Perifano traccia un cammino tra concretezza e utopia, improntato all’innovazione e non al nuovismo
Dopo quella di Moretti, il candidato sindaco di Civico 22, due giorni dopo, il 26 maggio, in una sala affollata e attenta dell’Hotel Traiano, vi è stata la conferenza stampa dell’Avv. Luigi Diego Perifano, candidato sindaco di “Alernativa per Benevento”.
“Sono un candidato indipendente”, ha esordito Perifano, “perché non ho tessere di partito, e credo che questo sia un vantaggio per poter interpretare al meglio tutte quante le possibilità e tutte le sfaccettature di questa nostra e bella coalizione “Alternativa per Benevento”. Naturalmente, siamo ai blocchi di partenza. Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, il mio compito sarà quello di verificare se è possibile andare oltre, se cioè è possibile rendere il nostro progetto ancora più attrattivo e coinvolgente. Le condizioni ci sono per continuare a lavorare. Però, questo è quello che dobbiamo fare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Oggi è l’occasione per fissare l’attenzione su alcuni concetti-chiave, sui quali chiederò poi di aprire un dialogo con la città. Ci sarà tempo per entrare nel dettaglio delle proposte e dei programmi. Per me, oggi è importante fermarmi su alcuni progetti”.
“La prima parola è dialogo”, ha precisato. “Noi abbiamo vissuto, in questi anni, troppi episodi di frattura fra le istanze della città e le rappresentanze istituzionali. Dobbiamo aprire un processo di riconciliazione, dentro il quale sia possibile anche comporre le questioni che ci sono, perché è giusto che una città viva di opinioni diverse, che viva di dialettica. Ma, cosa fondamentale, è che tutto poi venga ricomposto dentro un dialogo, che aiuti a trovare le soluzioni”.
“Abbiamo bisogno”, ha proseguito Perifano, “di una classe dirigente inclusiva. Vedete cosa si è verificato su tanti temi? I contrasti sulla organizzazione dei rapporti nel centro storico, fra commercianti e residenti, la vicenda dei pini nel Viale degli Atlantici, la problematica dei percorsi ciclabili, la sistemazione dell’area del Terminal. Ecco, ci sono state tante questioni nelle quali la città si è espressa vivacemente, attraverso comitati e associazioni, però vi sono state altrettante questioni sulle quali si è aperta una faglia, nel senso che si sono sviluppate più ragioni di contrasto, di incomprensione, piuttosto che di composizione delle questioni così come si dovrebbe, cioè con un dialogo costante continuo tra la pubblica amministrazione e quella che chiamiamo cittadinanza attiva”.
“Un’altra cosa che non mi persuade, come cittadino, non tanto come candidato sindaco, è questa eccessiva conflittualità tra i vari livelli istituzionale”, ha denunciato il candidato sindaco. “Credo abbiate fatto caso a come, spesso e volentieri, capita una questione, magari strategica per l’avvenire della città, in cui il nostro sistema territoriale, anziché fare squadra tende a dividersi, sulla imputazione dei meriti: questo l’ho fatto io, non l’hai fatto tu, il merito è mio piuttosto che tuo. Questo accade quando, invece, noi avremmo bisogno, date le condizioni della città e della provincia, dato il rischio di marginalizzazione costante che noi viviamo, di una forte armonia, di una collaborazione costante tra i livelli istituzionali”.
“Io dico che il sindaco della città”, ha poi ricordato Perifano, “i consiglieri regionali, la deputazione parlamentare devono marciare di pari passo, quando si tratta di difendere gli interessi del territorio. Le liti tra comari non servono: ci fanno fare passi indietro, ci fanno arretrare dove invece noi abbiamo la necessità di fare passi avanti e tenere molto unito e compatto il sistema territoriale. Ecco perché io dico: dialogo, riconciliazione, collaborazione continua fra i livelli istituzionali”.
“La seconda parola sulla quali io richiamo la vostra attenzione è: innovazione. Vedete innovazione è cosa diversa da nuovismo. Il nuovismo, a volte, si può risolvere in una suggestione estetica. L’innovazione è un metodo permanente di lavoro, e noi di quello abbiamo bisogno partendo da un dato che a voi non sfugge: siamo in una fase di cambiamenti tumultuosi, in cui le questioni aperte dalla pandemia hanno accelerato la necessità dei cambiamenti”.
