Inaugurato il Teatro Comunale di Benevento da parte di chi non ha fatto nulla per renderlo agibile
A margine dell’inaugurazione del Teatro comunale “Vittorio Emanuele” di Benevento, avvenuta il 16 settembre, la deputata uscente del Pd, Angela Ianaro, candidata nel collegio plurinominale per la Camera nel collegio di Benevento-Caserta, ha diffuso la seguente nota: “Che emozione varcare il foyer del teatro comunale ‘Vittorio Emanuele’ di Benevento, tornato a risplendere dopo anni di chiusura. La ristrutturazione è stata realizzata dall’Amministrazione comunale grazie al Mibact che, nell’ambito del programma di interventi, conservazione, manutenzione e restauro ha stanziato risorse cospicue per il recupero di questo bene prezioso. Grazie allora al ministro Franceschini per aver creduto in un progetto così essenziale per la cultura e l’economia del nostro territorio. Il Pd crede fermamente nel recupero e nella valorizzazione dei luoghi della cultura, sia per riattivare le dinamiche di aggregazione e inclusione sia per incrementare l’attrattività del nostro Paese puntando sulle specificità culturali del suo territorio. Ogni investimento fatto in cultura ci arricchisce tutti un po’”.
Però, va precisato che, in seguito a provvedimenti dell’allora governo Monti finalizzati a mettere in sicurezza strutture pubbliche, il Teatro fu reso inagibile dai Vigili del Fuoco nel 2012 finché non venisse messo a norma soprattutto l’impianto elettrico.
Poiché il Teatro Comunale è di interesse regionale, nella primavera del 2013 l’amministrazione di centro sinistra, guidata da Fausto Pepe, inoltrò alla Regione una richiesta di finanziamento, resa nota dalla stampa locale, pari a 400.000 euro.
Ma, dal momento che la Regione era allora amministrata da una maggioranza di centro destra guidata da Stefano Caldoro, una maggioranza non amica a quella di centro sinistra che amministrava il Comune di Benevento, non è dato sapere che fine venne riservata a tale richiesta, anche perché, visti i risultati, non ebbe ad interessarsi la signora Sandra Lonardo Mastella, allora consigliera regionale schierata nella maggioranza di Caldoro.
Sta di fatto che, durante la campagna elettorale del 2016, Clemente Mastella, che diventerà sindaco di Benevento il 19 giugno di quell’anno, denunciò il fatto che tutti i teatri pubblici di Benevento, ad eccezione del Teatro Romano, erano chiusi.
Allora, durante un confronto elettorale, sul tg regionale, tra Mastella e il suo competitore Raffaele Del Vecchio, attuale sostenitore di Mastella e della ricandidatura, questa volta alla Camera, della signora Sandra, ai cittadini di Benevento fu ricordato che nel 2013 il Comune di Benevento aveva inoltrato quella richiesta alla Regione. Anche chi scrive ricordò a Mastella, nella sua prima conferenza stampa di fine anno nella veste di sindaco, la circostanza della richiesta di 400.000 euro e di come sua moglie non si sarebbe interessata per fare evadere tale richiesta.
Poi, Il Ministero alle Infrastrutture e ai Trasporti, su interessamento di Umberto Del Basso De Caro, che di tale Ministero è stato sottosegretario dal 2014 al 2018, erogò, in favore del MIBACT, un contributo di un milione di euro per rendere agibile il Teatro Comunale e il Teatro San Nicola. I lavori sarebbero dovuti iniziare subito per rendere agibile il teatro a decorrere dal 2019.
Invece, passata al Provveditorato alle Opere Pubbliche la competenza per l’avvio del lavori di ristrutturazione del Teatro Comunale, quello spazio culturale, inaugurato il 16 settembre, è stato reso agibile con molto ritardo, lo stesso ritardo con cui sono partiti i lavori, attualmente sospesi, di rifacimento dell’argine sinistro del Fiume “Sabato”, finanziati, sempre su interessamento di Umberto De Basso De Caro, nella misura di 5 milioni, dal MIT.
