Omaggio all’artista Antonio Del Donno
di Monsignor Pasquale Maria Mainolfi
Il 9 giugno scorso in Caserta, presso la sede della Banca Generali Private, in Piazza Vanvitelli, si è celebrata la prima tappa della mostra itinerante dedicata all’artista beneventano Antonio Del Donno. Le diverse tappe coinvolgeranno l’intera regione Campania. La mostra ha per curatore Gianni Garrera, con il contributo della figlia dell’artista Annarita Del Donno ed il procuratore dell’archivio Alberto Molinari. La mostra, dal titolo “Il senso della pittura”, raccoglie opere di collezionisti ed opere provenienti dall’archivio di Roma in un’antologia che va dagli anno ’70 fino al 2010. Le opere del maestro sannita, riconosciuto tra i cento artisti più importanti del mondo, sono presenti in due musei permanenti a lui dedicati e in 80 musei internazionali. Hanno guardato con ammirazione il nostro artista, critici d’arte di indiscusso valore: Achille Bonito Oliva, Mirella Bentivoglio. Filiberto Menna, Enrico Crispolti e Giuseppe Galasso. Ma chi è Antonio Del Donno? Antonio Del Donno nasce a Benevento il 27 novembre 1927 da Nicola ed Anita Ferrelli e muore a Benevento il 19 novembre 2020, un viaggio esistenziale durato 93 anni di cui 63 vissuti con Clelia Rossi con la quale si unisce in matrimonio il 6 luglio del 1957, quattro figli meravigliosi: Nicola impiegato nella commissione tributaria, Francesco ufficiale dell’Aeronautica, Annarita insegnante, Gabriella architetto ed insegnante presso l’Industriale e 7 amatissimi nipoti. Una carriera artistica segnata dalla unicità semplice che incanta e genera ammirazione. Disegnatore, pittore, scultore e fotografo. Dopo l’Istituto tecnico per geometri in Benevento scopre la grande ed indomabile passione per l’arte, frequenta il Liceo artistico e l’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Tiene la sua prima mostra personale nel 1962 presso la pinacoteca Provinciale di Benevento. Negli anni 60 e 70, insieme all’amico e collega Mimmo Paladino frequenta la galleria di Lucio Amelio a Napoli. Viaggia moltissimo per l’Europa spinto dal grande desiderio di confrontarsi con tante realtà artistiche. Nel 1962 partecipa alla Biennale di Venezia dove conosce Rauschenberg, pittore e fotografo statunitense molto vicino alla pop art e maestro dell’espressionismo astratto, un artista destinato a rimanere costante punto di riferimento per Antonio Del Donno. Nel 1972 comincia a costruire i Vangeli e su vecchie tavole di legno imprime con caratteri di fuoco le parole più luminose e significative del Nuovo Testamento. Vangeli che annunciano la verità di Dio e dell’uomo ed invitano alla riflessione, alla conversione, alla decisione per rimanere uomini liberi, capaci di legare il carro della propria esistenza intorno ad un grappolo di valori che non tramontano dinanzi al passaggio delle mode. Appartengono agli anni 80 le opere vicine alla tecnica dei combine – painting. Del Donno combina con mirabile maestrìapittura gestuale ed oggetti poveri con un intelligente approfondimento simbolico delle immagini. L’attività e produzione artistica non conosce tregua fino agli ultimi giorni disseminando opere a Benevento, nel Sannio, nelle piazze di tante città italiane e nei musei di tutto il mondo, fino a New York, Tokio, Praga, Bruxelles, Santiago del Cile e Monaco di Baviera. Una lunga e proficua esistenza dedicata alla famiglia, agli amici, alla nobile arte che è capace di trasmettere un messaggio morale socialmente prezioso. Una personalità che non si dimentica: umile, semplice, onesto, un cuore puro di bambino nonostante la grande maturità umana, culturale e spirituale. Un artista italiano classicamente moderno con le tracce indelebili della terra d’origine, il fantastico Sannio. Uomo dello stupore e dell’incantamento. Titolare di una signorilità relazionale sorprendente. Sempre attento a non trasformare l’arte in prodotto commerciale. Cantore della bellezza e dell’amore. Messaggero generoso di annunci di speranza. Tra inchiostri, dipinti, tecnica mista e molteplici forme espressive di scultura, Antonio Del Donno narra la incantevole favola della vita mettendo l’arte al servizio della luce, del bene e della promozione sociale.