“Lo stesso programma dell’Unione europea Next Generation Eu richiederà agli Stati membri, nel giro di due anni, la realizzazione di ben 50 riforme strutturali. Molte di queste riforme strutturali riguarderanno la pubblica amministrazione, perché parliamo del sistema di arruolamento del personale, quindi della modifica delle regole per i concorsi; parliamo della modifica del codice degli appalti; parliamo di telelavoro. Come vedete, avremo tempi strettissimi per adeguare la nostra capacità di programmazione e di risoluzione dei problemi a questo incalzare degli eventi”.
“Il metodo dell’innovazione permanente è quello che consente di essere flessibili, di intuire quali sono i cambiamenti e di apprezzare le soluzioni. Più che di nuovismo, noi abbiamo bisogno di innovazione. E il principale obiettivo della nostra capacità di innovare deve partire dalla visione della città. Vedete la programmazione strategica è un dato che negli enti locali esiste ormai dalla fine degli anni 90. Pertanto, deve diventare una concezione abituale anche per la città di Benevento. Noi abbiamo bisogno di affrontare il futuro con una visione strategica. E qui mi fermo per farvi una veloce considerazione. Badate: la consiliatura 2021-2026 sarà una consiliatura che segnerà un discrimine tra passato e futuro, in quanto, in questi 5 anni, abbiamo il lasso temporale di attuazione del Recovery Plan”.
“Stiamo parlando di un piano di investimenti straordinario”, ha ricordato Perifano, “che non ha precedenti nella storia, poiché rappresenta la risposta imponente dell’Unione Europea ai problemi economici creati dalla pandemia. Abbiamo, soltanto per quel che riguarda l’Italia, 138 e passa miliardi di spesa non vincolata, quindi abbiamo una prospettiva di grandissimo interesse. Ma, questi 5 anni, 2021-2026, coincidono anche con 5 dei 6 anni del ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027. Capite, quindi, che partita noi ci giochiamo? Capite che cosa c’è davanti a noi?”.
“Ecco, in questo abbiamo necessità di una visione strategica che accompagni questi processi. Noi non possiamo più inseguire i finanziamenti a come capita. Secondo la logica dell’opportunità, oggi c’è un bando, allestiamo più o meno velocemente un progettino (come è capitato per il bando sulla riqualificazione delle periferie che ha posizionato al 114° posto, su 120 richieste giunte alla Presidenza del Consiglio, i progetti presentati dal Comune di Benevento nell’era Mastella – ndr), facciamo un intervento dove capita. Questa logica deve essere completamente invertita. Dobbiamo partire da una analisi delle cose che vogliamo fare. E sullo scaffale delle opportunità dobbiamo ragionare, secondo quello che è necessario, secondo quello che è utile, e non secondo quello che capita”.
“Quindi, noi partiremo dalla impostazione di un piano strategico che contiene tutti gli elementi principali della visione dello sviluppo della città. Un piano strategico che non sarà una invenzione. Sarà un piano strategico che cammina di pari passo con gli asset principali contenuti sia nel Recovery Plan che nella programmazione 2021-2027, perché, ovviamente, l’Unione Europea ragiona, nel senso che non prevede una cosa in termini di interventi straordinari e un’altra in termini di interventi ordinari. Marceremo su questi binari, sui 5 fondamentali obiettivi che devono poi trovare spazio anche nella nostra visione di futuro della città: le politiche sociali, fondamentali, il turismo e la cultura, la transizione ecologica, lo sviluppo delle tecnologie digitali, la rigenerazione urbana”.
“Noi, quindi, non ci inventeremo niente”, ha precisato Perifano. “Svilupperemo la nostra iniziativa esattamente in linea con quelli che sono gli obiettivi strategici fissati dall’Unione Europea, perché Benevento deve ritrovare il suo posto nel mondo, perché noi apparteniamo a una Comunità che ha uno sguardo lungo, e dentro questa Comunità noi dobbiamo essere adeguati. Certo, il primo passo dove misureremo la nostra capacità di innovazione riguarderà la macchina amministrativa comunale. E’ lì che dobbiamo mettere mano, perché se vogliamo essere al passo coi tempi e vogliamo garantire che la qualità della nostra progettazione si trasformi anche in realizzazioni concrete, è certo che dobbiamo cominciare da lì per capire cosa non va”.
