Presentati gli atti, raccolti in un prezioso volume, del convegno sul Canto Antico Beneventano
Il salone Leone XIII dell’Arciepiscopio ha fatto da cornice alla presentazione del volume della rivista “Vox Antiqua” dal titolo “Laus Musicae”, Arte, scienza e prassi del canto liturgico e devozionale medievale” curato da Luisa Nardini e Paolo Scarnecchia.
In esso sono raccolti gli atti del Convegno Internazionale che si è tenuto dal 23 al 25 maggio 2019 nel ristrutturato complesso di San Vittorino.
In particolare, si sono riuniti a Benevento alcuni tra i più competenti e prestigiosi studiosi del canto piano contenuto nei manoscritti di area beneventana, per condividere, con gli studenti del Conservatorio “Nicola Sala” e la società civile, la passione e l’amore nei confronti del patrimonio medievale del canto, della liturgia e della scrittura beneventana.
Il progetto della stampa degli atti, è maturato nel dialogo costante tra il Conservatorio e l’Arcidiocesi di Benevento, progetto scaturito dal desiderio di ribadire l’importanza e la bellezza di questo patrimonio e di ripercorrere il quadro storico, liturgico ed artistico nel quale si è sviluppato.
Dopo il saluto dell’arcivescovo, monsignor Felice Accrocca, il quale ha ricordato l’importanza del convegno svoltosi e la necessità di documentare il tutto negli atti, è intervenuto il presidente del Conservatorio, Antonio Verga, che ha curato anche l’introduzione del volume.
Questi ha voluto ringraziare il generoso sostegno che hanno fornito il Ministero dell’Università e Ricerca, il Consiglio di Amministrazione ed il Consiglio Accademico del Conservatorio “Nicola Sala” affinché questo convegno internazionale si potesse celebrare in città, consentendo l’arrivo a Benevento di 25 eminenti studiosi provenienti da ogni parte d’Europa e del mondo.
Verga, quindi, ha sottolineato l’importanza di aver dato alla luce gli Atti di questo convegno poiché spesso accade che essi non vengono prodotti sia per questioni economiche legate all’impegno finanziario che occorre per produrre un testo sia per il lavoro da svolgere nella organizzazione degli interventi dei relatori.
Ebbene, in questa circostanza, grazie all’impegno e alla costanza di tutti, dai curatori, agli studiosi, all’editore, Giovanni Conti della rivista Vox Antiqua di Lugano, si è riusciti nell’impresa.
La città di Benevento da secoli è la culla della cultura musicale dal medioevo ad oggi.
Già nel 1850, ha ricordato Verga, in città operavano dalle sei alle otto bande musicali, vi era un Teatro, si tenevano produzioni artistiche, ed eravamo secondi solo alla istituzione del San Carlo di Napoli.
Con il Conservatorio “Nicola Sala”, quindi, si prosegue l’impegno nella promozione della cultura musicale e della scrittura beneventana.
“Nel nostro Istituto inculchiamo anche i doveri morali e l’amore per il prossimo – ha concluso il presidente Verga – propedeutici all’insegnare agli allievi a diventare dei bravi professionisti”.
Monsignor Mario Iadanza, invece, ha voluto soffermare la propria attenzione su alcuni dei contributi forniti nel volume, in particolare, quello di Marco Palma, Marcello Rotili, Giovanni Araldi ed il proprio.
Il direttore del Conservatorio, Giosuè Grassia, ha ammesso di sentirsi attratto dallo studio della paleografia musicale, sin dai tempi dell’Università.
L’occasione, quindi, gli è giunta proprio con la celebrazione del convegno internazionale.
Grassia poi ha affermato che il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento offrirà il proprio contributo affinché la conoscenza di questo patrimonio dell’umanità sia sempre più diffuso.
Il direttore, quindi, ha ricordato la stretta collaborazione avuta, con vari collegamenti telematici nel periodo della pandemia, con i curatori Paolo Scarnecchia e Luisa Nardini, per seguire lo sviluppo dei lavori editoriali.
Il direttore della rivista Vox Antiqua nonché editore del volume, Giovanni Conti, ha evidenziato l’immane lavoro svolto dai curatori che hanno dovuto raccogliere tutto il materiale, a volte pervenuto non conforme agli standard editoriali, dei tre giorni di studi.
Un lavoro, quindi, che consente di effettuare dei passi in avanti nello studio del Canto Beneventano e sul come interpretarlo al meglio.
“Ogni goccia – ha detto in particolare – conta per arrivare ad un risultato”.
Conti, quindi, ha sottolineato come dopo l’opera dello studioso Thomas Forrest Kelly, la cui versione italiana e revisione è stata curata da Alessandro De Lillo, questi Atti rappresentino il più importante contributo sul Canto Beneventano.
Ora, quindi, la responsabilità è quella di continuare ad andare avanti nelle ricerche.
A conclusione della serata, introdotti dal docente del Conservatorio, Fabrizio Fancello, si sono esibiti alcuni ex studenti del “Nicola Sala” che hanno fatto ascoltare brani del Canto Beneventano, in particolare tratti dalle Antifone di San Barbato e del Venerdì Santo.
Ad esibirsi sono stati i cantori: Giovanna Bancale, Giuseppina Marino, Anton Gryvmiak e Davide Gagliardi.
Hanno seguito l’importante appuntamento anche un gruppo di allievi del Master di Canto Gregoriano del Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, giunti per l’occasione a Benevento anche per continuare gli studi dei preziosi Codici musicali, custoditi nella Biblioteca Capitolare diretta da monsignor Mario Iadanza.