Padre Lorenzo Mastrocinque un frate rapitore di anime
di Mons. Pasquale Maria Mainolfi
Conosco Padre Lorenzo Mastrocinque dal 1969. Fu l’anno del mio ingresso in Seminario. La prima impressione: un frate moderno, vivace e operoso, molto impegnato nella formazione ed educazione della gioventù, con il vezzo particolarissimo dei capelli lunghi ed i basettoni anni ’60 della beat-generation.
L’ ho conosciuto meglio quando Francesco, un suo nipote medico, si è iscritto e poi laureato brillantemente presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor Hominis”, di cui sono stato direttore. Frequentandolo ho compreso la profondità spirituale del francescano e l’intensa e generosa fatica apostolica, svolta sempre con incantevole semplicità e spirito di povertà.
Il 13 agosto del 2000, anno del Grande Giubileo, con mia grande sorpresa, Padre Lorenzo mi invita a presiedere una solenne celebrazione ed a benedire la Croce Luminosa, elevata sulla collina tra due invasi di acqua, opera di moderna tecnologia ingegneristica, a protezione della Contrada Malvizza in Montecalvo Irpino e delle popolazioni limitrofe.
È l’occasione provvidenziale per conoscere in maniera più compiuta l’opera missionaria del frate originario di Foglianise: la chiesa in onore della Regina della Pace iniziata nel 1990 con l’autorizzazione dell’Arcivescovo Carlo Minchiatti e consacrata nel 2000 dall’ Arcivescovo Serafino Sprovieri, la Via Crucis nel 2006 e le statue dei santi apostoli Pietro e Paolo, il piazzale antistante la chiesa e la intensa attività di evangelizzazione svolta come Rettore della chiesa dedicata alla Vergine, attraverso la Messa festiva, l’assistenza ai numerosi anziani e malati, la formazione dei ragazzi preparati alla Prima Comunione, la celebrazione di Battesimi, Cresime e Matrimoni, i gruppi di preghiera e di volontariato con intensi momenti spirituali e coinvolgenti esperienze di socializzazione. La peculiare condivisione del “fenomeno Medjugorje”, che rappresenta “il maggior movimento di masse cattoliche del postconcilio” ( Vittorio Messori ) ha fatto della Malvizza una importante stazione di spiritualità mariana nel nostro territorio . Successivamente Papa Benedetto XVI ha nominato una commissione presieduta dal Cardinale Camillo Ruini, per dire una parola definitiva su una delle più straordinarie fra le apparizioni della Madonna, sorgente di sincera conversione per tantissimi pellegrini che tornano letteralmente trasformati dal piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina.
È proprio vero che gli amici di Dio ed i devoti della Vergine Maria “sono sempre vegeti e rigogliosi e , anche nella vecchiaia, questi giusti producono ancora frutti” ( Salmo 92).
Padre Lorenzo nutre e coltiva una grande passione per la Madre di Gesù e una grande passione per le anime da salvare con la preghiera, l’apostolato e la coerente testimonianza di una vita, tutta consacrata all’edificazione del Regno di Dio.
Il suo giovanile entusiasmo anche in età matura suscita nel mio animo stima ed ammirazione.
Per questa ragione ho sentito il bisogno di donargli la IV stazione della Via Crucis, che segna l’incontro di Gesù con la Madre, nella dolorosa Passione. Per questa stessa ragione, quando posso, rispondo prontamente ai suoi inviti, mettendo a disposizione dei fedeli il mio ministero sacerdotale. Grazie a Padre Lorenzo Mastrocinque la contrada Malvizza, che nell’etimo
“Mala vizza” significa
uccello del malaugurio, è divenuta la Terra di Gesù Cristo crocifisso e risorto e l’Oasi della Speranza per quanti ricorrono alla Regina della Pace.
Suggestionati dalle leggende, gli antichi narravano che qui vivesse un cattivo taverniere che uccideva i viaggiatori della Via Traianea, depredandoli dei loro beni. La leggenda narra che gli dei, adirati per le mostruosità di cui si era macchiato il taverniere, lo fecero sprofondare, insieme alla sua servitù, in una voragine, ove oggi giace un piccolo lago vulcanico chiamato “Bolle della Malvizza”. I crateri da cui fuoriescono le emissioni gassose sono detti “Mefite”. Secondo la leggenda, ogni anno il 15 agosto, il taverniere farebbe udire ancora i suoi lamenti. Oggi nella stessa via, Padre Lorenzo non uccide i passanti ma offre la grazia che comunica pienezza di vita e di vita eterna.
Anche oggi alla Malvizza i pellegrini sono dolcemente costretti a fermarsi davanti a Padre Lorenzo Mastrocinque che è un vero “rapitore di anime”. Ma “il tempo fugge irreparabilmente” ed il 4 ottobre, alle 13.30, a 92 anni di età, Padre Lorenzo è ritornato a Dio nel giorno in cui l’Italia celebra il “più italiano dei santi e il più Santo degli italiani “, come ebbe a dire Pio XII nel 1939, quando proclamò San Francesco d’Assisi, Patrono principale d’Italia.
In questi ultimi anni ,di sovente, Padre Lorenzo apriva il suo siparietto per raccontare simpaticamente
l’ incontro con San Pietro appena giunto sulla riva dell’eternità. Diceva :” Dirò a San Pietro,senza mezzi termini, tu mi devi fare entrare, perché pur essendo un grande peccatore ho sempre amato e pregato molto la Madonna”. Sono certo che neppure San Pietro ha saputo resistere alla forza di una fiducia così grande nella Madre di Dio che nelle litanie lauretane invochiamo “Porta del Paradiso”.