Mastella, da irriducibile accusatore di De Luca, ne diventa il più sperticato adulatore
Non accenna a placarsi la querelle tra Mastella e il Partito Democratico. La diatriba, avviata da Mastella nei confronti di Luigi Perifano sulla questione Luminosa, “lascia intravedere”, osserva Erminia Mazzoni nel comunicato del 26 aprile, da noi pubblicato integralmente nel precedente “pezzo”, “una certa fuga in avanti di Mastella, difficile da spiegare se non con una sua percezione, anche preoccupata, di un’eventuale papabilità dell’ex presidente ASI”.
Su diverse questioni, Mastella cerca di attribuire a sé e al “suo” consigliere regionale Luigi Abbate meriti che non gli appartengono. Andiamo per ordine. Il 30 marzo scorso, Umberto Del Basso De Caro in un comunicato scrive: “Con riferimento all’agognata “ri-statalizzazione” della linea ferroviaria “Benevento-Cancello”, nella giornata di ieri l’altro, EAV e RFI hanno firmato, dopo una serie di incontri, un accordo per procedere al passaggio della tratta a Reti Ferroviarie Italiane. Il verbale dell’anzidetto accordo è stato trasmesso alla Regione Campania per gli adempimenti di competenza. Nel frattempo, EAV ha già avviato le procedure propedeutiche all’esecuzione dei lavori e delle opere connesse all’aggiornamento del “segnalamento ferroviario”, degli “armamenti”, della “trazione elettrica” oltre a un restyling delle stazioni. Come è noto, RFI ha un’assegnazione di 120 milioni di euro all’uopo appostati durante il Ministero Del Rio. La Regione Campania è stata sollecitata dalla Direzione generale del MIT affinché si proceda quanto prima alla formalizzazione del passaggio”.
Il Partito Democratico pone in risalto la ricaduta di risorse del PNRR nel Sannio
Alle ore 10,58 del 26 aprile, la federazione del Partito Democratico diffonde questo comunicato: “Si avvia oggi, alla Camera, la discussione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da parte del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che verrà trasmessa all’Unione Europea nella sua versione definitiva entro il 30 aprile. Per conto del gruppo del Partito Democratico, spetterà all’On. Umberto Del Basso De Caro, illustrare la risoluzione di maggioranza, prevista nel pomeriggio, a seguito della comunicazione del Presidente Draghi (tra le 17 e le 20 della seduta odierna). Il PNRR sarà lo strumento che guiderà l’Italia nel prossimo futuro, un’Italia moderna, sostenibile, efficiente, connessa. Si tratta di 222,1 miliardi di euro da programmare e spendere entro il 31 dicembre 2026, di cui 191,5 miliardi finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza nel programma Next Generation EU e 30,6 miliardi del Fondo Complementare finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri del 15 aprile. Cogliamo con favore l’inserimento nel PNRR di investimenti strategici per il nostro territorio, quali la stazione di Benevento e la linea ferroviaria Benevento-Cancello per un totale di circa 250 milioni di euro, così come proposto dall’On. Umberto Del Basso De Caro e approvate in sede di Commissione Trasporti e Infrastrutture. Opere che, insieme al raddoppio della Benevento-Telese-Caianello, la Fortorina e la rete ferroviaria Napoli-Bari, trasformeranno radicalmente il nostro territorio, rendendolo sempre più attrattivo e connesso. Un lavoro straordinario, fatto, in questi anni, nell’esclusivo interesse del territorio e delle sue necessità, con correttezza e pragmaticità. Con l’approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza continuiamo e acceleriamo ulteriormente il processo di infrastrutturazione del Sannio”.
Alle ore 19,26 del 26 aprile, in risposta evidentemente al comunicato del Partito Democratico, Noi Campani diffonde un suo comunicato, non si sa se scritto da Mastella, o, per usare questa volta un termine meno obbediente verso il capo, dal suo stato maggiore.
