico folta così come gli artisti avrebbero meritato.
Il livello artistico è stato indubbiamente molto alto, la bellissima voce di Venturini è stata accompagnata da questa giovane ensemble, composta dai M° Enzo Celentano al piano ed al synth; Ottavio Gaudiano al contrabbasso; Fabrizio Giordano al violino ed al mandolino; Lorenzo Marino alla chitarra, che ha curato anche gli arrangiamenti ed è docente presso il Conservatorio “N. Sala” di Benevento dell’unico corso in tutta l’Europa per la storia della musica napoletana; Dario Mennella alla batteria ed alle percussioni; Luca Petrosino alla mandola e Eduardo Robbio al mandolino, i quali sono stati protagonisti dell’intermezzo strumentale in cui sono stati eseguiti: “La tarantella”, di Luigi Ricci e, di Raffaele Calace, abbiamo ascoltato: “Tarantella” e “Rimembranza Napoletano” (op. 17), brani che hanno mandato in visibilio il pubblico, il cui entusiasmo è stato premiato da un bis fuori programma, elegantemente richiesto da Franco Esposito. Dopo un breve consulto l’Ensemble ci ha regalato “La Danza“, celeberrima tarantella di Gioacchino Rossini. Le esecuzioni sono state precise ed indimenticabili.
Lo spettacolo si è svolto per così dire a tavolino, perché Esposito, quale conduttore, ha intervistato Venturini, chiedendogli della sua vita e consentendo, quindi, al celebre tenore di intrattenerci piacevolmente, nell’alternare al racconto della sua vita, quei brani che ne hanno segnato il passo.
Di qui, vi sono state le esecuzioni dei migliori brani della canzone napoletana, iniziando con “Malafemmena” di Totò ( ci ha raccontato come aveva conosciuto il Principe della risata); “Suspiranno” di Ernesto Murolo e “Silenzio Cantatore” di Libero Bovio. In quest’alternanza di racconti e canzoni abbiamo seguito le vicende della sua vita, laddove ci ha parlato del suo stato di orfano in tenerissima età e di come abbia iniziato a cantare, grazie al fortunato incontro con Mario Lanza a Roma, al mercato di Porta Portese, dove lui e il fratello Giuseppe vendevano le maglie ai passanti, passanti che Bruno cercava di avvicinare, con le sue esecuzioni. Ne è seguito il racconto della sua vita,
Lanza gli regalò 10 dollari autografati e lo esortò a studiare, cosa che fece una volta ritornato a Salerno. Studiò, infatti, con al M° Fanale ed il M° Giorleo. Più tardi conoscerà anche un altro grande interprete della canzone napoletana, Sergio Bruni, che sarà poi il suo testimone di nozze.
Il sodalizio tra i due continuò ancora ben vent’anni dopo, quando Sergio Bruni gli chiese di incidere “Carmela” nella sua Antologia della Canzone Napoletana, brano che abbiano ascoltato insieme a Reginella di Libero Bovio .
Ci ha eseguito poi il celeberrimo “Munasterio’e santa Chiara” di quello che è stato il suo secondo padre: Michele Galdieri, autore del brano e di molti testi teatrali, mentre di Ernesto Murolo ci ha fatto ascoltare “Tarantelluccia”.
Altro grande incontro fu quello con i coniugi Kennedy, nel 1962, l’anno in cui il presidente degli Stati Uniti e la First Lady, Jackie, trascorsero una vacanza in costiera amalfitana, precisamente a Ravello. Jackie amava molto “Torna a Surriento” e “Funiculì, Funiculà”, e non perdeva occasione per ascoltare questi brani dalla viva voce di Bruno Venturini.
Di qui, due anni dopo alla Brooklyn Academy of Music, il debutto negli Stati Uniti, in quello stesso continente in cui un altro grande della musica italiana, sia della canzone napoletana che dell’opera lirica, era stato ambasciatore: Enrico Caruso, che il nostro tenore ha voluto omaggiare con “Caruso” di Lucio Dalla. Con questa canzone sono stati compresenti tre grandi della musica italiana: Lucio Dalla, Caruso, e Venturini. Non poteva mancare l’omaggio culinario a Napoli, con “‘A tazza ‘e cafè”, con le immagini dello storico caffè Gambrinus a Piazza Plebiscito, a Napoli, sul grande schermo che, per tutta la durata dello spettacolo con le immagini ha accompagnato la presentazione della vita di Venturini, le cui animazioni ed il video sono stati curati da Mimma Amoroso. Il palcoscenico ne è risultato gradevolmente arricchito, perché sullo schermo abbiamo potuto vedere le foto dei vari protagonisti, di tutte quelle persone che Venturini ha incontrato nella sua vita e che l’hanno segnata in maniera indelebile.
Non potevano mancare :”Anema e core” e “Passione” ed il ricordo dello zio materno di Venturini: Sant’Alfonso Maria Fusco, di Angri. Egli fu prima beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 2001 e poi proclamato Santo in Piazza S. Pietro da parte di Papa Francesco, nel 2016, rivedendolo così dopo il loro primo incontro a Buenos Aires , in Argentina, nel lontano 1977. Venturini ha avuto così modo di conoscere di persona due figure immense della Chiesa Cattolica. Con Papa Francesco si è abbracciato ed hanno pianto insieme per la commozione, quando il tenore ha cantato Chiove (‘A canaria), che sembra proprio una preghiera, e Furturella.
Venturini ha ricordato l’incontro con Gorbaciov e Raissa per lanciare il brano “Dicintecello vuje“ e “Simmo ‘e Napule.. Paisà”. Lo spettacolo si è concluso con “O sole mio”, una delle più antiche canzoni napoletane.
Come ci aveva promesso in apertura di spettacolo, Franco Esposito, il tenore Venturini ci ha emozionati, con la buona musica, con le sue ottime interpretazioni, e con l’augurio da parte nostra, che si realizzi durante l’estate un grande concerto al Teatro Romano di Benevento, in modo tale che possano partecipare molti spettatori. Venturini ha ribadito di adorare i beneventani e Benevento, ed ha ricordato, con particolare affetto, il periodo in cui era sindaco Antonio Pietrantonio. E’ stato felice che la ripresa dell’attività canora sia avvenuta con questo concerto, dopo la morte della sua amata Filomena. Ed è stato un grande ritorno.
Maria Varricchio