Presentate le liste. Via alla campagna elettorale e par condicio
geppino presta
Sotto l’ombrellone di questi tempi anche leggere i giornali o guardare i social sul telefonino o un tablet è stato complicato.
Calura e nubifragi a parte , sull’informazione incombe una campagna elettorale che sta sconvolgendo il mondo della politica.
Tra alleanze per la costituzione di una coalizione, simboli e candidature è un vero e proprio caos di notizie che si accavallano,si susseguono, si anticipano, finendo poi per essere dichiarare fake, smentite.
Certo ha tenuto banco il problema candidature, La riduzione della rappresentanza parlamentare sta finendo col porre problemi di composizione delle liste.
Certamente non è stato facile rimettere in lista gli uscenti; difficile porre candidature con new entry, se non saltano teste gia sedute nei banchi delle camere.
Ad aprire le danze il Pd e poi il M5s, quest’ultimo alle prese con le parlamentarie ma soprattutto con il vincolo dei due mandati. Un ripulisti a norma di Statuto che difatti rigenera la rappresentanza.
Allo stato i giochi per riempire le caselle non sono stati semplici. Le difficoltà e le lamentele in queste due realtà politiche sono state all’o.d.g., con Letta e Conte nel mirino. Ad entrambi vengono contestati in primis la strage degli uscenti. E’ pur vero che i posti in parlamento sono stati ridotti, e quindi c’è da rideterminare il numero dei candidati, rispetto ai collegi fatti in fretta e furia. Guardando ai due collegi che riguardano il Sannio-Irpinia e Casertano, il discorso si è fatto stringente e struggente soprattutto nel Pd.
Tra i grillini le difficotà sono un tantino mini, vuoi per le regole dello statuto sul doppio mandato, vuoi per scelte diverse di casacca e per scelte personali col classico passo indietro
Chapeaux per la senatrice De Lucia che ha rinunciato alla ricandidatura, ma la folta rappresentanza grillina del 2018,cinque tra le due camere, sembra destinata a ridursi di molto per la scissione interna.
Nel Pd il segretario nazionale Letta ha emanato un editto con l’elenco delle candidature su tutto il territorio, scontentando tutte o quasi le realtà territoriali. Solo per citare un esempio, salta agli occhi la blindatura bolognese di Casini, contro la volontà espressa , erga omnes, dai militanti e dalle assemblee territoriali.
Tra le valli sannite, l’eco della rinuncia di Umberto Del Basso De Caro alla ricandidatura ha destato stupore e spiazzato l’entourage del partito.
Una rinuncia che il navigato parlamentare sannita ha anticipato, magari spiazzando proprio Letta e compagni, che ,a conti fatti, l’avrebbero trombato ufficialmente, per far spazio ad una immigrazione, non troppo clandestina, di personaggi in cerca di riconferme, proprio in Campania.
Certo, quella mossa gli fa onore ed onora una carriera di militanza politica e di rappresentanza in Parlamento di tutto rispetto.
Una considerazione va fatta ed è quella che il Sannio corre il rischio, fondato, di non vedersi rappresentato in parlamento.
Con “ Umberto “ la politica Dem sannita rimane priva di un punto di riferimento sul territorio.
La mia generazione ha vissuto sempre e comunque con una folta rappresentanza variegata da sx a dx ed al centro.
Erano altri tempi ed altra politica. ora aspettando le candidature del centro destra……,e non solo.
Nella coalizione di centro destra si è continuato a respirare aria pesante, con stilettate e veleni a livello locale, ma soprattutto ha fatto scalpore l’uscita da FdI di Federico Paolucci. Una uscita sottolineata dalla poca considerazione che anche in quella formazione politica non si ha piena considerazione per il Sannio. Una contestazione ad alta voce, ma che i sordi non hanno preso in considerazione. Ma a Paolucci e a tutti quelli che hanno espresso la propria opinione sull’invasione sannita da parte di quasi tutte le formazioni politiche (Moretti compreso) purtroppo vorrei ricordare che hanno la memoria corta su questo atavico problema. Da sempre da Roma sono arrivate candidature non territoriali. Vorrei solo ricordare che in passato la DC ha praticamente avocato a se a livello nazionale il Collegio senatoriale di “Cerreto sannita”. Memorabile lo schiaffo (a parole) di piazza Roma a Roberto Costanzo che aveva avanzato la proposta territoriale della candidatura del sindaco di Morcone ,Tommaso Paolicci. Arrivò invece l’investitura romana. Il tutto perchè quel Collegio era considerato democristiano ,dove qualsiasi nome, fosse collegato al simbolo della DC, veniva eletto. Quei corsi e ricorsi storici non sono stati dimenticati e il Sannio è considerato libero di essere invaso.
Tornando alla composizione delle liste, oramai siamo in dirittura d’arrivo.
Non ci resta che attendere, una volta presentate ed accettate le liste,, si passerà dalle parole, ancora alle parole della campagna elettorale sperando che i discorsi e gli interventi non siano contro ma pieni di proposte e contenuti fattibili.