“E’ ovvio”, ha osservato l’avvocato amministrativista, “che noi abbiamo un problema di turnover; “abbiamo un problema di personale alle soglie della pensione; abbiamo una struttura che non è funzionale perché sono pochi i casi di integrazione orizzontale, una struttura in cui si lavora per compartimenti-stagno; ma, soprattutto, abbiamo bisogno di nuove professionalità, che sono quelle che consentono alla macchina amministrativa di reggere il passo con i tempi. Mi ha colpito particolarmente una considerazione fatta da un consigliere di lungo corso, che è stato anche assessore, parlo di Luigi De Nigris, il quale, in una nota pubblicata da Il Vaglio, ultimamente scriveva: “Ciò che non è più rinviabile è la profonda riorganizzazione interna dell’Ente, che con il passare dei giorni appare sempre più incerta, in affanno e contraddittoria. Il rafforzamento e il miglioramento della capacità amministrativa è fondamentale, non solo per farsi trovare pronti alla sfida della programmazione e dell’utilizzo delle risorse che saranno messe a disposizione””.
“Questo lo dice una persona che ha conosciuto bene quella macchina comunale. Quindi, la nostra prima preoccupazione e il nostro primo obiettivo deve essere quello di innovare le procedure, innovare i risultati dei processi decisionali e di stare al passo coi tempi e saper reggere la sfida”.
“La terza parola fondamentale è la manutenzione. E per manutenzione, io intendo manutenzione sociale e manutenzione urbana. Manutenzione sociale significa avere cura delle persone. E noi non possiamo non considerare quello che è avvenuto in questo anno e mezzo di pandemia Covid-19. Le cose non sono più come prima, non sono restate come erano. Ci sono situazione che magari hanno retto all’urto delle difficoltà, ma ci sono anche tante persone, tante categorie, tanti strati sociali, che sono diventati più fragili”.
“E noi non possiamo non partire dalla consapevolezze di queste fragilità”, è stata la riflessione di Perifano. “Ne abbiamo già parlato negli incontri svolti fra le forze della coalizione. Siamo consapevoli che c’è una sofferenza fortissima nel settore del commercio, nel settore del pubblici esercizi. Ed è lì che dobbiamo profondere il massimo delle energie, per dare delle risposte. Badate: dobbiamo fare attenzione a quello che succederà, dopo il 30 di giugno. Io vi confesso che avrei preferito la soluzione del ministro Orlando, secondo cui, data la gravità della situazione occupazionale, vi sarebbe dovuto essere uno spazio di respiro rispetto al blocco dei licenziamenti. Poiché non è stato possibile, dobbiamo stare attenti a quello che accadrà, perché noi a ottobre ci potremo trovare nel pieno di una emergenza sociale, rispetto alla quale la pubblica amministrazione non può essere indifferente. Le forze politiche non possono essere indifferenti”.
“Se toccherà a noi”, ha assicurato, “vi anticipo che io ripristinerò la delega dell’Assessorato al Lavoro, per fare in modo che vi siano una costante sensibilità e un monitoraggio di tutte le problematiche che possano avere riflessi negativi per la situazione sociale e occupazionale”.
“E guardate: C’è un’altra parte della nostra città che ha sofferto tantissimo la pandemia. Non dobbiamo dimenticarcene. Sono i giovani. Spesso, in questo periodo, i giovani sono stati un po’ messi nel mirino, nel senso che, alle volte, sono stati visti come degli untori, dei potenziali diffusori del contagio. Ma vi siete mai chiesti, in questo lungo periodo, quanto hanno sofferto i giovani, anche quelli della nostra città? Pensate alle decine di ragazzi che, per un anno e mezzo, hanno visto completamente rarefatti i loro rapporti con il resto del mondo. Sono stati privati della possibilità di socializzare, con conseguenze di disagio psicologico, che sono state fortissime. Pensate a quanti avevano preparato per tempo un concorso e hanno dovuto sospendere per un anno la possibilità di giocarsi una opportunità per entrare nel mondo del lavoro. Pensate alle tante coppie che magari aveva programmato di avviare un percorso di vita coniugale e sono state bloccate in questa aspirazione. Pensate a tanti giovani che hanno dovuto rinviare il momento della laurea.
Ecco, per quello che mi riguarda, rispetto ai problemi di questo mondo, la nostra coalizione, “Alternativa per Benevento”, deve essere in grado di sviluppare una iniziativa straordinaria, perché noi dobbiamo pensare a una Benevento che sia accogliente, per i ragazzi e per i giovani, che sia una città che possa essere vissuta dalle nuove generazioni, che sono il futuro, il sangue fresco che deve circolare nell’organismo della nostra comunità”.