Noi Campani (o Mastella) pretende di smentire l’accordo intervenuto tra EAV e RFI per il passaggio della Benevento-Cancello a Reti Ferroviarie Italiane
Così recita il comunicato: “Ancora una volta il Pd locale mistifica la realtà. L’ammodernamento della Stazione di Benevento e l’adeguamento della linea Benevento-Cancello si farà (sic) grazie alla proposizione della Regione Campania e all’impegno del presidente De Luca e del consigliere delegato Cascone in una corretta interlocuzione con il sindaco di Benevento Clemente Mastella. Nessun merito può essere ascritto ad altri personaggi in cerca d’Autore. D’altra parte era stato il nostro consigliere regionale Gino Abbate ad annunciare il 7 aprile scorso l’impegno della Regione per la sistemazione della Benevento-Cancello con un intervento in corso di quasi 40 milioni di euro e di altri 120 milioni che sarebbero arrivati dal Recovery. Inoltre, ribadiamo, così come aveva già detto il consigliere Abbate, che nessun passaggio della tratta ferroviaria è stato concluso con Rfi, la quale non prenderebbe reti non adeguate ai propri standard qualitativi e di sicurezza”. Poi, “i mastelliani (cosi si definiscono loro – ndr)” aggiungono, per quanto riguarda il raddoppio della Benevento-Telese-Caianello: “Si tratta soltanto del primo lotto che arriverà a San Salvatore Telesino mentre mancano le risorse per il completamento fino a Caianello. Siamo costretti ad invitare nuovamente parlamentari, rappresentanti istituzionali e politici a non fare la gara a chi la spara più grossa”.
Anche nella seduta consiliare del 29 aprile Mastella ha dimostrato di non avere più una maggioranza
A parte la confusione che nel comunicato si fa sui 120 milioni che, appostati dall’allora ministro DelRio, vengono ricondotti ad una erogazione del Recovery, fino alla indizione dei comizi elettorali, ci capiterà probabilmente di leggere, in qualche altro comunicato di Noi Campani, che il raddoppio della “Telesina” si farà grazie all’interessamento di Mastella. Ma è ovvio che, durante i 3-4 anni in cui sarà realizzato il primo lotto, saranno reperite anche le risorse per realizzare il secondo lotto, il cui costo è inferiore ai 460 milioni investiti per realizzare il primo.Mastella, da quando si è insediato, nel giugno 2016, quale sindaco di Benevento, fino alla fine del 2018, ha detto peste e corna di De Luca, accusandolo di aver configurato la regione Campania nella provincia di Salerno, nella quale avrebbe dirottato i più consistenti finanziamenti; di voler chiudere l’ospedale di Sant’Agata dei Goti, di voler ridimensionare notevolmente l’ospedale “Rummo”, declassandone il Pronto Soccorso e provocando la fuga dei migliori primari; di aver, infine, tagliato la Sanità in Campania.Nel 2020, invece, Mastella, dopo aver ritirato, nel mese di febbraio, le dimissioni da sindaco, costituisce Noi Campani per schierarsi nella coalizione di De Luca, dopo che Forza Italia non aveva accettato la sua proposta di indire le primarie di coalizione, in cui egli sarebbe stato candidato, per individuare il candidato presidente di centrodestra della Regione Campania.Poco dopo le elezioni regionali del 20 settembre 2020, chiede al riconfermato presidente della Regione che sia riproposto, nei quattro capoluoghi campani (Napoli, Benevento, Salerno e Caserta) interessati al rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali, il modello che ha portato alla rielezione, quasi plebiscitaria, di De Luca.Questo avrebbe significato che il Partito Democratico avrebbe dovuto sostenere la rielezione di Mastella. La proposta di estendere a Benevento quel modello, bocciata anche dal Pd di Napoli, è stata però condivisa da tre consiglieri comunali del Pd, che alle regionali dell’anno scorso, presentarono una lista separata da quella del Pd e che ora, per il fatto che assicurano il numero legale in Consiglio comunale dal momento che il sindaco non ha più una sua maggioranza, sono stati sconfessati dal partito. Addirittura un accolito di Mastella, di cui Il Mattino del 28 aprile riporta stralci di un “suo” comunicato, arriva a dire che “alle ultime regionali, Del Basso De Caro si è impegnato in prima persona contro il candidato del Pd alle ultime comunali”, ossia il competitore di Mastella nel ballottaggio del 19 giugno del 2016.Secondo questo accolito di Mastella, Del Basso De Caro non avrebbe dovuto far votare per il Pd e per rispettivi candidati alle regionali, ma avrebbe dovuto sostenere una lista che, concorrente verso il Pd anche se schierata nella coalizione di De Luca, era guidata dall’ex competitore di Mastella, un consigliere comunale del Pd, che assieme ai predetti altri due consiglieri, anche nella