In conferenza stampa Angelo Moretti rivela una certezza: noi arriveremo in ballottaggio
Non si sa quanti cittadini e quanti politici abbiano percepito che il sindaco Mastella, non con la elaborazione dei massimi sistemi, ma con l’alimentazione delle clientele, sta lavorando, indisturbatamente, in funzione della sua rielezione. Infatti, ha prorogato al 31 dicembre 2021 l’occupazione gratuita, allargata anche rispetto alle precedenti superfici autorizzate, del suolo pubblico da parte dei gestori di Bar, Pub, Pizzerie e Ristoranti, dal momento che lo stare chiusi in un locale, ancorché ampio, può favorire, a giudizio del Comitato Tecnico Scientifico, eventuali contagi da Covid. La ricerca del consenso risiede proprio nel modo con cui il sindaco abbia voluto prorogare fino a quella data l’occupazione del suolo pubblico, quando è risaputo che, dalla fine settembre in poi, mese in cui con la ultimazione delle vaccinazioni avremo debellato il Covid, non è piacevole fare consumazioni all’aperto.
L’assessore delegato allo sport, Enzo Lauro, ha comunicato che il 21 maggio “la Giunta comunale ha deliberato di adottare ulteriori misure dirette a sostenere le società e le associazioni sportive, mettendole nelle condizioni di far fronte a questo particolare momento di emergenza e di crisi economica dovuta alla pandemia da Covid-19”. La Giunta, “in particolare ha stabilito di differire di un anno il termine di scadenza dei contratti di concessione degli impianti sportivi comunali, le cui attività, a causa del coronavirus, hanno subito la riduzione/sospensione parziale o totale nel periodo marzo 2020/aprile 2021”. La misura “è tesa al riequilibrio economico e finanziario delle concessioni di durata in essere”.
Ma le risorse di Mastella, alla ricerca di consenso favorendo clientele, sono inesauribili. Chi non ricorda che, durante la campagna elettorale amministrative del 2016, propose di corrispondere il reddito di vita (una specie di reddito di cittadinanza) ai meno abbienti, una misura, questa, che rientrava nel suo programma, non realizzato in nessun punto? Addirittura, quando, nella campagna elettorale politica del 2018, i 5 Stelle proposero il reddito di cittadinanza, disse addirittura che lui ne era stato antesignano. Ma quando venne approvato, nel gennaio 2019, il decreto-legge che lo istituiva, disse che era una elemosina, non una buona idea quella di corrispondere tale indennità, in attesa che per i rispettivi fruitori venisse trovata una occupazione, in un momento in cui mancava il lavoro.
Due mesi fa, sempre in funzione elettorale a nostro avviso, ha proposto l’utilizzo dei fruitori del reddito di cittadinanza per Progetti Utili alla Collettività (PUC). Al suo avviso pubblico, hanno risposto 157 persone, un numero che ha messo il sindaco in condizione di dire che Benevento, in Italia, è la città in cui vi è stata la maggiore adesione di persone ad essere impiegate per tali progetti. Ma i PUC presso gli Enti pubblici sono stati concepiti dal legislatore come progetti e servizi assolutamente temporanei, legati ad esigenze straordinarie. Molti di quelli che hanno accolto l’invito del sindaco, hanno pensato magari che, di proroga in proroga, sarebbero diventati dipendenti comunali, o dell’Asia o dell’ente dal quale sarebbero stati utilizzati per tali progetti.
Recentemente, una misura amministrativa, quella di apporre i numeri civici davanti ad ogni accesso che si affacci su di una strada, è stata da lui trasformata in una iniziativa politica. Infatti, con una delibera di Giunta, ha deciso di fare appiccicare i numeri civici davanti a tutti le abitazioni rurali, per rendere più agevole il lavoro dei portalettere che operano nelle campagne. Ma il sindaco evidentemente non sa che i portalettere conoscono, uno per uno, gli abitanti delle contrade assegnate ad ognuno di loro.
