Dimissionate subito Mastella, se non volete che venga rieletto
Quando era stato già abbondantemente anticipato che dall’8 marzo la Campania si sarebbe “rivestita“ di rosso, il 5 marzo il consigliere regionale dem, Mino Mortaruolo, diffonde un comunicato secondo cui “i dati della Protezione Civile e dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che il Sannio non ha ragioni di essere inserito in una eventuale zona rossa”. Infatti, tenuto conto che “il rischio del contagio e delle sue varianti è certamente alto” e che “occorre tenere alta la guardia”, assumendo “comportamenti responsabili e di rispetto delle norme di distanziamento”, “le aree interne dimostrano un trend decisamente diverso che non può essere non considerato soprattutto alla luce del nuovo DPCM”.
Poiché fino al 5 marzo erano state istituite, a macchia di leopardo, zone rosse nell’ambito di regioni “gialle” e “arancione”, in eguale misura sarebbe stato possibile, stanti le osservazioni di Mortaruolo, istituire, in regioni “rosse”, zone “arancione”, dal momento che il “giallo” è scomparso nella classificazione delle regioni.
In sostegno di Mortaruolo, interviene il giorno successivo Civico 22, per dire che “la posizione equilibrata e determinata del consigliere regionale Erasmo Mortaruolo andrebbe sostenuta da tutte le forze politiche del Sannio, di tutti gli schieramenti politici, andrebbe sostenuta dal Consiglio comunale di Benevento e dai tanti sindaci che non registrano gli indici di RT pericolosi delle aree metropolitane della Campania”.
Le intermittenze generalizzate, come quelle di aprire le scuole, per poi chiederle pochi giorni dopo, “sono peggiori del lockdown”, in quanto “aggiungono in territori come quello di Benevento il danno alla beffa”. Infatti, secondo Civico 22, “siamo i più piccoli quando vanno redistribuiti i vantaggi di una economia regionale, siamo uguali agli altri quando dobbiamo essere sottoposti a misure restrittive generalizzate pur avendo conservato indici di gran lunga inferiori dei territori sovrappopolati”.
Per gli accoliti di Mastella, però, quello di Civico 22 è “sciacallaggio mediatico”, mentre “l’istanza avanzata da Mortaruolo (…) ha del grottesco”. A nome di “Noi Campani” (l’ultima formazione politica fondata da Mastella), questi signori, senza avere alcun elemento a conforto di quanto affermano, ipotizzano che “con loro al governo (Civico 22 e il partito di Mortaruolo – ndr) la città avrebbe avuto migliaia di contagiati da Covid”.
I contagi e i decessi nel Sannio, e la scarsa memoria dello staff di Noi Campani
Va precisato che, nel Sannio, vi sono stati, da marzo 2020 al 21 marzo 2021, compresi i circa 5.800 guariti, oltre 8.200 contagiati, di cui 209 nella prima fase, mentre sono deceduti 197 sanniti, di cui 17 nella prima fase, stanti i dati forniti dall’Asl. Questo significa che, in proporzione, la città di Benevento avrebbe avuto più di un migliaio e mezzo di contagiati. Ma, a parte ciò, gli accoliti di Mastella non ricordano che Mastella avrebbe fatto la stessa considerazione di Mortaruolo quando la Campania è stata configurata per la prima volta nella zona rossa.