seduta del consiglio comunale del 29 aprile, ha garantito il numero legale, dal momento che Mastella non può più garantirlo con i suoi consiglieri.Le opposizioni, nell’esercitare il loro ruolo di contrasto nei confronti della maggioranza, avevano disertato la seduta per impedire la cooptazione di Rosario Guerra al posto di Aversano, il consigliere dimessosi dopo che, nella precedente seduta del Consiglio comunale, il capo di un gruppo mastelliano gli aveva rivolto un irripetibile insulto per richiamare la sua presenza, da remoto, nella seduta medesima. Aversano e Guerra, candidati, nel 2016, in una lista schierata in sostegno di quel competitore, sono poi passati nell’entourage di Mastella. Floriana Fioretti, capogruppo di “Democratici per l’Alternativa”, che, assieme a Marialetizia Varricchio e a Luca Paglia, rappresenta la maggioranza del Partito Democratico, ha sollevato, rispetto alla cooptazione di Guerra, la mancata osservanza del vincolo di mandato.Ma il sindaco, forte del fatto che i tre consiglieri sconfessati dal Pd gli assicurano il numero legale nelle sedute consiliari, per cui le opposizioni sono impossibilitate a dimissionarlo, ha inteso stigmatizzare il comportamento delle opposizione nella seduta del 29 aprile. I suoi gruppi consiliari, con uno stile arrogante più aduso a Mastella che ai rispettivi accoliti, hanno inteso affermare, in un comunicato diffuso alle 13,54 del 30 aprile, che l’opposizione “per la prima volta nella storia dell’assise ha provato a piegare la volontà popolare ai propri interessi di bottega”, gli stessi interessi che hanno spinto il sindaco nel corso del suo mandato, a dimissionare 9 assessori, non troppo fedeli nei suoi confronti. Anche questa circostanza entra a far parte per la prima volta nella storia dell’assise.In buona sostanza, le opposizioni, di fronte alla cooptazione di Guerra avevano sollevato un pregiudiziale, forse per il fatto che il neo consigliere è cognato di Corrado Sparandeo, capo dell’omonimo clan, associato alle patrie galere con il 41 bis. Ma la pregiudiziale è ritenuta insussistente dalla segretaria generale del Comune e anche da coloro che hanno diffuso il predetto comunicato, nel quale si accusa l’”opposizione di aver pensato di poter strumentalizzare la questione sollevando dubbi e obiezioni”.Infine, i mastelliani scrivono: “Questa non è opposizione, ma è rinnegare il quadro restituito dalle elezioni”, un quadro che, per il modo come Mastella ne ha fatto uso, si è scompaginato nel corso della consiliatura. I mastelliani, in proposito, affermano: Non c’è nulla di più grave per chi si candida a rappresentare la volontà popolare che rinnegarla in premessa”. Esattamente quello che hanno fatto i consiglieri che, eletti in liste mastelliane, hanno abbandonato il loro capo.
L’intervento di Del Basso De Caro sul PNRR
Ma riprendiamo la cronologia dei comunicati, relativi alla querelle tra Mastella e il Pd. Il 27 aprile, alle ore 9,15, è stato inserito nel circuito informativo l’estratto dell’intervento tenuto da Umberto Del Basso De Caro alla Camera, in nome del Partito Democratico. “Il PNRR costituisce senza enfasi o vuota retorica un’occasione storica per il nostro Paese, massimo beneficiario delle ingenti risorse stanziate dal Consiglio europeo nel luglio dello scorso anno. Una grande irripetibile occasione e al tempo stesso un’assunzione di responsabilità alla quale nessuno può sottrarsi. Il tempo che viviamo sarà ricordato come uno dei più duri e difficili della storia contemporanea . Esso ha imposto sacrifici personali, sociali ed economici inimmaginabili per le generazioni che non hanno attraversato gli orrori delle guerre. E’ necessario dunque proseguire con prudenza e buon senso, il buon senso, che ricordava il Manzoni esisteva ma se ne stava nascosto per paura del senso comune. Ma è altrettanto necessario offrire al nostro Paese una prospettiva, un progetto chiaro e coraggioso, auspicabilmente condiviso, che sappia riconsegnarci tra 10 anni un’Italia più forte e coesa, più moderna e innovativa, più giusta e solidale, che sappia dare più opportunità, più eguaglianza , più diritti”. “Io – ha concluso Del Basso De Caro – ho il privilegio e l’orgoglio di rappresentare in quest’Aula le aree più interne della mia regione, quelle che Manlio Rossi Doria definì dell’osso e che Pasquale Saraceno classificò il sud del sud. Ho piena consapevolezza che questi territori, senza un disegno coerente e risorse adeguate, non riusciranno ad invertire la drammatica tendenza alla desertificazione e alla marginalizzazione. La posta in gioco è troppo alta e trascende l’interesse dei singoli partiti, riguarda l’Italia della prossima generazione”.