E per dare risalto a questa iniziativa di ordinaria amministrazione, da lui strombazzata in un incontro pubblico, tenuto il 22 maggio, con tutto il suo codazzo di assessori e tecnici comunali, sul piazzale antistante la chiesa dei Santi medici Cosma e Damiano, con i cittadini di Santa Clementina, ma soprattutto con la stampa, per dire che è allo studio dell’amministrazione un piano di rilancio della zona che comprende il tracciato della via Appia e la riqualificazione della omonima stazione, non da Mastella, aggiungiamo noi, ma da Rete Ferroviaria Italiana, quando la ferrovia Valle Caudina sarà gestita da Rft. Il suo giornale di carta stampata, infatti, ha dedicato alla sua trovata un articolo aperto su sei colonne per riferire che sono state censite 2.500 famiglie e 45 nuove strade, in un momento in cui il sindaco, ma questo il suo giornale non lo ha detto, avrebbe dovuto, per usare un eufemismo, fare ammenda del fatto di aver trascurate le campagne per 5 anni, quelle campagne che, stante una sua sortita demagogica di 5 anni fa, non erano approvvigionate dall’acquedotto e di gas metano, sicché 15-20mila cittadini, a suo dire, erano private di tali servizi.
La circostanza ebbe anche un risalto televisivo nei talk show de La7, la emittente più frequentata da lui anche adesso, senza che nessuno dei suoi competitori allora potesse contraddirlo. Sarebbe bastato che questa emittente, se avesse voluto rispettare la par condicio, avesse chiamato Marcellino Aversano, allora presidente della Gesesa, la Spa che gestisce i servizi idrici in città e in altri 21 comuni della provincia, perché dicesse, come disse subito in un comunicato finito nel dimenticatoio, che soltanto 4-5 contrade sulla strada per Pietrelcina non erano approvvigionate dalla Gesesa. Questo signore, poi, eletto in una lista ispirata dal Pd nella coalizione di centro sinistra, poco dopo l’insediamento del Consiglio comunale, resosi conto che non era di suo gradimento sedere nei banchi dell’opposizione, passò subito nello schieramento mastelliano, ma facendo anche diversi salti della quaglia tra i vari gruppi, anche in quelli costituitisi in dissenso con Mastella. Ma, dopo aver votato per Luigi Abbate il 20 settembre 2020, il candidato mastelliano eletto al Consiglio regionale, divenuto organico a Mastella, Aversano subisce la più grave delusione della sua vita, una delusione che lo costringe a dimettersi da consigliere comunale, perché il capo di gruppo mastelliano, tutt’altro che riconoscente verso questa ufficiale annessione al partitino di Mastella, in una delle ultime sedute del Consiglio comunale, tenutasi da remoto, per richiamare la presenza di Aversano nel Consesso dal momento che era venuto meno il numero legale, disse, con i microfoni aperti: “chiamat a chillu pep”.
Ma questi sono gli accadimenti più recenti che hanno continuato a contraddistinguere l’iniziativa di Mastella nella ricerca, nel modo a lui più congeniale, del consenso. Fino ad ottobre quando si voterà, ne vedremo ancora, di altre sortite. Di criticità del suo operato ve ne sono, però, quanto bastano per cacciarlo da Palazzo Mosti. Ancora nelle settimane scorse, si è posto al di sopra dei CTU della Procura della Repubblica che hanno salvato i pini di viale degli Atlantici, di via Pacevecchia e di via Fratelli Rosselli, ed ha sostenuto anche, in funzione del loro abbattimento, che la pericolosità dei pini viene vissuta da molte città italiane, a cominciare da un comune della provincia di Agrigento, il cui sindaco avrebbe deciso di tagliare dei pini per proteggere i suoi concittadini. Intanto, il sindaco e l’assessore ai LL.PP., Mario Pasquariello, hanno già fatto sapere, evidentemente in chiave elettorale, che provvederanno a livellare il fondo stradale di Viale degli Atlantici, ridotto nella sua larghezza dall’agronomo Giuseppe Cardiello, il perito che, nominato da loro, aveva decretato il taglio del 60% dei pini che rendono invitante alla passeggiata quella importante arteria cittadina.
