Il Benevento non scende in campo all’Arena Garibaldi e dice ciao alla finale
E’ finita malamente l’avventura nei play-off del Benevento, lasciando l’ennesima delusione in quei tifosi che ancora una volta hanno assaporato amaramente una sconfitta che ci sta tutta.
A Pisa la squadra è scesa in campo col piglio di sempre… senza cattiveria, senza tenacia, senza volontà, quasi rassegnazione, ma soprattutto per l’ennesima volta senza gioco.
Sì, perché alla fine bisogna comunque evidenziare che al di là delle eclatanti prestazioni a suon di reti (una proprio col Pisa al Vigorito), la squadra mai ha avuto schemi di gioco con i giocatori a disposizione. Spesso posti fuori ruolo, spessissimo schierati dall’altra versante (leggi Letizia), trovando uno schema di gioco che ha permesso qualche vittoria esaltante (vedi Pordenone e la stessa gara di andata nella semifinale contro il Pisa).
La trasferta in Toscana è stata l’ennesima chicca negativa posta in essere da capitan Letizia e compagni. Che cosa sia successo tra la proprietà ed i calciatori non è dato sapere, ma anche il finale di questo campionato di B ha ricalcato negativamente quello dello scorso anno. Sarà un caso, ma vox populi parla di altro. Ma qui quelle, seppur dicerie, non hanno spesso fondamento.
Tornando alla gara di Pisa, la squadra giallorossa mai ha impensierito Nicolas. Il tabellino parla di solo due occasioni capitate al 54′ ad Improta ed all’85’ a Viviani. Per il resto, sarebbe bello verificare i km che ha percorso Lapadula e quanti palloni ha toccato. Se una squadra ha in campo un giocatore come il peruviano, dovrebbe giocare in funzione delle sue caratteristiche. Mai sfruttate.
Ma tutto sommato il programma minimo, stilato nel precampionato, è stato raggiunto: i play-off , seppur amari nella conclusione, sono stati raggiunti. Obiettivo centrato dal punto di vista aziendale.
Ora al di là di polemiche e musi lunghi, sarebbe il caso di farsi raccontare dai circa 900 emigrati all’Arena Garibaldi, come sono trascorse le ore sulla strada del ritorno a casa.
Ora si chiude credo un’era. Qualche figura storica pare abbia fatto il tempo in maglia giallorossa, qualche contratto scadrà il prossimo anno ma comunque sarà come al solito un’estate calda dal punto di vista calciomercato.
Credo che per Foggia e Caserta, in attesa della TAV, il tempo sia scaduto. Ma come da buon napoletano, il presidente spesso si affeziona. Non è Cellino che ti licenzia su due piedi l’allenatore voluto a tutti i costi. Ma forse è un bene dal punto di vista umano.
Alla fine godiamoci la nostra serie B, attesa da circa un secolo. Viviamola in tutta la sua bellezza (e più agonisticamente parlando della serie superiore).
Arriveranno altri momenti esaltanti ed altre delusioni. Ma la Strega affascina sempre dalle poche migliaia dei tifosi, alla massa che si esalta ed incita per un possibile traguardo.
Sì, il calcio è spettacolo e come tale va vissuto. Grazie Vigorito. (g.b.)