Egregio Presidente Draghi, scrivo a caldo dopo aver letto quanto da Lei fatto riportare nella dichiarazione finale del vertice del G20 svoltosi la scorsa settimana a Roma: “Riconoscendo l’urgenza di combattere il degrado del suolo e creare nuove vasche di assorbimento del carbonio, condividiamo l’obiettivo ambizioso di piantare collettivamente 1.000 miliardi di alberi”. Una proposta semplice e a portata di mano, senza alcuna controindicazione e dall’enorme potenziale per la cattura di CO2 nell’aria. Una proposta che finora non era neanche stata presa in considerazione dagli sherpa dei grandi della Terra e che mi ha fatto ricordare la lettera aperta che le ho inviato il 18 settembre u.s. all’indomani dell’accorato appello da Lei rivolto ai partecipanti al Forum delle Maggiori Economie sull’Energia e il Clima (MEF). Una lettera (rimasta senza alcun riscontro) e che oggi in qualche modo rileggo tra le righe della dichiarazione finale del G20 a Roma e in una delle due soluzioni che a Glasgow hanno fatto il miracolo di mettere tutti d’accordo. Pertanto, non posso non riproporla alla Sua attenzione:
Nell’esprimerle il mio più sincero apprezzamento mi consenta di ricordarle che in Italia è in vigore la legge n.113/92 che “obbliga” ogni amministrazione locale a mettere a dimora un albero per ogni bambino nato sul territorio comunale per mitigare i livelli di CO2 nell’atmosfera. Il fatto sta che solo pochi Comuni in Italia si sono attivati per dare concretezza a quanto previsto dal Legislatore (uno di questi è stato il Comune di Guardia Sanframondi (BN) che, negli anni 2000/2001, ha organizzato la “Festa dei Nati” mettendo a dimora ben 113 alberi per omaggiare i nuovi arrivati). Poi, questa straordinaria iniziativa sociale e ambientale (ogni albero messo a dimora portava il nome di un nuovo nato che lo prendeva in custodia) è stata “affossata” e la legge n.113/92 è stata completamente disattesa dai nuovi governanti. Questo è potuto accadere per la mancanza di un regime “sanzionatorio” che se fosse introdotto nel testo di legge potrebbe dare vita ad un’autentica primavera ambientalista. In questo modo, ad ogni neonato corrisponderebbe un nuovo albero sito nel comune di residenza e ogni anno ne sarebbero piantati circa 500 mila sul nostro territorio con grande soddisfazione delle migliaia e migliaia di giovani e meno giovani che in più occasioni sono scesi in piazza per chiedere di vivere in città e paesi a propria dimensione e, nel contempo, ridurre l’inquinamento atmosferico che contribuisce sicuramente all’aumento del riscaldamento globale e ci rende più vulnerabili a qualsiasi agente patogeno. E’ inutile ricordarle che più studi internazionali hanno documentato la correlazione tra una cattiva qualità dell’aria e la diffusione anche del virus Covid-19. Per farla breve, sono convinta che “qualche mascherina in meno e qualche albero in più” potrebbero aiutarci a superare anche l’emergenza socio-sanitaria provocata dalla pandemia. In attesa di un cortese riscontro e con la speranza di poterla presto incontrare, Le porgo i più distinti saluti. Guardia Sanframondi 18 settembre 2021 Cons. Com. Fiorenza Ceniccola Ambasciatrice Commissione Europea per il Patto Climatico