L’InCanto di Natale ha offerto ”Lo Schiaccianoci”, eseguito dal Balletto di Carmen Castiello
Ancora una meravigliosa esperienza, quella che abbiamo vissuto sabato scorso presso il Teatro Comunale di Benevento, con “Lo schiaccianoci” di Ciajkovskij, presentato dalla Compagnia di Danza Balletto di Benevento di Carmen Castiello, ”il cui nome è una garanzia”, come recita il vecchio adagio.
Con le sue coreografie e la bravura dei suoi ballerini, abbiamo assistito al tripudio di colori, dei costumi indossati, tutti scelti, con grande cura, per darci l’impatto visivo, di quello che i ballerini rappresentavano, insieme alla leggerezza delle loro movenze.
L’intramontabile bellezza dei suoni, ricordiamo che è questo uno dei lavori più belli del musicista russo, il tutto armonicamente amalgamato dalla bravura di Carmen Carmen, che ha minuziosamente curato anche i particolari delle scene e dei costumi, oltre ovviamente alle coreografie, che sono state riprese insieme a Giselle Marucci e ad Ilaria Mandato,
La regia e le luci dello spettacolo sono di Linda Ocone, le scenografie sono state affidate a Giovanni Calicchio, che ha manifestato la sua bravura in un minuzioso allestimento e ricchezza nelle scene, in cui nulla è lasciato al caso, come da sempre si riscontra nei lavori di Carmen: pensiamo al lampadario sul quale sono stati sistemati i libri, la ricchezza dei doni sotto l’albero, i due meravigliosi candelabri.
La Compagnia ci ha dunque offerto la fiaba de “Lo schiaccianoci”, un soldatino di legno, che fu fabbricato dalle popolazioni ceche, e rappresentava un atto di ribellione nei confronti della dominazione tedesca, che imponeva tributi e tasse, sempre più gravosi. Si trattava dunque di una vera e propria pacifica contestazione. Dunque in Germania lo schiaccianoci è diventato sinonimo di protezione e prosperità in famiglia, per questo veniva regalato ai bambini.
Anche la nostra protagonista Claire, ne riceve uno in dono, dono che le regala anche un sogno, quello di un mondo magico, dove i giocattoli prendono vita. In particolar modo, lo Schiaccianoci diventa un Principe, che nell’immaginario infantile è colui il quale salva le persone dalle situazioni scomode, pericolose e a volte scabrose. Infatti, lo schiaccianoci diventerà un Principe, che combatte contro il Re Topo e gli salva la vita. La danza ci ha trasmesso, con il suo linguaggio, il momento della lotta ferocia tra le due fazioni. Nell’immaginario di Claire, c’è un mondo in cui solo i buoni vincono. Pensiamo al Principe che sconfigge le truppe del Re Topo, cui fa seguio il viaggio nel mondo dei dolciumi.
Qui incontra la fata Confetto e tutti i suoi sudditi: i ballerini interpretano bene il the cinese, con la corrispondente danza; il caffè d’Arabia; il cioccolato, con la sua danza spagnola; i bastoncini di zucchero, che eseguono la Danza russa di Trepak; i dolci di marzapane con la Danza degli Zufoli, ovvero una Pastorale; e le gocce di rugiada, con le ghirlande dei fiori, che si muovono leggere e soavi.
La voce recitante di Maurizio Tomaciello ha letto i testi di Linda Ocone, stretta collaboratrice della M° Castiello, con i quali siamo stati guidati nel balletto natalizio musicato da Ciajkovskij, il quale “seguì minuziosamente le indicazioni del coreografo Marius Petipa e, in seguito, quelle del suo successore Lev Ivanov”.
Ricordiamo che “Il balletto fu commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij, e la storia deriva dal racconto ‘Schiaccianoci e il re dei topi’ di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, nella versione soft di Alexandre Dumas padre, ‘Storia di uno schiaccianoci’ del 1845 “.
Il racconto fu composto tra il 1891 al 1892, anno in cui andò in scena la prima volta a San Pietroburgo nel Teatro Maniinskij. Alla prima, non fu accolto con grande successo di pubblico, ma successivamente il balletto ha trionfato ovunque venisse rappresentato.
La grande richiesta di biglietti per la partecipazione allo spettacolo è stata accontenta, sabato scorso con due repliche, una alle 18,30 el’altra alle 20,00.
Alla fine dell’evento è stato interessante ascoltare il commento di una ragazza seduta nella fila davanti a me, che così si è espressa: ”Che bello venire a teatro, da oggi in poi voglio venirci una volta al mese, ho vissuto un’esperienza meravigliosa”.
Dobbiamo unirci al commento di questa giovane ragazza e sperare nei giovani, perché solo così il teatro, in tutte le sue varie forme artistiche, non morirà.
Ringraziamo la M° Castiello per averci fatto ascoltare Tiacosku e la sua bellissima favola: ”Lo schiaccianoci”, che ha ricordato a ciascuno di noi, la necessità di cercare di rimanere bambini, cioè innocenti dentro di noi, coltivando “quel fanciullino” di cui ci ha già parlato, Giovanni Pascoli.
Maria Varricchio