Manfredonia a Cives: la domanda “di chi ti prendi cura?” è il cuore della politica popolare
Nella giornata di ieri CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune e le ACLI provinciali di Benevento, hanno organizzato la quattordicesima videoconferenza nell’ambito del ciclo di iniziative Cives in Dialogo, proponendo un confronto con Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale delle ACLI sul tema: “La politica popolare. Ripartire dalle persone”.
Hanno dialogato con il vertice aclista: Ettore Rossi, Coordinatore di CIVES; Danilo Parente, Presidente Provinciale delle ACLI di Benevento e Filiberto Parente, Presidente Regionale delle ACLI della Campania.
“L’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco – ha introdotto Ettore Rossi – ha dedicato una importante sezione al tema della migliore politica. La politica in tal senso non deve essere solo per il popolo ma con il popolo, proprio a sottolineare l’unità che deve distinguere politica e popolo rimuovendo la disattenzione verso i più poveri che a volte nasconde anche un atteggiamento populistico. Una politica per il popolo deve avere come obiettivo quello di offrire alle persone le risorse per il proprio sviluppo, senza dare risposte assistenzialistiche. Bisogna rimettere al centro il tema del lavoro, tanto più nel Mezzogiorno e nelle aree interne. La politica deve costruire bene comune e amicizia sociale, tanto più in una stagione in cui si concepisce la politica in maniera agonistica, addirittura distruttiva dell’immagine dell’avversario”.
Danilo Parente, in seguito, ha aggiunto: “E’ indispensabile relazionarsi col ruolo della politica oggi, tanto più in una stagione in cui la politica calata dall’alto sembra essere sorpassata. È evidente la presenza di una crisi della rappresentanza a causa di una parcellizzazione delle istanze sociali e, quindi, un conseguente indebolimento dei corpi intermedi. D’altro canto, è evidente che la politica non può bastare a sé stessa ma anzi deve agevolare meccanismi di partecipazione attiva e di condivisione delle scelte. È indispensabile quindi coinvolgere la pluralità di soggetti presenti in società per rafforzare anche la politica”.
Filiberto Parente ha affermato: “La politica popolare deve tornare a mettere al centro la persona che troppo spesso appare solo come un consumatore. L’enciclica “Fratelli Tutti” ci ha insegnato molto, dandoci una visione straordinaria della costruzione della comunità così come di attenzione al territorio. Dobbiamo ripercorre l’azione della carità sociale e politica, trovando luoghi di ascolto e di azione all’interno dei territori anche per rilanciare un approccio integrale delle persone, superando azioni poco virtuose. La cristianità in uscita, che la stessa enciclica evidenzia, deve essere il principio per cui ognuno deve essere chiamato a fare la propria parte, prendendosi cura del bene comune anche impegnandosi direttamente”.
“La “Fratelli Tutti” approfondisce straordinariamente la questione della politica popolare” ha esordito Manfredonia che ha aggiunto: “Ancora oggi cadiamo nell’errore di escludere i poveri, non solo quelli che non hanno reddito, ma mi riferisco anche, ad esempio, anche ai poveri di competenze. Oggi la nostra società crea troppe esclusioni e per mettere riparo a ciò è indispensabile far riacquistare la dignità a queste persone, invertendo la dinamica per cui il denaro e l’economia dominano sulla politica. Essa stessa deve stare molto attenta a non creare scarti riflettendo su due temi principali: il lavoro e la cura. La domanda “di chi ti prendi cura?” va messa al cuore del nostro agire e della politica perché è centrale nelle nostre vite; penso al tema dell’ambiente di cui, appunto, dobbiamo prenderci cura così come dobbiamo curare le persone che ci sono accanto come di quelle che arrivano da lontano per cercare di realizzare i propri sogni. L’altro aspetto è quello del lavoro che deve necessariamente collegarsi al tema del welfare, trovando nuove soluzioni sia per chi è uscito dal mondo del lavoro che per i giovani che devono entrare in questo mondo. Come ACLI dedicheremo i prossimi quattro anni al lavoro-lavoro-lavoro. Allo stesso modo un problema enorme è quello del lavoro femminile che va curato meglio e con maggiore efficacia. Un’altra questione importante è il lavoro povero, quello che richiede alle persone tanto tempo, senza che esse ricevano una retribuzione adeguata che costringe a rinunciare a curarsi e a privare i figli di qualsiasi opportunità. Ecco, allora, l’importanza di avere fiducia nella politica, in quella popolare che, come dice Papa Francesco, deve garantire terra, lavoro e casa. Per questo dobbiamo capire – ha continuato il Presidente nazionale aclista Manfredonia – come vengono spese le risorse del PNRR, che devono essere tenute lontane dalle mafie. Enormi quantità di denaro che devono vedere coinvolti i comuni, noi cittadini e in particolare il Terzo Settore chiamato a coprogrammare con l’attore pubblico le piccole e grandi scelte, in quanto esso persegue le medesime finalità d’interesse generale. Pensiamo a come organizzare le case di comunità per l’assistenza sanitaria, a come gestire la non autosufficienza, ai trasporti pubblici locali, a come saranno i nostri quartieri e periferie, alla formazione orientata al lavoro. Tutto questo nella prospettiva di attuare il principio di sussidiarietà, cercando piuttosto che dare soldi ai poveri fare le cose con i poveri. Chiediamo, perciò, ai partiti di non costruire un consenso immediato ma ricordino che il loro ruolo è importante per costruire pezzi di futuro per i nostri figli. Oggi la politica non è capace di guardare al di là del proprio tramonto con l’ultimo tweet per catturare consenso, invece vogliamo una politica popolare capace di guardare all’alba del giorno dopo, cioè alle generazioni future”.