Comunicato stampa del ”Comitato Sannita Acqua Bene Comune”
Il Comitato Sannita Acqua Bene Comune ha chiesto ufficialmente l’audizione e la partecipazione alla seduta del Consiglio di Distretto Calore Irpino dell’EIC, convocata per il giorno 20.07.2022 alle ore 17, presso il carcere Borbonico di Avellino. Nella giornata del 15.07.2022 il Comitato ha inviato una pec, motivata dalla necessità di garantire l’effettività del diritto all’acqua e la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali dell’Ente Idrico Campano, nel pieno rispetto dell’art. 20 comma 1 della L.R. 15/2015. Analoga richiesta è stata presentata dal Comitato ABC di Avellino.
Dopo aver assistito a Benevento alla proroga dell’affidamento del servizio idrico per un altro anno a Gesesa s.p.a, vogliamo avere rassicurazioni in merito al rispetto della legalità, e chiediamo di esercitare i nostri diritti nelle sedi istituzionali. La convocazione del 20.07.2022, appresa dagli organi di stampa, non è pubblicata nel sito ufficiale dell’Ente e, secondo quanto letto dai giornali, ha ad oggetto la separazione del distretto Calore/Irpino in due ambiti territoriali, corrispondenti alle province di Benevento ed Avellino. La suddivisone è un disperato tentativo per recuperare il 30% dei finanziamenti del PNRR per il risanamento delle reti idriche, dopo aver perso la parte più cospicua del 70%, per le note bocciaturericevute da Gesesa ed Alto Calore, a causa dell’assenza del gestore unico.
I cittadini sanniti sono preoccupati per la volontà politica di costituire un nuovo “mostriciattolo” giuridico, partecipato in misura minoritaria dalle multinazionali, aggirando ancora una volta la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, affidando di fatto le nostre risorse idriche al mercato. Si fa uscire Gesesa e le multinazionali dalla porta per poi farle rientrare dalla finestra, con una gara d’appalto alla quale parteciperebbero,verosimilmente, i soliti noti mediante una società satellite. Con questa operazione, la privatizzazione dell’acqua nel Sannio aumenta in maniera esponenziale, interrompendo numerose gestioni pubbliche e virtuose della nostra provincia, quali quelle di Sassinoro, Circello, Baselice ed il Consorzio di Fragneto Monforte e Fragneto l’Abate, dove le tariffe dell’acqua sono molto basse e la qualità del servizio è elevata, grazie all’abnegazione di tanti amministratori e dipendenti comunali. È bene ricordare alla politica locale ed a qualche “pal(l)adino” del governante di turno e della privatizzazione dell’acqua (prima segretario cittadino del PD poi, cambiando casacca disinvoltamente, capogruppo di“Noi Campani”) che l’unico modo per rispettare il referendum del 2011 è una gestione totalmente pubblica, portata avanti da un soggetto di diritto pubblico e non da una società per azioni. Ed il motivo è semplice: non si può fare profitto con l’acqua. Per capire a quanto ammontano gli investimenti dei privati nelle reti idriche, basta chiedere ai cittadini delle decine di contrade di Benevento che aspettano ancora l’allacciamento all’acquedotto comunale, promesso nellacampagna elettorale del 2016. Le multinazionali non investono un centesimo nelle reti, però fanno profitto sull’acqua a costo zero.Ben venga il gestore unico previsto dalla normativa, ma che sia totalmente pubblico.
Ci rivolgiamo al coordinatore di distretto Damiano, affinché i Comitati siano formalmente convocati prima di assumeredecisioni lesive della volontà popolare, altrimenti la delibera da sottoporre al Comitato Esecutivo dell’EIC sarà viziata di illegittimità, per il mancato rispetto del «diritto all’acqua ed alla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali dell’ente Idrico» espressamente tutelato dall’art. 20 della L. R. 15/2015.