Le puntualizzazioni del Pd rispetto a chi non legge le carte
Poi, alle ore 16,15 dello stesso 27 aprile, nel rispondere a quello che abbiamo definito lo stato maggiore mastelliano, la segreteria provinciale del Partito Democratico, ha inteso fare delle necessarie precisazioni sulla nuova stazione ferroviaria e sulla tratta Benevento-Cancello.
“Il partito della famiglia Mastella”, scrive la segreteria del Pd, “non perde occasione per mostrare il suo provincialismo e la scarsa propensione alla comprensione delle carte. Evidentemente, la lettura degli atti è una pratica in disuso presso la compagine del “vecchio campanile””.
“La stonata uscita di ieri”, prosegue il comunicato, “con la quale ci si cimentava in scomposti commenti sull’inserimento, nel PNRR, delle due opere Sannite (“stazione di Benevento” e tratta ferroviaria “Benevento-Cancello”) ne è l’ennesima prova. Si confondono piani, istituzioni e competenze”
“Per dovere di verità”, afferma il comunicato, “ci tocca puntualizzare alcuni aspetti: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un documento elaborato in sede ministeriale e quindi governativa, concentrato su chiare direttrici di sviluppo. Nella parte che riguarda le Infrastrutture e la Mobilità sostenibile, il Piano si è avvalso delle istruttorie e delle proposte delle Commissioni Parlamentari competenti (atti opportunamente verbalizzati) unitamente alle precedenti iniziative legislative, in particolare per le Hub Metropolitane e le Linee di Alta Capacità e loro Adduttrici che, è bene ricordare, rientrano nei corridoi di interesse europeo”.
“La linea Benevento-Cancello, il cui “dibattito sul passaggio a RFI” è anch’esso particolarmente datato”, precisa la segreteria del Pd, “aveva il suo punto di criticità proprio nell’investimento infrastrutturale. Senza queste risorse, RFI non avrebbe rilevato definitivamente la linea. Si tratta, infatti, di un investimento diverso da quello straordinario messo in campo dalla Regione Campania che, proprio un paio di mesi fa, ha avviato i lavori per il suo primo adeguamento, propedeutico ai successivi interventi delle ferrovie volti a rendere coerente la tratta al nuovo status di “rete integrata/connessa con i servizi Alta Velocità/Capacità””.
“Insomma, non fa certo onore a degli amministratori e politici di lungo corso, “ confondere mele con pere” o prestarsi a uscite di carattere propagandistico, per giunta confuse e male informate”, obietta il Pd.
“Per quanto attiene alle altre infrastrutture viarie, dal raddoppio della Telesina alla Fortorina”, conclude la nota del Pd, “ci tocca ricordare agli smemorati, volutamente tali, che nonostante la presenza in parlamento di taluni sin dal 1976, le infrastrutture in oggetto, di cui oggi si vedono affidamenti e lavori in corso, sono state iscritte in leggi dello Stato solo nel più recente 2014, con lo Sblocca Italia. Data in cui si può facilmente verificare”, sottolinea il Pd, “chi c’era e chi, invece, continuava a fare altro, chi ha svolto un ruolo politico nell’interesse del territorio e chi ha continuato a interpretare il ruolo del viandante, attraversando tutto l’arco parlamentare, da destra a manca, fino al Partituccio locale “home made” (fatto in casa) di cui già si prefigura la dissoluzione all’indomani delle prossime amministrative di Benevento…”.