Infatti, Mastella, il 13 novembre 2020, quando era stato annunciato che la Campania il 15 novembre (domenica) sarebbe diventata zona rossa, ha postato sulla sua pagina facebook: “Napoli è al quarto posto in Italia per contagio virale, Benevento al 98° posto. Il governo ci ha messo nella stessa fascia. Una vergogna! Così come è una vergogna vedere le immagini di Napoli e quelle nostre, diametralmente opposte, eppure trattate alla pari. Una vergogna!!!!!”. Si, è una vergogna! Lo diciamo anche noi, ma non all’indirizzo dell’allora governo Conte.Ora, però, una domanda sorge spontanea: i seguaci del sindaco di Benevento, quando dicono che “gli sciacalli di Civico 22 pensano solo a fare campagna elettorale, mentre le persone continuano a morire”, ritengono che Mastella pensasse ai morti, la cui incidenza allora era maggiore, o alla campagna elettorale, nella misura in cui considerava ingiusto configurare il Sannio nel resto della regione cui era stata attribuita la zona rossa? Ma essi non sono sereni, altrimenti avrebbero considerato che il comunicato di Civico 22 è stato diffuso dopo il differimento delle elezioni al mese di ottobre, mentre Mastella, quando voleva che il Sannio venisse stralciato dalla zona rossa, le elezioni non erano state ancora rinviate.In questa ottica, il sindaco, come abbiamo rilevato in altre nostre riflessione, si è dimenato nell’emettere ordinanze atte ad impedire il passeggio, nei fine settimana, lungo Corso Garibaldi, per evitare assembramenti; ma si sarebbe guardato bene dall’intervenire, con sanzioni, sulle singole persone, che, nelle sere della movida, davano vita ad assembramenti e a capannelli, come è capitato a noi di constatare, anche dopo le ore 18, quando era possibile acquistare bevande, ricorrendo all’espediente dell’asporto, da parte degli avventori.Ancora di più, l’anno scorso, quando nel mese di giugno il Sannio era diventato Covid-esente, a Benevento si è assistito ad un “liberi tutti”, senza che venissero scoraggiati gli assembramenti e sanzionati, salvo qualche caso, compreso quello di Salvini, coloro che non indossavano la mascherina. Ma erano i mesi che precedevano le elezioni regionali. Eppure il governo aveva continuato a raccomandare di osservare le regole (indossare la mascherina, osservare il distanziamento e mantenere l’igiene delle mani) anche rispetto al calo dei contagi e dei decessi. Il resto poi lo hanno fatto i cittadini rientrati dalle vacanze, nel favorire, anche a Benevento e nel Sannio, il dilagare della seconda ondata.
Mastella avvia la stagione del rigore
Sarà un caso, ma lo stesso giorno, 4 marzo 2021, in cui viene approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto relativo al differimento nel prossimo mese di ottobre delle elezioni amministrative, differimento che era già nell’aria da qualche settimana, il sindaco di Benevento emana una ordinanza, in cui, “constatato che negli ultimi weekend, in alcune piazze, strade e aree cittadine, luoghi di abituale ritrovo dei giovani, si è registrato un eccezionale afflusso di persone, con conseguenti assembramenti in violazione della dovuta distanza di sicurezza; considerato che la situazione di cui sopra risulta verificata anche dai rapporti rassegnati dagli organi di Polizia Municipale; ravvisata la urgente necessità di prevenire e contrastare le condotte descritte al fine di scongiurare una pericolosa recrudescenza dell’epidemia, ordina: a decorrere dal 5 marzo 2021, e per tutti i successivi venerdì, sabati e domeniche, nonché nei giorni festivi e prefestivi, fino al 6 aprile 2021, dalle ore 8 alle ore 22, è consentito il solo transito pedonale con divieto di stazionamento, per evitare assembramenti, su tutto il territorio cittadino ed in particolare nelle seguenti aree: a) Piazza Risorgimento, e agli spazi adiacenti costituiti dall’area antistante l’edificio dell’ex Banca d’Italia e dall’area antistante gli istituti scolastici Alberti e Galileo e Via XXIV Maggio, b) Via De Caro (area prospiciente il Tribunale; c) Via S.Rosa, Via N.Sala e Via F.Flora; d) giardini Piccinato; e) Piazza San Modesto”.Ovviamente, fino ad ottobre, quando si voterà, la pandemia sarà stata debellata, grazie alla vaccinazione, e sarà stata dimenticata la predetta ordinanza sindacale, emanata in coincidenza con la configurazione della Campania nella zona rossa, nelle cui restrizioni sono peraltro compresi i divieti disposti da Mastella. Infatti, poiché dalle 18, ora in cui bar e pub devono abbassare la saracinesca, l’asporto può essere effettuato solo dai gestori dei predetti esercizi e non anche dagli avventori, non si vedono più assembramenti e capannelli con la stessa frequenza di