Noi abbiamo partecipato alla inaugurazione, e, avendo avuto libero accesso a seguito di identificazione come giornalista, siamo stati bloccati all’ingresso della platea dal sig. Domenico Passaro, capo dell’Ufficio stampa di Città Spettacolo, divenuto, per l’occasione, cerimoniere (addetto al regolare svolgimento della cerimonia) dell’evento inaugurale,
poiché, per motivi soltanto tecnici, non eravamo stati accreditati dal giornale in cui viene pubblicato questo “pezzo”. Siamo stati invitati a trovare posto nei palchi, poiché i posti in platea erano tutti esauriti.
Nel mentre attendevamo l’inizio dello spettacolo inaugurale in un dei palchi dove avevamo trovato posto (in effetti, dei quattro piani di palchi, erano occupati soltanto i primi due), abbiamo contato 23 fasce tricolore, compresa quella del sindaco, non 55, quante erano state annunciate come schierate con Mastella, nel corso della conferenza stampa del primo settembre in cui il sindaco di Benevento aveva presentato i candidati di Noi di Centro nella competizione dei 25 settembre.
Ma a spettacolo iniziato, come si può rilevare dalla foto, abbiamo contato 30 posti liberi in platea, il che dimostra che noi non siamo simpatici allo staff di Città Spettacolo.
Poi, dopo il taglio del nastro da parte del sindaco, questi, in un breve discorso ha
detto:
“E’ un momento di particolare orgoglio, signori e signore, autorità, signor prefetto, signor arcivescovo, signor questore, vari comandanti che sono qua. Do il benvenuto a voi, a chi è arrivato da poco, a quanti sono partecipi oggi e a chi sarà protagonista anche domani. E’ con orgoglio, ed emozione, che noi oggi ridiamo alla città quanto appartiene alla città. Restituiamo quanto, in maniera un po’ blanda, con un po’ di pigrizia e trascuratezza era stato messo da parte, nonostante nel 1862 i padri fondatori di questa bellissima struttura, avevano tentato di crearci questa opportunità”.
“Noi non siamo blandi eredi, ma oggi condividiamo con loro questi tempi storici che sono un po’ diversi da loro. Devo ringraziare i miei collaboratori, la mia amministrazione, il provveditore ai lavori pubblici, Migliorino e i suoi collaboratori (ma non chi ha fatto avere il finanziamento di un milione di euro – ndr), senza i quali non avremmo avuto questo approdo, date le circostanze attuali, circostanze che non vanno a misura di come noi vorremmo, e, proprio per questo, abbiamo voluto dare un segnale di speranza. Questo è un luogo che deve richiamare serenità e farci ritrovare assieme, in nome di quei valori comuni, che devono dimostrare etica della delicatezza e della mitezza, al di la di quella che è la natura politica o partitica”.
“Noi andremo incontro a momenti di infelicità, perché il mondo sembra ripiegarsi su questo destino infelice. E allora forse aprire uno spiraglio, dare al ragazzo la città, al nonno ,la possibilità di ritrovarsi qua dentro, recuperando una dimensione di freschezza ossigenando l’aria, che mi sembra un’aria un po’ particolare e difficile in questo momento, credo sia il segno di qualcosa di più e di diverso. Noi siamo in una circostanza simile a quella in cui il profeta Geremia, in momento delicato, dopo l’abbattimento e la caduta di Gerusalemme, comprò un terreno. Quell’atto stava a significare l’inizio di una speranza nuova, perché bisogna conservare la vita dai rischi, ma fare derivare dai rischi delle opportunità”.