E, per affermare questa sua avversione per il verde, lui e l’assessore ai LL.PP. hanno pensato anche di tagliare platani e tigli lungo via Avellino, non perché siano pericolanti, ma per rendere percorribili i marciapiedi da pedoni e carrozzelle, un problema, questo, che potrebbe essere risolto tagliando la folta vegetazione alla base di quegli alberi e allargando di 50 centimetri i marciapiedi.
Ancora di recente, il sindaco ha consentito che un suo assessore, l’avv. Gerardo Giorgione, assumesse la difesa di due persone tra quelle accusate di aver distrutto il parcometro di piazza Cardinal Pacca e di aver posto in atto una estorsione nei confronti di Trotta bus, la ditta che svolge, per conto del Comune di Benevento, il servizio urbano di trasporto pubblico. “E’ opportuno”, si domanda Pasquale Basile, promotore di “CivicA”, la formazione che farà parte della coalizione di centro sinistra guidata da Luigi Perifano, “che un assessore della città difenda chi è accusato di gestire parcheggi abusivi, e dunque contro gli interessi del Comune che rappresenta?” Va ricordato che il partito di Mastella (Noi Campani), di cui, pare, fa parte Giorgione, sottolinea “CivicA”, era intervenuto proprio per ringraziare le forze dell’ordine che avevano portato avanti l’operazione.
La mattina del 25 maggio il sindaco ha posto in essere un’altra operazione, evidentemente in chiave elettorale, quando ha accolto nell’aula consiliare di Palazzo Mosti i 36 giovani che parteciperanno al progetto di servizio civile presso il Comune di Benevento. Nella foto diffusa del Comune, unitamente al comunicato, si vedono questi giovani tutti accalcati alle spalle del sindaco, anche se equipaggiati di mascherina. Viene da domandarsi, a questo punto, perché, da remoto, si tengono conferenze stampa e sedute consiliari, quando poi si consentono incontri di questo tipo? L’intento lo abbiamo già sottolineato.
Orbene, rispetto a tutto questo, gli oppositori di Mastella si sono divisi, favorendo il gioco del sindaco. Dalla coalizione più robusta, quella di centro sinistra, denominata “Alternativa per Benevento”, si è defilato Civico 22, subendo, in conseguenza di tale decisione, una scissione al suo interno, una scissione minimizzata, in apertura della conferenza stampa tenuta il 24 maggio da Civico 22 davanti alla propria sede elettorale in via Traiano, da Gabriella Giorgione, l’animatrice del “Sale della Terra”, il consorzio di cooperative che ha partorito la formazione civica e che è presieduto da Angelo Moretti, candidato sindaco di una coalizione che dovrebbe essere costituita da quattro liste.
Gabriella Giorgione ha, infatti, comunicato che gli iscritti a Civico 22 sono 110, rispetto ai 144 di prima della scissione, a dimostrazione che l’organizzazione prosegue il suo cammino senza essersi mai fermata. “Sapete tutti che Civico 22” – ha aggiunto – “nasce ufficialmente il 9 dicembre del 2019. Abbiamo lavorato, in questo lasso di tempo con circa 300 persone che hanno scelto un percorso laboratoriale in base alle proprie professioni, ed abbiamo lavorato con il supporto di mezze telematici , per non rimanere bloccati dalla pandemia. Questo, però, ci ha consentito di essere più uniti, nel periodo in cui non potevamo stare insieme, perché era tanta la voglia di disegnare un nuovo volto per questa città”.
Questo passaggio testimonia il protagonismo di Civico 22 nell’assumere la guida della città, un protagonismo che, sebbene possa avere l’apporto di forze minori, può non essere vincente nella prossima sfida per il rinnovo del sindaco e del Consiglio comunale di Benevento. Che Angelo Moretti sarebbe dovuto essere il candidato sindaco in questa sfida, una volta realizzato il coagulo con altre forze del civismo e del ceto politico, lo si sapeva già da quando Civico 22 è stato fondato dal predetto Angelo Moretti, da Ettore Rossi, da Pasquale Orlando e da Pasquale Basile. Un gruppo, questo, dal quale si sono defilati Pasquale Orlando, che ha assunto la guida di Italia Viva, e Pasquale Basile, con un gruppo consistente di soci, dopo che Angelo Moretti ha abbandonato la coalizione di Alternativa per Benevento, non essendo stata soddisfatta la sua richiesta, per le stesse ragione per cui non era stata soddisfatta quella di Nicola De Luca, di convocazione delle Primarie, una volta che non era stato individuato in lui il candidato sindaco.
