Sabato 20 agosto, a Santa Croce del Sannio, la presentazione del libro di Angelo Montella e “ La vita è una partita doppia-storia di Angelo e del Teatro Nuovo di Napoli”di Angelo Montella
Assieme all’autore, ne discutono Stefano De Matteis, Angelo Curti e Benedetto Casillo. A seguire, lo spettacolo “Il resto della settimana” con Peppe Servillo
Si presenta sabato 20 agosto 2022 alle ore 18,30 in piazzetta Tito Varrone a Santa Croce del Sannio – Benevento, “La vita è una partita doppia – Storia di Angelo e del Teatro Nuovo” di Angelo Montella, edizioni Liguori, nell’ambito dell’ottava edizione della rassegna culturale – diretta da Benedetto Casillo – ScenAria-Teatro da respirare, presentata dal Comune in collaborazione con la Pro-loco e l’associazione Galanti.
Con l’autore ne discutono Stefano De Matteis e Angelo Curti tra le letture di Benedetto Casillo e le musiche di Edo Puccini. A seguire, alle ore 21,15 al teatro all’aperto in piazza Aldo Moro, Peppe Servillo legge alcuni brani tratti dal libro di de Giovanni Il resto della settimana, accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo dal chitarrista Cristiano Califano. Un titolo che rimanda al tempo trascorso in un piccolo bar dei Quartieri Spagnoli a Napoli, prima e dopo la partita degli Azzurri. Un gruppo variegato di persone, senza barriere sociali, culturali o di rango, si dà appuntamento per commentare i fatti calcistici della settimana. Ciascuno svela di sé la propria natura di tifoso ma anche quella umana, rivelando l’umore e la storia di una città che resta un multiforme teatro all’aperto.
Tornando alla presentazione del volume, Angelo Montella in queste intense 189 pagine racconta la sua vita partendo dall’infanzia vissuta negli anni del Dopoguerra in un quartiere popolare periferico di Napoli, dei primi lavori, della parentesi da dirigente aziendale, dell’impiego in Arabia Saudita fino alla scelta di tornare a Napoli con un progetto coraggioso: un teatro d’avanguardia.
Il libro, che si avvale dell’introduzione di Stefano De Matteis e della postfazione di Goffredo Fofi, è soprattutto la storia temeraria di un’impresa culturale e artistica in un territorio complesso, aggressivo e pericoloso come lo erano i Quartieri Spagnoli degli anni Ottanta. “Se a trentun anni mi avessero detto: «Tu aprirai un teatro», mi sarei messo a ridere. Se a trentatré anni mi avessero detto: «Tu aprirai un teatro», avrei risposto: «Sì, il 24 novembre». Era il 1980. Non potemmo inaugurarlo per via del terremoto. Dovemmo aspettare circa un anno”. Così Montella ci introduce alla sua storia appassionante fatta di emozioni, sacrifici, vittorie. Ma andiamo con ordine e partiamo dalle parole introduttive di De Matteis: “Con la fine degli anni Sessantaentriamo nella seconda vita di Angelo: l’interesse teatrale sarà la scintilla che accenderà i fuochi, i falò e i roghi che verranno negli anni a seguire. Tutto questo avviene in un momento storico che possiamo riconoscere come eccezionale. Siamo al centro di quello spazio fisico in cui maestri e ribelli si incontrano, e così la rivolta diventa invenzione e la tradizione svela i suoi aspetti necessari nella sperimentazione”. E, infatti, sono gli anni straordinari in cui Leo de Berardinis e Perla Peragallo si trasferirono a Marigliano; Eduardo De Filippo ospitò il Living Theatre; Antonio Neiwiller mise in campo le sue prime ricerche teatrali; Carlo Cecchi fondò il Gran Teatro debuttando con ’A morte dint’ ’o lietto ’e don Felice.Mentre Gennaro Vitiello, con il Teatro Esse, realizzava spettacoli rimasti memorabili. Ed è con Vitello che Angelo collaborò, prima col Teatro Esse e poi con Libera Scena Ensemble. Erano anche gli anni in cui Roberto De Simone fondò la Nuova Compagnia di Canto Popolare che debuttò al San Ferdinando, in alternanza agli spettacoli di Eduardo.
“Ma noi giovanissimi non andavamo solo a Marigliano da Leo e Perla o a Torre del Greco da Vitiello”, continua De Matteis. “Perché Gennaro esigeva conoscenza, anche di libri ma non solo: almeno una volta a settimana la tappa fissa era la sceneggiata, al Teatro 2000, dove si esibiva la straordinaria compagnia con Trottolino, Liliana e Beniamino Maggio, di cui Angelo ci racconta; oppure inseguivamo il teatro dei pupi dei fratelli Perna con il loro baraccone itinerante, che si stabiliva in provincia per diversi mesi, dove eseguivano in alternanza i due grandi cicli: Le avventure e la morte di Tore ’e Criscienzo o la Storia dei reali di Francia, cioè uno spettacolo liberamente tratto dalle avventure della Tavola Rotonda”.
Gli anni Sessanta/Settanta non furono solo questo, ma anche ricerca sociale, lavoro di base, impegno politico. “L’animazione teatrale muoveva i primi passi; Fabrizia Ramondino aveva fondato l’ARN (Associazione Risveglio Napoli) e poi la Mensa dei bambini proletari divenne un centro importante di discussione, dibattito e partecipazione…”. Insomma, questo lungo ed emozionante racconto di Montella pullula di fatti, storie intramontabili, personaggi e, soprattutto, di luoghi. Non resta che immergersi nella lettura delle sue pagine.
L’AUTORE
Angelo Montella nasce a San Gennaro Vesuviano (Napoli) il 12 febbraio 1946. Ha lavorato per diversi anni come direttore amministrativo e, dopo un’esperienza di due anni in Arabia Saudita, a trentun anni torna a Napoli e cambia radicalmente vita, iniziando una lunga e proficua carriera teatrale.