“Anche per noi questa è una piccola zolla che mettiamo a disposizione della nostra comunità, per dare condizione di una ripresa, di una resilienza che davvero è molto molto importante, perché se recuperiamo la nostra identità nazionale, se anche noi partecipiamo a questa ripresa nazionale, noi ce la faremo, altrimenti rischieremmo di precipitare. Allora vi ringrazio come amministrazione, e, come amministrazione, siamo molto felici di lasciare un’impronta che, come dice il proverbio slavo, la neve cade non già per coprire tutte le cose, ma per consentire ad ogni animale di lasciare le sue impronte. Questa è la nostra impronta per la città di Benevento”.
Poi, è seguita la benedizione del Teatro da parte dell’Arcivescovo, Felice Accrocca Mastella ha detto di aver lasciato una impronta, Ma l’impronta non è stata lasciata né da lui, né dalla sua amministrazione, come abbiamo cercato di dire all’inizio di questa nota,
per ricordare qualcosa ai cittadini di Benevento, a chi è di memoria corta e a chi vuole attribuirsi meriti non propri.
Nel mentre il Teatro era chiuso, Mastella and company hanno saputo solo denunciare che quel luogo di cultura era inibito, da dieci anni, alla fruizione dei cittadini, come quando, nel corso della citata conferenza stampa di Mastella, e nel corso di quella tenuta dalla signora Sandra il 6 settembre, i Mastella hanno saputo solo denunciare, al fine di creare allarmismo, che il “Rummo” sarebbe stato declassato e che avrebbe perduto il DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di II livello.
Sul versante della sanità emergono però delle stranezze nel comportamento del Mastella. Il “Rummo” era prossimo al declassamento e il “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” allo smantellamento quando Mastella diceva che Vincenzo De Luca identificava i confini della regione Campania in quelli della provincia di Salerno. Poi, nel divenire alleato di De Luca, Mastella non ha più sollevato critiche sia al “Rummo” che al Sant’Alfonso Maria de’Liguori di Sant’Agata de’ Goti, nosocomi entrambi facenti parte dell’Azienda Ospedaliera “San Pio”, Anzi, quando il Covid-19 era più contagioso e mieteva più vittime, Mastella e la sua amministrazione hanno fatto affiggere davanti al “Rummo”, ma anche davanti al “Fatebenefratelli”, uno striscione in cui esprimevano solidarietà al personale amministrativo, medico e paramedico per l’abnegazione con cui questo personale si prodigava, con turni stressanti, nel curare i contagiati dal virus.
Ora, in campagna elettorale, con il consigliere regionale Luigi Abbate di Noi di Centro, che con prudenza cerca di prendere le distanze da De Luca, bisognava dire che il funzionamento degli ospedali pubblici ha molti problemi.
La rassicurazione è venuta da parte della neo manager dell’A.O. “San Pio”, Maria Morgante, la quale, incontrati i sindaci di Benevento e Sant’Agata de’ Goti, i comuni dove hanno sede rispettivamente il “Rummo” e il “Sant’Alfonso Maria De’ Liguori”, ha detto che il “Rummo” manterrà il DEA di II livello e che non sarà declassato, mentre il “Sant’Alfonso” sarà rilanciato secondo gli annunciati programmi. Ed ha pure detto, la Morgante, che è stato bandito il concorso per assumere anestesisti al “Rummo”.
Poi, il segretario cittadino di Napoli di Noi Campani, nel 2020, forse di Noi di Centro, oggi, Barra ha intrattenuto il pubblico per una mezz’ora raccontando una storiella del suo repertorio.
Infine, come ultima fatica dello speaker (annunciatore) Renato Giordano, direttore artistico di Città Spettacolo, è stata presentata l’esecuzione dell’Inno di Mameli, dell’Inno europeo, dell’Overture del Barbiere di Siviglia e del Brindisi della Traviata, da parte dell’orchestra del Conservatorio “Nicola Sala”. di Benevento. Dopo di che, sempre Renato Giordano ha annunciato che dalle 17 il Teatro sarebbe stato aperto al pubblico per seguire la rappresentazione di altri spettacoli.
Giuseppe Di Gioia