quando, in precedenza, eravamo in zona arancione. Tuttavia, non si ha notizia, eccettuata qualche scuola di ballo, di sanzioni rilevate dai Vigili Urbani, nonostante Francesco De Pierro – il consigliere comunale che continua e ritenersi capogruppo del Pd anche in presenza di una sconfessione da parte della Federazione di tale partito – abbia dichiarato, al Mattino dell’8 marzo, che “l’unico rimedio, dinanzi alla terza ondata, è l’adozione di stringenti misure di distanziamento sociale”, e nonostante il sindaco, lo stesso giorno sullo stesso giornale, abbia denunciato “scene di impazzimento come il sovraffollamento di giovani e meno giovani nelle piazze e in strada”. Mastella ritiene attendibile “un nuovo lockdown”, ma si affretta subito a precisare che non dipende da lui questa restrizione, una restrizione che, un anno fa, quando la pandemia era assai meno grave di adesso, almeno dalle nostre parti, ha visto molti attivi i Vigili Urbani nel comminare sanzioni.Precisato che non possiamo permetterci gli assembramenti, Mastella rileva, poiché l’impopolarità non ricade su di lui, che la zona rossa “Può giovarci molto sul piano sanitario, perché arresterà sul nascere il pericoloso arrivo in massa nella nostra provincia da aree più colpite come il Napoletano”. Evidentemente, al sindaco sfugge il fatto che neanche nella zona arancione, in cui eravamo precedentemente relegati, è possibile spostarsi, se non per giustificati motivi, possibili anche in zona rossa, da una provincia all’altra, anzi è pure vietato, salvi i giustificati motivi, spostarsi da un comune all’altro, nell’ambito di una stessa provincia.Però, dopo tanto lassismo dimostrato, prima del 4 marzo 2021, nel non colpire assembramenti e capannelli, Mastella, improvvisamente avrebbe abbracciato la linea del rigore, nel fare osservare le restrizioni imposte dalla zona rossa. Rispetto al danneggiamento subito dall’autovettura dell’assessore Alfredo Martignetti, in una intervista resa al Mattino del 18 marzo, ha dichiarato: “Posso comprendere la collera, l’esasperazione per il difficile momento che, in particolar modo, stanno affrontando coloro che operano nel comparto delle attività produttive, ma non posso comprendere né accettare questi atti esecrabili che ritengo siamo verosimilmente collegati all’attività che Martignetti svolge in Comune”.Ma, cosa sconcertante, dopo il lassismo dimostrato rispetto agli assembramenti, Mastella, in quella intervista, accusa i suoi predecessori di lassez-faire (lasciate fare), con il beneplacito, evidentemente, di Raffaele Del Vecchio, vice sindaco per 10 anni nelle precedenti amministrazioni di centro sinistra e suo competitore nel ballottaggio del 2016, nonché di Cosimo Lepore, anche lui più volte assessore nelle stesse amministrazioni.Quando Mastella ha fatto quella dichiarazione, avrebbe dovuto tener conto che questi due consiglieri del Pd, insieme al nominato Francesco De Pierro, un mister preferenze confluito nel Pd dopo aver rappresentato l’Udeur di Mastella, per più mandati, in Consiglio comunale, appoggiano, in nome del Pd ma senza l’avallo della maggioranza del Pd (infatti, gli altri tre consiglieri del Pd, Marialetizia Varricchio, Floriana Fiorette e Luca Paglia, hanno dovuto costituire il gruppo “ Pd per l’Alternativa”) l’attuale sindaco, la sua ricandidatura, e garantiscono, nel consesso cittadino, il numero legale da quando Mastella non ha più una sua maggioranza.
L’interrogazione del consigliere provinciale Pd Giuseppe Ruggiero e la risposta ironica del presidente Di Maria
Stante questa situazione, è difficile, ammesso che il resto dei consiglieri comunali sia d’accordo, dimissionare il sindaco Mastella, per evitare che gestisca la pandemia in funzione della sua rielezione, per evitare che apra cantieri elettorali e gestisca la campagna elettorale nella veste di primo cittadino, per evitare che in questa veste continui a postare annunci sulla sua pagina facebook , a telefonare ai cittadini e ad assegnare incarichi. Non a caso, il dimissionamento di Mastella è stato consigliato anche da Forza Italia.Rispetto, infatti, alla nomina, da parte del presidente della provincia Antonio Di Maria, su indicazione evidentemente di Mastella, di Antonio Capuano nel CdA dell’ASEA (l’Agenzia Sannita per l’Energia e l’Ambiente), il consigliere provinciale del Pd, Giuseppe Ruggiero ricorda, in una interrogazione indirizzata a Di Maria nei giorni scorsi, che il 22 dicembre 2020, insieme a Luca Paglia, un altro consigliere provinciale del Pd, aveva chiesto al suddetto presidente se tale nomina “fosse legittima, considerato il dettato normativo dell’art. 7, comma 2, del D.Lgs 8 aprile 2013, n. 39”.