Insomma, il candidato sindaco sarebbe dovuta essere una persona che, espressa dalla coalizione al termine del percorso di elaborazione programmatica, non avrebbe dovuto provenire da un retaggio politico-amministrativo della città. In altre parole, avrebbe dovuto avere la statura fisica, la taglia del vestito, il numero delle scarpe, il colore della camicia e della cravatta di Angelo Moretti.
Dispiace che sia venuta a mancare, alla coalizione di centro sinistra, l’apporto di Civico 22, una formazione che non può essere paragonata a quella, di modestissima consistenza, di PER, che ancor prima di Civico 22 aveva marcato la distanza dalla coalizione, insieme a Europa Verde, rappresentata in Campania da Angelo Bonelli.
La coalizione guidata da Angelo Moretti, oltre a Civico 22, dovrebbe comprendere, infatti, Europa Verde, Popolari in Rete, PER, il sostegno di Altrabenevento, e l’apporto di Mezzogiorno Nazionale di Pasquale Viespoli, se l’incontro con il già sindaco di Benevento e già sottosegretario al Lavoro, ha precisato Moretti nel suo intervento a conclusione della conferenza, sarà positivo. Non v’è dubbio, però, che l’adesione di Mezzogiorno Nazionale farebbe perdere il carattere non di destra della coalizione guidata da Moretti.
Prima di Moretti è intervenuto Raffaele Arigliani, un fan del candidato sindaco, che ha diretto la scuola politica di Civico 22. Arigliani, nel suo lungo intervento, riferito alla vicenda beneventana, ha detto che la guida politica della città in questi ultimi 5 anni, estrinsecatasi anche in telefonate paternalistiche, non è stata rassicurante. Così, ha aggiunto, è nato Civico 22, guidato da Angelo Moretti, presidente del consorzio il “Sale della Terra”, una struttura finanziaria che fattura 20 milioni di euro all’anno e che ha oltre 300 dipendenti in tutta Italia. Poi sono intervenuti Argenio Parente, Giovanni Calabrese e l’avv. Rita Tretola, la quale si è detta convinta che dopo questa esperienza elettorale, quale che sia l’esito, Civico 22 continuerà ad essere un punto di riferimento di ricchezza valoriale.
Moretti ha esordito con una metafora, quella secondo cui Civico 22, da piccolo fiocco di neve è diventato una valanga. “Questa valanga”, ha sostenuto, “serve a poter parlare, a non fare una lista da far competere ogni 5 anni per poi farla scomparire, poiché non ha radici. L’idea invece è quella di fare una operazione totalmente nuova e di partire da un presupposto, secondo cui le forze civiche sono vincenti in questa città, indipendentemente dal fatto di essere una novità. Benevento può fare la differenza nel Mondo”, ha affermato Moretti, dopo aver citato che l’Arco eretto da Traiano, distante pochi metri dalla sede elettorale di Civico 22, contiene un segmento che raffigura la distribuzione, da parte dell’imperatore, degli alimenti ai poveri, acquistati con il tasso di interessi pagato da coloro ai quali Traiano aveva assegnato gratuitamente le terre per popolare le campagne. “Questo è un fatto di intelligenza politica”, ha affermato, “che può caratterizzare l’accoglienza”.
Poi, per stabilire evidentemente una vicinanza con Pasquale Viespoli, riprendendo quanto detto da Arigliani, a proposito delle misure penali alternative al carcere, ha parlato della legge che porta il nome del defunto Alberto Simeone, eletto deputato, nel 1994 e nel 1996, nelle liste di polo di centrodestra di cui faceva parte AN, il partito di Simeone. “Questa legge”, ha ricordato, “dava il diritto alle persone detenute di poter scontare la pena in forma alternativa alla cella, perché la Costituzione Italiana non prevede la cella, prevede invece la misura penale come rieducazione del detenuto. Questo significa che la nostra città ha una visione nuova delle misure alternative. E se noi poi le abbiamo applicate, queste misure, è perché siamo dentro una volontà politica che ha espresso una intelligenza dentro questa città, una intelligenza che ha consentito la novità”. Non ha detto però che Generoso Simeone si è scontrato con la maggioranza giustizialista del suo partito, per aver voluto questa legge, che in una riedizione di qualche anno fa, è stata giudicata dalla Santanché legge sfolla carceri, quando questa donna, non ancora approdata in Fratelli d’Italia, era la pasionaria di Berlusconi.
