La Samnium Symphony Orchestra, composta da musicisti di 15 paesi, si è esibita per beneficenza al Teatro Romano

ll Teatro Romano, illuminato con i colori della nostra bandiera, per ricordare la vittoria europea, Uefa 2020, dell’Italia, continua ad ospitare la grande musica, precisamente quella di Tchaikowsky e Mendelssohn, interpretati dalla Samnium Symphony  Orchestra, inaugurando il 15 luglio la stagione concertistica di questa formazione giovanile, diretta dal M° Antonio Armellino, che ne è anche il presidente.
Il giovane pianista Luigi Borzillo  ha concluso il Conservatorio, quale pianista, con il massimo dei voti, la lode e la menzione,ha suonato con l’Orchestra composta da 40 musicisti, provenienti da ben 15 nazioni sia dell’Europa, che dell’Asia e delle Americhe, precedentemente selezionati da una giuria di 27 musicisti di varie nazionalità, così come aveva anticipato lo stesso Armellino, nella conferenza stampa dell8 luglio. Ci ha poi concesso quale bis “Il sogno “ di Listz”.
Federica De Vizia  ha presentato l’evento  al Teatro Romano, ha  voluto abbandonare tutti gli impegni a Reggio Calabria e ha spostato il proprio lavoro per essere presente, così come era stato già preannunciato nella conferenza stampa che si è tenuta lo  scorso  giovedì 08 luglio, sempre al Teatro Romano.
In apertura di serata, dunque ha presentato il libro dedicato al più grande direttore d’orchestra di tutti i tempi, Herbert Von Karajan, scritto da Leone Magiera, che ha lavorato gomito a gomito con il maestro. Il libro, ricco di aneddoti vissuti dai due, spiega le motivazioni che hanno spinto l’autore a scriverlo,  che già nel titolo ” Karajan. Ritratto inedito di un mito della musica”, edito da La nave di Teseo,  ci introduce nel personaggio.
Il giovane Karajan, nato a Salisburgo nel 1908, iniziò a suonare il pianoforte a soli quattro anni,  e l’anno dopo era già in grado di esibirsi in pubblico. A diciotto anni esordì come pianista professionista e a ventuno anni iniziò a sostenere le prime prove da direttore. Proprio per poter ottenere il posto di direttore musicale si iscrisse al partito nazista  per poter così rimanere a lavorare in Germania, dopo che l’Austria era stata annessa alla Germania.
All’inizio, i rapporti con Hitler erano buoni, ma poi si incrinarono sempre di più, perché, in verità, Karajan non piaceva ad Hitler.
La sua lunga e brillante carriera, conclusasi con la sua morte ad Anif nel 1989, gli fu invece  riconosciuta, con le seguenti onorificenze austriache:
Medaglia per le Arti e per le Scienze, l’Anello del Salisburghese, la Gran Croce d’onore della Decorazione al merito del Salisburghese.
Tra le onorificenze straniere, ricordiamo quella conferitagli dal Presidente della Repubblica il 17 maggio 1960, quale Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana; quella della  Gran Croce al Merito di Germania; il Premio Ernst von Siemens nel 1977.
Magiera ha raccontato come ha conosciuto il Maestro:”Nel 1961, alla Scala di Milano, Karajan scelse mia moglie, di cui ero anche insegnante, per la Boheme, andai anch’io con lei e rimasi folgorato da questo grandissimo direttore. Mi ha poco dopo chiamato a collaborare con lui a Salisburgo. Da lì è iniziata la nostra frequentazione e di conseguenza l’amicizia. Ho scritto questo libro per me”, (quasi come un diario, diremmo noi).”L’ho tenuto nel cassetto per undici anni, per ricordarlo. Nel febbraio 2020 mi sono deciso a pubblicarlo, su pressione del mio amico critico musicale, Quirino Principe”.
Alla presentazione del libro è intervenuto in audio anche il dott. Giovanni Conzo, ora sostituto Procuratore della Repubblica  presso il Tribunale di Roma.
Nel suo intervento, nel lodare gli organizzatori, ha definito  ”la musica come strumento di redenzione”, sottolineando come “essa  sia una di quelle arti che allontano dalla criminalità. Di qui – diceva lui –  bisogna mettere tutti in condizioni di studiare e trovare poi l’opportunità di un lavoro, sottraendo così tanti giovani alla delinquenza. Auguro a questi ragazzi un futuro luminoso, secondo le Vs aspettative”.
Federica De Vizia ha poi introdotto il Direttore del Festival di Ravello,  Alessio Vlad, al quale ha chiesto  come nasce l’opera lirica ed egli ha risposto dicendo: ”Il mondo dell’opera lirica è un mondo fantastico, uno spettacolo dal vivo, per eccellenza. La prima volta che ho assistito, sono rimasto sorpreso nel vedere qualcosa di assolutamente  straordinaria L’opera è stata inventata in Italia e l’antica scuola italiana racconta come si costruisce uno spettacolo d’opera. Karajan era diventato grande, perché è stato la sintesi di come si realizza uno spettacolo, di come si interagisce con il regista. Insieme si studia cosa il cantante deve fare e cosa non deve. E’ una  vera e propria forma di  artigianato, che purtroppo si sta perdendo”.