Nella interrogazione, Ruggiero ricorda altresì che il 23 dicembre aveva chiesto “spiegazioni sulle anomale lesioni verificatesi lungo tutta la carreggiata delle SP 62, 64 e 66, i cui lavori sono stati delegati dalla Provincia al Comune di Santa Croce del Sannio, di cui il Presidente della Provincia è anche sindaco”; che in data 2 febbraio 2021, “sempre congiuntamente al consigliere provinciale Luca Paglia, aveva chiesto i motivi del mancato finanziamento da parte del Ministero degli Interni, degli interventi posizionati in graduatoria utile dal n. 4.634 al n. 4.636, inerenti alla progettazione di importati interventi quali 1) messa in sicurezza SP 62, 2) SP 52, intervento di riqualificazione dissesto idrogeologico e risanamento del fiume Fortore, 3) messa in sicurezza e costruzione viadotto strada S.V. Fondovalle Isclero”.Per tali motivi, Ruggiero ha chiesto “un celere intervento della Prefettura di Benevento al fine di ottenere una risposta chiarificatrice sulle questioni sollevate”. Ma a Di Maria dà fastidio il fatto che il consigliere Ruggiero inondi la Provincia di interrogazioni, richieste di accesso ad atti e richieste di delucidazioni che toccano procedimenti ancora in corso di definizione”. Per Di Maria, quello di Ruggiero “è una sorta di “stalking” istituzionale, che non trascura neanche la vigilia di Natale”, al punto che “si è reso necessario avviare una sorte di contabilità delle istanze dirette all’Ente in modo da coordinare i flussi in entrata con quelli di uscita”.Fatta questa divagazione ironica, non esclusa quella di dire che “il consigliere Ruggiero non fa mancare negli uffici la sua presenza personale (quindi, non una didattica a distanza)”, Di Maria, nella nota del 19 marzo in cui commenta l’interrogazione di Ruggiero, dice che “le risposte alle interrogazioni sono state riscontrate nelle forme (per iscritto) e nei termini richiesti, così come prevede il Regolamento consiliare”.Di Maria osserva pure che se Ruggiero non ha ricevuto le risposte è perché la sua casella di posta elettronica è intasata, circostanza che gli uffici della Provincia gli avrebbero segnalato con messaggi WhatsApp.Ma se la Provincia è stata così puntuale nel fornire al consigliere Ruggiero tutti i chiarimenti richiesti, perché mai Di Maria avrebbe scritto nel suo comunicato che “nell’ultimo Consiglio provinciale del 3 marzo si è tra l’altro convenuto di trattare tutti gli argomenti che sembrano angosciare il Consigliere con una apposita seduta”.E per non tradirsi, Di Maria, conclude il suo comunicato con la stessa ironia con cui lo aveva iniziato, nella misura in cui dice che nell’”ampliamento dell’interlocuzione all’interno del Consesso provinciale, non si mancherà di aggiornare la contabilità del Consigliere”.Di Maria, piuttosto che fare dell’ironia, pensi a mantenere estranea l’istituzione che presiede dalle prossime elezioni comunali di Benevento, perché, per evitare la sconfitta di Mastella non sarà sufficiente l’allestimento di una lista sostenuta, come si vocifera, dalla Provincia. Per sconfiggere Mastella, è necessario che le forze del centro sinistra, del civismo e dell’associazionismo costituiscano una ampia coalizione. La fasi della partenza non sono state del tutto incoraggianti, nella misura in cui non pochi hanno manifestato la velleità di candidarsi a primo cittadino.
Mastella non lascia nulla di intentato nell’aggregare persone, anche insignificanti elettoralmente, alla sua coalizione
Ma non mancano le premesse perché decanti la situazione, nel lungo lasso di tempo che ci separa dalla compilazione delle liste. Mastella ne è consapevole. Perciò si sta dando da fare nella ricerca anche di ascari, qualcuno, suo competitore in passato, anche se in precedenza lo ha avuto nel suo entourage, può disporre di qualche centinaio di voti; qualche altro, oggi irriconoscibile politicamente, conta meno di niente sul piano elettorale nella città di Benevento.
In precedenza Mastella aveva recuperato anche Nanni Russo, che evidentemente in diverbio con lui aveva lasciato la guida del gruppo consiliare di Noi Campani, di cui fanno parte Mila Lombardi, Giuliana Saginari e il nominato Antonio Capuano. Quest’ultimo, eletto in Forza Italia, dopo aver militato prima in AN e poi ne La Destra di Storace, è stato acquisito da Mastella nel periodo preparatorio della campagna elettore per le elezioni regionali dello scorso anno. Nel frattempo Nanni Russo era stato anche prosciolto nell’inchiesta aperta in merito alle telefonate, intercettate pare dalla Procura di Napoli, con le quale il clan Sparandeo aveva tentato di inquinare il voto nelle elezioni amministrative del 2016. In particolare Nanni Russo, eletto in Forza Italia, avrebbe avuto conversazioni telefoniche con Corrado Sparandeo, conversazioni non perseguibili penalmente alla luce del predetto proscioglimento, ma la confidenzialità che sarebbe emersa tra i due avrebbe indotto, l’anno scorso, l’europarlamentare Fulvio Martusciello, venuto a Benevento per organizzare la campagna elettorale regionale di Forza Italia, di dire a Mastella di non valersi dell’apporto di Nanni Russo in Consiglio Comunale, quando Nanni Russo e Mastella avevano già lasciato il partito di Berlusconi.Nei giorni scorsi, Mastella ha recuperato anche Marcello Palladino, un dirigente del Pd che, non rieletto consigliere comunale nel 2016, si era ritirato a vita privata. Per Palladino, candidarsi in una delle liste mastelliane, non sarà un fatto traumatico, poiché sia lui che il sindaco di Benevento provengono da una comune formazione culturale. Il suo passaggio nello schieramento di Mastella pone, però, più in generale, un problema di credibilità politica verso gli elettori, in un momento in cui, con la caduta delle ideologie, sono molto frequenti i cambi di casacca. Purtroppo, non siamo più ai tempi della Prima Repubblica, in cui il comunista Pietro Giorgione si dimetteva da consigliere comunale per fare posto ad Aldo Macolino, primo dei non eletti della lista del Pci.