“E quando sostengo di avere cura delle persone”, ha ribadito, “dico anche che a noi non sfugge un altro dato, che è la necessità di assumere iniziative forti a contrasto della povertà. Noi, già prima della pandemia avevamo 1.700 famiglie che affidavano la loro possibilità di dignitosa sopravvivenza al reddito di cittadinanza. Sappiamo benissimo che la povertà è aumentata e che dilaga. Una situazione, questa, rispetto alla quale il Comune sarà chiamato a dare un impulso veramente forte alle politiche sociali, attraverso una interazione costante con le associazioni del volontariato, con il terzo settore, con chi opera sul campo, in una logica che deve essere quella della coesione, dell’inclusione, perché dobbiamo essere consapevoli del fatto che la nostra comunità corre anche dei pericoli di disgregazione. Manutenzione significa anche aver cura della città, una cura in cui diventa di straordinaria importanza la ordinaria amministrazione“.
“Noi abbiamo bisogno anche di questo. La nostra è una città bella, ma trascurata. Affrontare i problemi della vivibilità quotidiana, porsi il problema del benessere, cioè del vivere bene e del vivere meglio nella città di Benevento è una risposta che dobbiamo dare alla cittadinanza in termini di fatti concreti. Una città più accogliente, più pulita, più ordinata deve essere anche l’obiettivo di chi si propone di amministrarla. Abbiamo il tema, importantissimo, del verde pubblico, rispetto al quale siamo molto dietro, nelle graduatorie nazionali. Abbiamo solo 4 alberi per ogni 100 abitanti (e Mastella ne vuole anche tagliare la parte più importante – ndr) e una condizione dei giardini che vedete tutti essere praticamente in abbandono. Dobbiamo ritornare a quella idea di città verde che ispirò, consentitemi di ricordarlo, un grande assessore all’Ambiente che è stato Enrico Castiello. Ricordo come, con Castello all’Ambiente, questa città abbia vissuto un momento straordinario dal punto di vista della cura del verde”.
“Con la cura del verde, va risolto il problema della pulizia della città, che risente di un insufficiente spazzamento delle strade. Non possiamo pensare magari di tenere pulita la vetrina cittadina. Dobbiamo fare in modo che l’igiene urbana funzioni un po’ dappertutto. C’è poi il tema della qualità dell’acqua. A questo proposito, devo dare atto all’associazione Altrabenevento di aver posto un tema importante che è quello della estensione della fornitura idrica di acqua buona a tutta la città. Questo è un tema che non intendo abbandonare, in quanto è di vitale importanza per la città e che riguarda gran parte della città”.
“Questa della qualità dell’acqua è una questione che approfondiremo, così come affronteremo quella della qualità del’aria. Sapete bene che Benevento ha un indice molto preoccupante di diffusione delle polveri sottili. Ditemi voi se possiamo continuare a vivere in una città permanentemente assediata dal traffico automobilistico. E’ una cosa, secondo me, insostenibile. Quindi, il tema della mobilità sostenibile, il tema dello sviluppo dei percorsi ciclabili, il tema del potenziamento del trasporto pubblico di nuova generazione (sostituzione del diesel con l’energia elettrica) debbono essere affrontati”.
“Prendersi cura della città significa”, ha sostenuto il candidato sindaco di origini socialiste, “anche affrontare con coraggio lo stato del patrimonio edilizio pubblico, dalla messa in sicurezza antisismica all’efficientamento energetico. Il tema deve essere la rigenerazione urbana. Abbiamo una città in cui c’è stato fin troppo consumo di suolo. Non abbiamo bisogno di estendere ulteriormente gli insediamenti di edilizia abitativa. Abbiamo, invece, bisogno di riqualificare, di rinnovare quello che c’è. Ci sono tanti altri argomenti sui quali ovviamente avremo la possibilità di ritornare nel corso di questa lunga campagna elettorale. Vi chiedo scusa in anticipo se su alcuni temi sono andato solo per capitoli generali. Sono stato sicuramente omissivo su tante altre questioni, ma, capite bene, che oggi era l’occasione per un primo scambio. Lascio, quindi, spazio alle vostre curiosità e alle vostre domande. Oggi inizia un cammino lungo e impegnativo”.
“Dalle cose che ho detto”, ha ribadito infine Perifano, “è un cammino che dobbiamo svolgere tra concretezza e utopia, tra il farci carico dei problemi e delle emergenze, senza rinunciare ad avere una prospettiva, uno sguardo lungo su quello che deve accadere, su quello che dovrà essere il percorso di questa città fra il 2021 e il 2030, un’altra data simbolica, quella che ci accompagna alla realizzazione della transizione verso le città sostenibili. Quindi, concretezza e utopia. Piedi ben piantati per terra, ma con lo sguardo sempre rivolto verso l’orizzonte, con determinazione e con fiducia. Un cammino che dobbiamo compiere, e che mi piacerebbe compiere con il monito di Papa Francesco. Che sia chiaro: è un riferimento anche per tantissimi laici come me. Dobbiamo farlo, questo cammino: camminare cantando. Che le lotte e le nostre preoccupazioni non ci tolgano la gioia della speranza. Vi ringrazio per l’attenzione”.