Alla presentazione del libro ha presenziato anche Luca Signorini, Primo violoncello e docente presso il nostro Conservatorio che ci  ha raccontato di aver incontrato, per la prima volta, il Maestro presso il Conservatorio di S. Cecilia a Roma e ha parlato di una grande anticipazione realizzata da Karjan: quella dell’unione della musica all’immagini, con i video. A differenza di quanto avviene nel cinema, dove la musica è da sottofondo alle immagini, per Karajan: ”l’immagine doveva servire ad esaltare il suono, non deve disturbarla, non deve essere invasiva. La musica è un faro, va ascoltata e gustata. Il Maestro resterà un possente emblema della musica. E’ stato il più grande direttore del secolo. Complimenti personali anche all’autore del libro”, ha concluso il M°. Signorini.
Fra Gian Marco Languez  che  aveva presenziato  anche alla conferenza stampa in qualità di  esponente dell’Afasl  Ong Fatebenefratelli,  a cui,  come aveva già anticipato, in conferenza stampa, il presidente del Conservatorio Antonio Verga, sarà devoluto  una parte del ricavato della vendita dei biglietti, ha ringraziato con parole, piene di commozione, dicendo: “Voglio congratularmi con gli organizzatori per il successo di questo straordinario evento, una grande opportunità, dopo il lungo periodo di pandemia, che non ha permesso di assistere i malati lontani, ma i monaci del Fatebenefratelli sono stati vicini alle tante persone bisognose delle città. Nessuno sarà abbandonato. Grazie dal profondo dei nostri cuori. Buon ascolto!”. 
A questo proposito,  in audio è intervenuto anche Fra Gerardo D’Auria, Vice Presidente, dell’ordine Fatebenefratelli che ha ringraziato i partecipanti, per essere accorsi così numerosi, dicendo: ”Sono contento perché ci stiamo riappropriando della nostra vita, grazie a tutti questi ragazzi uniti insieme. Il ricavato versato all’Ordine sarà devoluto all’Ospedale di Nazaret, dove vengono curati tutti gli ammalati, senza distinzione alcuna di razza o di religione. In questa bellissima cornice che è il Teatro Romano, è stata finalmente data un po’ di leggerezza”. Ha concluso con l’augurio di una “Buona serata a tutti”.
Il progetto di aiuto portato avanti dall’ordine dei Fatebenefratelli è stato ribadito, con entusiasmo dalla Dott.ssa Galluccio, che ha così esordito: ”Sono commossa e gratificata da questa serata, perché questi ragazzi hanno saputo trasmettere una forza enorme. I Fatebenefratelli sono presenti in 50 paesi diversi: dal 2004 facciamo parte integrante della Protezione Civile”.
Si è detta rammaricata “perché la pandemia ci ha impedito di agire al di fuori dell’Italia, ma siamo stati molto presenti sul territorio, aiutando i nostri concittadini ugualmente bisognosi”. 
Ascoltare il concerto per pianoforte ed orchestra n.1 in Si bemolle minore di Tchaikovsky è stato eccezionale, sublime.
Di Mendelssohn  è stato eseguita la Sinfonia n. 3 “scozzese”, in la minore, op. 56, l’ultimo dei cinque lavori sinfonici del grande compositore, che ha ci ha lasciati così come diceva il regista Giambattista Assanti scomparso, di recente: “Rilassati. Quando si esce da un teatro o dal cinema, bisogna sentirsi, in qualche modo, più leggeri”.
La Regione Campania, il Comune e la Provincia di Benevento sono tra i sostenitori dell’orchestra, di cui fanno parte alcuni maestri e studenti del Conservatorio “Nicola Sala”,  il quale, considerata la valenza internazionale dell’evento, ha concesso il patrocinio morale ed il logo.   
In conferenza stampa, per l’Istituto di Alta Formazione erano intervenuti il presidente Antonio Verga, che aveva  parlato di un grande evento artistico di respiro internazionale; mentre il Direttore M° Giosué Grassia, aveva posto l’attenzione sul lavoro che il compositore ha fatto con sofferenza, nonché sull’impegno da lui profuso, affermando: ”Lo immagino nell’atto in cui sta mettendo insieme i pezzi”. Secondo Grassia, “la musica deve diventare il volano del turismo della città, perché è l’occasione per conoscere il territorio nei suoi elementi gastronomici e museali”. 
Non ci resta che ringraziare tutti questi professionisti che con la loro preparazione, realizzata con anni di studio e sacrifici, ci hanno dato modo di ascoltare opere di grande valore artistico.
 Vi è stata anche l’adesione dei produttori delle eccellenze locali, come aveva comunicato Verga in conferenza, secondo cui bisogna ”qualificare il turismo per cui il nostro Conservatorio è nato e sta continuando in questa direzione”. Infatti,  Il cartellone prevede la  replica di questo magnifico concerto il prossimo 17 luglio, presso il Teatro di Ostia Antica, mentre il 19 luglio, il  Musikverein di Vienna ospiterà l’ultima esibizione. Sarà un vero e proprio privilegio esibirsi nel Musikverein, il teatro  che viene definito, a ragion veduta, uno dei più importanti d’Europa.
Tra i sostenitori della rassegna vanno segnalati la società Agriges, l’ United Planet, l’International Mozart Communithas,  l’Associazione Opera in Roma Musica & Eventi,  la Samnium University of Music, l’ Associazione Mozart Italia, l’Ecosoc Unites Nations.  
Il nostro pensiero va, non ultimo, al direttore del Teatro Romano, il Prof. Ferdinando Creta, che da sempre dedica grande attenzione agli eventi culturali della nostra città e che è custode esemplare di un vero e proprio  gioiello:  il nostro Teatro Romano.
Maria Varricchio

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