Oggi l’EIC ratifica la decisione dei “signori dell’acqua” nel Sannio
Oggi il comitato esecutivo dell’Ente Idrico Campano ratificherà la decisione dei 23 “signori dell’acqua” che senza consultare neppure i 78 consigli comunali hanno deciso la forma di gestione del servizio idrico per tutta la provincia. Però nessuno ha capito che fine farà Gesesa, cosa dovranno fare i 31 comuni attualmente soci di Alto Calore, come sarà gestito il servizio idrico nei comuni proprietari di sorgenti.
Oggi, 8 novembre, a Napoli il Comitato Esecutivo dell’Ente Idrico Campano approverà la delibera del Consiglio di Distretto Sannita che lo scorso 25 ottobre ha deciso di affidare i servizi idrici di tutto il Sannio ad una nuova società alla quale dovranno partecipare tutti i Comuni ed un privato, socio di maggioranza relativa che fa profitti con l’acqua.
Il blitz che ha portato alla sciagurata decisione è cominciato il 20 luglio scorso, in piena estate, quando il Consiglio di distretto Calore Irpino dell’EIC, che comprendeva Irpinia e Sannio, ha deciso di scindersi per dar vita a due distretti provinciali.
La delibera fu votata anche dai rappresentanti sanniti (Franco Damiano, Montesarchio; Paola Panella, presidente sannita di Noi di Centro; Luigino Ciarlo, Morcone; Raffaele Scarinzi, Vitulano; Pasquale Viscusi, Frasso Telesino; Angelo Pepe, Apice; Giampietro Roviezzo, Bonea; Antonio Coletta, Paupisi; Giuseppe Addabbo, Molinara; Nicola De Vizio, San Giorgio la Molara; Carlo Falato, Guardia Sanframondi) che insieme al sindaco di Benevento, Clemente Mastella espressero soddisfazione perché la nascita di un Consiglio di distretto sannita sarebbe stato certamente un vantaggio per la nostra provincia.
In realtà la scissione serve agli irpini per consentire al Consorzio Alto Calore di diventare gestore unico della provincia di Avellino e alla Regione Campania di affidare ad una società controllata da una multinazionale francese la gestione delle sorgenti di Cassano Irpino e amministrare i ristori dell’Acquedotto Pugliese che usa quelle acque.
Invece al Sannio rimangono questioni molto complesse da decidere a cominciare dal gestore unico che dovrà subentrare alla Gesesa (23 comuni serviti) destinata a sparire, al Consorzio Alto Calore (31 comuni serviti relegati in un “ramo (secco) d’azienda”) e ai gestori diretti comunali.
Si tratta di scelte molto importanti che comportano varie modifiche sul piano organizzativo per la fornitura di acqua e servizi di depurazione con conseguenti variazioni delle tariffe a carico dei cittadini, contestualmente alla attuazione del Piano D’Ambito che prevede, tra l’altro, la fine della fornitura di acqua buonissima del Biferno alla città di Benevento e ai comuni telesini da sostituire con la scadente acqua potabilizzata della diga di Campolattaro.
Insomma, si tratta di scelte che riguardano la qualità e il costo dell’acqua e del servizio per diversi decenni che perciò dovrebbero coinvolgere tutti i cittadini e gli amministratori del Sannio.
Invece sono nelle mani dei “30 nominati” nel Consiglio di Distretto Sannita dell’EIC perché eletti con lista unica da 39 sindaci, cioè la metà dei 78 sanniti, senza mai consultare i rispettivi consigli comunali.
Sono: Salvatore Riccio (Sant’Agata dei Goti), Angelo Pepe (Apice), Fabio Sacchetta (San Giorgio del Sannio), Eugenio Boccalone (Airola), Nicola Riccio (Airola), Nicola Esposito (San Bartolomeo in Galdo), Carlo Falato (Guardia Sanframondi), Umberto Maietta (Paolisi), Antonio Coletta (Paupisi), Nicolino Cardone (Pietrelcina), Antimo Lavorgna (San Lorenzello), Clemente Di Cerbo (Dugenta), Simone Paglia (Campolattaro), Michele Iapozzuto (Colle Sannita), Diego Cataffo(Sant’Angelo a Cupolo), Nicola Gentile (Sant’Angelo a Cupolo), Alfonso Topputo (Cusano Mutri), Angelo Marino (San Marco dei Cavoti), Vito Fusco (Castelpoto), Vincenzo Forni Rossi (Arpaise). Si aggiungono: Luigino Ciarlo, sindaco di Morcone che però è delegato di Airola; Pompilio Forgione, sindaco di Solopaca ma designato da San Bartolomeo in Galdo; Silvio Baccari, del movimento Civico 22 delegato del sindaco di Foiano Valfortore.
Il Comune di Benevento è rappresentato da sette designati dal sindaco Mastella senza alcuna discussione in consiglio comunale. Sono i consiglieri di maggioranza Marcello Palladino, AnnalisaTomaciello, Alfredo Martignetti, ex assessore al Commercio e Maria Carmela Mignone, ex assessore all’agricoltura, moglie e socia di Piero Porcaro della società Tecnobios che la Procura della Repubblica considera responsabile di falsi esami dei reflui fognari.
Mastella ha designato anche a rappresentare i cittadini di Benevento, Davide Zeppa, candidato al consiglio comunale ma non eletto; Carmine Covelli, ex amministratore di Telese ed infine Francesco Cilento, consigliere comunale di San Nicola Manfredi, collegato alla società Teknimond incaricata dal Comune di Benevento di eseguire il piano di caratterizzazione per l’inquinamento da tetracloroetilene dei pozzi di Pezzapiana.
Il 25 ottobre la delibera del Consiglio di Distretto Sannita che ha deciso di affidare il servizio di tutto il Sannio ad un gestore unico con la maggioranza relativa riservata ad un privato, non è stata votata da Mignone e Sacchetta che erano assenti; nessuno si è opposto, si sono astenuti Pepe, Forni Rossi, Marino, Fusco e Baccari e tutti gli altri 23 hanno votato a favore, a nome dei sudditi cittadini del Sannio.
Gabriele Corona, movimento politico “Altra Benevento è possibile”