Un assessore nemico del Verde
Ma nei primi di agosto 2020, Mastella aveva recuperato anche Gerardo Giorgione, nominandolo assessore all’Ambiente, al posto di Antonio Reale, che lui aveva revocato, dopo che Reale medesimo aveva deciso di rimanere in Forza Italia e di non seguire Mastella nella sua nuova avventura politica. L’avv. Giorgione ha avuto anche lui dei cambi di casacca tra socialisti e Forza Italia; ma, nell’agosto 2016, due mesi dopo la sua nomina ad assessore all’Urbanistica, era stato costretto da Mastella a dimettersi, pena la revoca, per aver postato, sulla sua pagina facebook, foto razziste, indirizzando all’allora presidente del Consiglio, Renzi, e alla rispettiva moglie, giudizi pochi riguardosi. Insomma, Mastella, perduti, alla sua causa, i voti di Antonio Reale, ha guadagnato, in eguale misura, quelli di Gerardo Giorgione.
Il nuovo assessore all’Ambiente, però, è divenuto più realista del re, sul fronte del taglio dei pini di viale degli Atlantici. Bisogna solo augurarsi che l’inchiesta della Procura, cui si sono rivolte associazioni di cittadini amanti del Verde, si protragga fino a dopo le elezioni, ammesso che Mastella le perda, perché quei pini secolari, che hanno resistito a tutte le violente raffiche di vento, non siano sacrificati. Insomma, sono stati salvati i cipressi di Bolgari, immortalati da Carducci, non si capisce perché debbano essere tagliati i pini di Viale degli Atlantici.
Su la Gazzetta di Benevento dell’8 febbraio scorso, è intervenuto l’architetto Maurizio Salomone Megna, sempre contrario al taglio dei pini nella commissione comunale che si è occupata del loro futuro, per denunciare la testardaggine dell’amministrazione nel voler privare “l’intera comunità sannita di un patrimonio storico-ambientale” costituito “dagli alberi del viale degli Atlantici”, alberi che, “sono da tutelare uno per uno”. Secondo Megna, “i diversi agronomi”, cui è stata affidata la consulenza, “influenzati inevitabilmente dal committente, hanno scritto di tutto, tranne una cosa: la vita di questi alberi è espressione di un equilibrio dinamico, che compensa continuamente gli stress negativi e fa questi pini sempre più forti, adattandoli ai luoghi”.
Meno male che non hanno ancora destato l’attenzione di Mastella i pini che, alti e schietti, delimitano un lato del viale del cimitero. Questi pini, infatti, come quelli di via Pacevecchia, di via Fratelli Rosselli e di alcuni di viale degli Atlantici, hanno sollevato il livello del marciapiedi, uno sconcio risolvibilissimo.
Intanto, l’assessore Giorgione, come dimostra la foto, ha fatto capitozzare i platani secolari che, da via dei Mulini, delimitano i due lati del piccolo viale che conduce alla stazione di Porta Rufina. La capitozzatura sarebbe stata consigliata dall’autonominato comitato di quartiere, secondo cui la caduta delle foglie inondava il vialetto e qualche ramo penzolante era divenuto pericoloso.
A parte il fatto che il Verde è patrimonio di tutta la città e non soltanto dei quartieri dotati di alberature, per risolvere il problema sollevato da quel comitato bastava fare una ordinaria potatura e mandare l’Asia a raccogliere le foglie. Ma l’assessore ha fatto tagliare anche gli alberi sulla scarpata a ridosso di via Paolella. Speriamo che questo assessore, nemico del Verde, non ci riservi altre sorprese.
Giuseppe Di Gioia