Mastella continua a buttare la palla in tribuna
Poiché, in questo lungo comunicato, la segreteria del Pd allude, senza fare il nome, a Mastella, meno di un’ora dopo, alle 17,03, Noi Campani dirama un breve comunicato, in cui Mastella, secondo la nostra percezione, butta ancora la palla in Tribuna. In apertura, il comunicato, infatti, dice: “Abbiamo cose più serie cui pensare che commentare le ruvide, sciocche profezie di parte del Pd locale”, poiché un’altra parte, rappresentata, come dicevamo, da 3 consiglieri comunali, costituisce il 50% dell’intera compagine dem nel Consiglio comunale, ma che nel Partito rappresenta assai meno del 50%.E per dare un segno di vitalità di Noi Campani, la nota, ovvero Mastella, sempre secondo la nostra percezione, dice: “Presenteremo liste in tutti i comuni campani con popolazione superiore ai 15.000 abitanti”. Poi, “quanto alla vita politica”, afferma…la nota, “abbiamo dimostrato di averne sette”. Ovviamente, dal momento che Noi Campani, e non il Pd, che è poi il Partito di De Luca, sarebbe, da ciò che emerge dai suoi comunicati a scanso di millanterie, il referente più accreditato presso il governatore della Regione, per chi ha stilato la nota vale quello che ha detto Abbate, secondo cui “si deve alla Regione la trattativa con Rfi”, e non certo a ciò che ha scritto Del Basso De Caro nel comunicato del 30 marzo. E rivendica, chi ha scritto la nota, di aver “rimesso in circolazione progettuale ed esecutiva”, con De Luca e il consigliere delegato Cascone, “la strada Caserta Sud/Benevento (meglio dire: rotonda di Paolisi – ndr) che giaceva negli archivi dell’Anas”, perché, aggiungiamo noi, per la sua realizzazione è(ra) disponibile solo uno stanziamento di circa 150 milioni di euro, mentre ne abbisognerebbe il triplo.
Civico 22 crea problemi al “cammino per il cambiamento”
Il grave è che rispetto ad una siffatta compagine mastelliana, l’area del centro sinistra stenta a fare sintesi. Nell’assemblea degli iscritti a Civico 22, svoltasi online il 29 aprile, Angelo Moretti, suscitando il consenso della maggioranza, ha proposto le primarie per l’individuazione del candidato sindaco, poiché non gli piace il modo come il Pd vorrebbe far convergere tutto lo schieramento di centro sinistra sul nome di Luigi Perifano. Sembra strano che, mentre tutti le forze che si riconoscono nel “Cammino per il Cambiamento”, compreso Civico 22, si erano dichiarate contrarie alle primarie proposte da Nicola Danilo De Luca, ora Civico 22 le vuole. Ma l’assemblea, che non è pervenuta ad un voto, ha registrato al suo interno una profonda divisione, che speriamo, per il bene della coalizione da contrapporre a Mastella, possa essere ricomposta nel prossimo aggiornamento. Eppure il tavolo dei vari forum tematici aveva trovato un plebiscitario punto di incontro nella stesura della bozza di programma.Rispetto, però, alla proposta delle primarie, avanzata da Moretti, candidato sindaco di Civico 22, i promotori delle liste civiche Benevento Futuro, Citta Aperta, Cittadini in Comune, Moderati, Patto Civico e Riformisti, “ribadiscono quanto già detto a suo tempo nelle iniziali riunioni in presenza della costituenda Coalizione per il cambiamento”.
I promotori della suddette liste civiche ritengono che “il ricorso alle primarie, in una perdurante fase di emergenza sanitaria, e anche considerati i tempi richiesti per la relativa organizzazione, appare come una opzione tutt’altro che convincente rispetto alla strada maestra del confronto democratico tra i soggetti politici che, peraltro, hanno già co-redatto e condiviso la Bozza Programmatica da mettere a disposizione del prossimo candidato sindaco e di tutti coloro i quali vogliono discutere dell’auspicato e indifferibile Cambiamento della Città di Benevento”.
“In ogni caso”, affermano i suddetti promotori delle liste civiche, “ci atterremo, nel rispetto del principio della reciproca e leale dignità, alle scelte che il Tavolo della Coalizione vorrà assumere in proposito (…) sempre che non si intendano concedere inutili vantaggi al candidato Mastella”.
Secondo loro, “è quel tavolo l’organismo deputato al vaglio delle varie opzioni in campo”. Infatti, anche per il Pd sarà sovrano quel tavolo. “Se qualcuno” aggiunge il Pd, “per meri interessi personalistici (allusione a Moretti – ndr) vorrà abbandonare il tavolo ed il programma condiviso, lo farà per sua scelta”.
Giuseppe Di Gioia