L’avv. Luigi Diego Perifano, 62 anni, a giugno, è un candidato civico di area. Ha sempre vissuto in questa città, nella quale ha realizzato la sua professione e costituito la sua famiglia. E’ beneventano da almeno 4-5 generazioni. Rispondendo a una domanda sulla sua iniziale poca propensione a candidarsi, ha precisato che, rispetto agli amici che lo sollecitavano a scendere in campo, avrebbe accetto la candidatura se ne valeva la pena, dal momento che lui non è interessato a fare carriera politica, non ha prospettive di scalate al Parlamento regionale o a quello nazione. “ho solo la possibilità di mettermi al servizio della mia città”, ha infine affermato.
A proposito poi dell’accusa di Mastella, secondo cui Perifano sarebbe iscritto al Grande Oriente d’Italia, una Loggia, rispetto alla quale egli già da gennaio scorso avrebbe attivato le procedure per uscirsene, il candidato sindaco di “Alternativa per Benevento” ha precisato che quell’accusa scaturisce dal fatto di essere considerato da Mastella un avversario molto competitivo.
Escludiamo che questa accusa abbia fatto breccia nei M5S, dal momento che la stessa senatrice pentastella Sabrina Ricciardi, in una sua replica rispetto ad una rivendicazione di merito da parte di Mastella, ha detto, stizzita, che lui non si rende conto che la sua intolleranza lo induce a “non avere una proficua collaborazione con le altre forze politiche istituzionali a prescindere dagli accordi elettorali”, “mentre ogni giorno si scomoda per suggerire al Movimento con chi deve fare alleanza”.
Da parte del sindaco c’è stato una gratuita intromissione in casa dei 5 Stelle, allorché li ha richiamati al rispetto del loro statuto che impedisce di avere nel proprio seno iscritti alla massoneria e, di conseguenza, di appoggiarne la candidatura.
Insomma, è come se il sindaco avesse detto a qualcuno che il suo comportamento, non coerente rispetto al suo codice etico, deve cambiare, laddove la persona richiamata non è né fratello, né figlio, né lontano parente del sindaco. Una intromissione in casa d’altri, questa, che, secondo il giornale di Mastella, il sindaco avrebbe “sapientemente” posto in essere per far desistere i 5 Stelle dal fare alleanza con il centro sinistra.
Secondo la logica di Mastella, i 5 stelle non dovrebbero, soprattutto a livello governativo, stringere alleanze con altre forze politiche, poiché in queste forze, vi potrebbero essere ministri, sottosegretari, nonché deputati e senatori della maggioranza iscritti a qualche Loggia massonica. Infatti, anche nella Giunta di Mastella, avrebbe denunciato il Fatto quotidiano, ci sarebbe un massone, nella persone di Alfredo Martignetti, che sarebbe iscritto alla Loggia Federico Torrre. Ma quando Altrabenevento lo ha ricordato al sindaco, questi si è affrettato a esprimere solidarietà al suo assessore.
Poi, rispondendo ad una domanda relativa alla non adesione dei 5 Stelle ad “Alternativa per Benevento”, Perifano ha auspicato che “il M5S si possa aggiungere alla nostra squadra”. “Lo auspico”, ha precisato, “perché il Movimento ha partecipato attivamente alla redazione delle proposte programmatiche, dove c’è il contributo di tutti. Questo io lo devo sottolineare, altrimenti faremmo torto alle tante intelligenze che si sono messe all’opera. Devo anche riconoscere che la rappresentanza consiliare del M5S, in questi anni, è stata una rappresentanza consiliare attiva. Si è fatta sentire, ha fatto opposizione. Sono persone che io stimo per l’impegno politico che hanno avuto. Naturalmente, ci sono tempi e modalità che non dipendono da noi, che non dipendono da me. Io ho massimo rispetto di quelle che sono le dinamiche all’interno dei vari partiti. Il M5S, lo sapete tutti, è in una fase di transizione. C’è qualche questioncina aperta, perché il passaggio di consegne al nuovo capo politico sta presentando dei problemi. Vedremo come va. Io sono fiducioso. Nel frattempo, continuiamo a lavorare e continuiamo nel solco che abbiamo tracciato insieme”.
Giuseppe Di Gioia