Poi Moretti ha parlato della transavanguardia, “una provocazione artistica che, immaginata da Mimmo Paladino in questa città, scuote l’arte nel Mondo”. “Sappiamo bene”, ha proseguito, “che al quinto anno di vita della Giunta Mastella, si sta facendo un progetto per l’Hortus Conclusus. Però, sta di fatto che ci eravamo dimenticati di quest’Hortus, che è la transavanguardia nella nostra città, realizzata da un’artista di fama internazionale della nostra terra. Adesso, qualcuno si ricorda che l’Hortus è in stato di abbandono da troppo tempo. Questo significa che noi abbiamo delle testimonianze artistiche importanti, ma non le valorizziamo”.
“Abbiamo una cultura straordinaria”, ha affermato, “ma non c’è la predisposizione giusta per stare intorno a quell’Hortus. Noi dobbiamo dire che non basta vincere le elezioni, dobbiamo essere al centro di una narrazione della nostra città. Noi dobbiamo dire che quelle cose, dall’Arco di Traiano all’Hortus Conclusus, già ci sono, a testimonianza dei valori di cui disponiamo. Noi, per qualità di vita, siamo all’81° posto in classifica. Abbiamo perso 9 posizioni. Quindi, mentre abbiamo tutte queste ricchezza straordinarie, mentre siamo città Unesco, mentre siamo cuore della civiltà dei Longobardi, scendiamo ancora sulla qualità della vita”.
Dopo aver detto che in Europa il sovranismo non ha vinto grazie ai Verdi, si è domandato: “Perché noi dobbiamo aspettare qualcun altro per fare quello che possiamo già fare noi? E’ finito il percorso, che noi comunque abbiano fatto, cercando di creare coesione con il ceto politico attuale, nell’ottica della volata, non nell’ottica di essere il soggetto numerico che si aggrega. E’ Finito, quindi, quel tentativo di dialogo, fatto in un modo che indubbiamente non abbiamo gradito, perché non si può andare ad un tavolo con il ceto politico dove si vota a maggioranza, in una situazione in cui il civismo è rappresentato solo da uno o due soggetti. Il tentativo è stato interessante, perché la nostra funzione non era quella di dover rottamare gli altri. Pensiamo invece che sia il caso di dover dare voce all’innovazione in politica. E se questa voce si deve ridurre a un numero su molte sigle, è naturale che è destinata a scomparire”.
“Allora, noi diciamo: partiamo da questa forza, per annettere altre forze civiche. Oggi abbiamo fatto la nostra conferenza stampa perché in questa settimana si formalizzerà la coalizione con altre forze. C’è Europa Verde, ci sono i PER, c’è il gruppo di Altrabenevento, c’è il gruppo dei Popolari in Rete, c’è il gruppo che fa capo a Mezzogiorno Nazionale. C’è, insomma, una serie di dialoghi che in questa settimana diventeranno una coalizione”.
“La coalizione”, ha precisato ancora Moretti, “non ha una sua definizione di destra o di sinistra (ma in essa ci sarà Mezzogiorno Nazionale – ndr), poiché, essendo civica, ha soltanto dei valori, riconducibili all’ecologia integrale, al civismo presente in una città in maniera organizzata”.
Infine ha dichiarato: “noi non stiamo pensando agli apparentamenti, come qualcuno già oggi ha scritto. Stiamo pensando di arrivare noi al ballottaggio, sapendo che sia difficile vincere al primo turno. Arrivare, però, al ballottaggio, per noi è una condizione molto, molto possibile”.
Giuseppe Di Gioia