Al BCT Festival, Ezio Greggio e Tony Servillo, due star del cinema, del teatro e della televisione

Al BCT Festival 2021 ha partecipato Ezio Greggio, una vera e propria stella del cinema e della televisione italiana.
Una grande ed attesissima presenza, che ci ha ricordato tutto il percorso della sua carriera con i brani dei suoi film più famosi ed il commento ad ognuno di essi. E’stato come continuare a vedere un amico del piccolo schermo, che in realtà non si è mai allontanato, che non abbiamo più potuto vedere a Teatro a causa della pandemia.
Grande gioia ho provato quando ho visto i proprietari che hanno aperto lo storico Teatro Massimo di Benevento, per farlo arieggiare. Mi sono ricordata della Rassegna Palcoscenico 2000, sicché, nel rivedere Ezio Greggio, ho provato grande nostalgia nel pensare alle belle serate trascorse al teatro, al cinema.
Quindi, il premio alla carriera, che gli è stato conferito, è pienamente meritato. Antonio Frascadore, direttore artistico, così si è espresso: ”Ezio Greggio rappresenta la storia del cinema e della televisione italiana. Le sue maschere, i suoi personaggi, le sue frasi lo hanno reso uno dei protagonisti assoluti della cultura del nostro Paese. Ha attraversato, protagonista e regista, decenni di piccolo schermo, regalando gioia e spensieratezza a milioni di persone. Una carriera unica che il Festival intende fortemente celebrare, premiandolo per un percorso che appartiene alla storia del nostro Paese”.
Greggio ci ha parlato dei suoi esordi in Telebiella, la prima televisione privata italiana, antesignana addirittura di quelle del Cavaliere Silvio Berlusconi. nel cui Canale 5 Greggio approdò, con il successo di pubblico, conducendo “Drive in”. E’ stato poi il primo conduttore di “Striscia la notizia”, il fantastico telegiornale di Antonio Ricci, il famoso ideatore della stessa, a cui il paese dei genitori, Circello, ha conferito negli anni ‘80 la cittadinanza onoraria, per testimoniare il suo legame con il Sannio.
Quando l’artista ha visitato la nostra città,  che in realtà non conosceva, si é detto entusiasta,  ma ci ha assicurato che la porterà sempre nel cuore.
Una conferma, questa, che la nostra Benevento può essere meta turistica, in cui la cultura può fare da volano.
Piazza Roma è stata poi la location di tanti altri artisti, tra cui anche Toni Servillo, che ha magistralmente ricordato l’opera ed il contributo alla cultura italiana di Eduardo de Filippo.
Abbiamo rivisto brani delle sue commedie più famose. Tra queste: “Filomena Marturano”, “Il sindaco del Rione Sanità”, ed ha creato in tutti noi la gratitudine a Servillo, che ci ha permesso di rivedere alcune scene interpretate  dal grande Maestro.
Ho sempre pensato che Eduardo rimarrà inimitabile, perché alla sua bravura si aggiungeva anche la mimica del volto, con le sue rughe, i suoi ammiccamenti, i suoi sorrisi, la burbera espressione del viso.
Un grandissimo interprete che ha trovato in Tony Servillo, un artista che gli ha saputo tributare onore, soprattutto  con la poesia di De Pretore, nato senza padre, abbondonato a sé stesso e costretto dunque ad imparare l’arte di a arrangiarsi, divenendo un ladro, che morirà ucciso.

Appena esalata l’anima, De Pretore si ritrova al cospetto del portiere del Paradiso al quale chiede subito di poter parlare con San Giuseppe, il suo santo protettore, a cui ha acceso lumini e candele quando era in vita. In realtà, San Giuseppe si sente un po’ in imbarazzo, perché un ladro ha chiesto la sua protezione. In un primo momento si rifiuta di aiutarlo, ma poi,  provata una certa commozione per  la situazione familiare che ha costretto  Vincenzo de Pretore a diventare un ladro, intercede per lui presso Dio.
A sua volta, il Padreterno gli ricorda che un comandamento vieta espressamente di rubare, ma S. Giuseppe, temendo di perdere “la faccia”, poiché non è riuscito a proteggere un suo devoto, decide di andar via dal paradiso,  seguito anche dalla moglie, Maria, dal figlio, Gesù, dai  genitori di Maria e dall’arcangelo Gabriele. La minacciata defezione di tutti questi personaggi, costringe Dio a ritornare sui suoi passi e chiede di ascoltare le ragioni di De Pretore.
Quest’ultimo, però, muore mentre conversa con Dio.
Le due ultime strofe racchiudono il senso della poesia “Vincenzo De Pretore”:
“N’ata voce dicette :”Su coraggio cercate di rispondere al Signore”
“Gnorsì già mi ha concesso l’alto onore.
Sul’isso me puteva perdunà.
Ce ll’aggio ditto ch’ero mariunciello e 
ca pe chesto songo muorto acciso. 
Fatemi rimanere in Paradiso!
Tengo… ‘ prumessa e voglio.. restà ccà…” 
Credenno ca paralava c’’o Signore, 
nzerraje pe’ sempe l’’uocchie De Pretore.”

Anche qui vediamo come nel Cinque Maggio del Manzoni, la presenza di Dio, nel momento finale della vita degli uomini, siano stati essi grandi o piccoli, presenza di sicuro conforto per i moribondi. Servillo ci ha letto anche le recensioni di Domenico Rea. Annamaria Ortense ed Enzo Moscato.
“Una scelta di testi – ha spiegato Servillo – che sono  sintesi  della capacità di Eduardo di costruzione del personaggio. Ogni volta che saliva sul palcoscenico la sua interpretazione era talmente grande da ”uccidere” la recitazione!”. 
Nella premiazione da parte di Gerardo Canfora, Rettore  dell’Università del Sannio, sponsor dell’evento, vi è stato da parte di quest’ultimo l’invito rivolto a  Servillo di voler prendere in considerazione anche Benevento, per una scuola di teatro e recitazione, laddove ha detto: ”Se decidesse di cambiare tavolo, si ricordi di noi”. 
La chiusura della V edizione del BCT è affidata, nel Teatro Romano, all’Orchestra Filarmonica di Benevento e al grande Silvio Orlando che reciterà “Pierino e il lupo”, di cui parlerò nel prossimo intervento.  
Maria Varricchio

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