Le puntualizzazioni di Fausto Pepe sul progetto della Lumode, la replica di Pasquariello, l’attacco di Altrabenevento
Il racconto di Altrabenevento, giunto alla terza puntata, sulla vicenda del palazzo da realizzare, secondo i progetti comunali sulla riqualificazione delle periferie, nell’area dell’attuale Terminal bus, palazzo di cui, su richiesta del sindaco Mastella, la Lumode, ha dovuto ridurre da 5 a 3 il numero dei piani, prevedendo però il parcheggio interrato in piazza Risorgimento e non più al di sotto del palazzo, ha richiamato l’attenzione dell’ex sindaco Fausto Pepe.
Colui che, prima di Mastella, alla guida di una coalizione di centro sinistra, ha amministrato per 10 anni la città di Benevento, ha ricordato che egli stesso, dai banchi dell’opposizione, aveva espresso “notevoli perplessità sul progetto di finanza presentato dalla Lumode”, progetto che “ha diversi problemi procedurali , nel senso che non ha di fatto ottemperato alle procedure più elementari della legge su LL.PP. del Codice dei contratti dell’ANAC”.
Secondo Fausto Pepe, “manca innanzitutto la scelta del promotore privato, tramite atto di delibera di Giunta Comunale nella quale doveva essere allegato obbligatoriamente la relazione del Responsabile Unico del Procedimento relativamente alla fattibilità tecnico-economica del progetto, redatta secondo le disposizioni normative vigenti (Codice dei Contratti)”.
“Nella stessa Delibera di Giunta”, prosegue la nota di Fausto Pepe, “si sarebbe dovuto inoltre dare atto, che la proposta della LUMODE fosse inserita nel programma triennale delle opere pubbliche (art. 21 D.Lgs 50/2016), come progetto di finanza ad iniziativa privata, che sulla stessa area non vi fosse mai stato un intervento previsto né pubblico né privato, e che ci fosse effettivamente un interesse pubblico”.
“Ma la cosa più importante, e per alcuni versi sconvolgente”, secondo Fausto Pepe, “è che manca, in tutti gli atti proposti su questo argomento, l’attestaz ione che l’impegno economico del proponente (LUMODE) non sia inferiore a quanto previsto dall’art. 165 comma 2 del D.Lgs 50/2016, e cioè il 51%. Nella fattispecie ci troveremmo rispetto ad un finanziamento pubblico (Piano Periferie) di circa il 75% a fronte di un impegno del Promotore privato di circa il 25% (danno erariale)”.
Ma c’è poi il fatto, non meno rilevante, che il progetto proposto dalla LUMODE, sempre ai sensi dell’art. 183 comma 15 del D.Lgs 50/2016, “non è mai stato sottoposto al Consiglio Comunale, per prendere obbligatoriamente atto della proposta del Promotore e delle relative dichiarazioni di parte circa il possesso dei requisiti tecnici ed economici”.
Inoltre, “il Consiglio avrebbe dovuto verificare, su proposta della Giunta Comunale, la conformità degli atti proposti ai sensi del richiamato art. 183, e quindi del Piano Economico e Finanziario e dello schema di convenzione presentato, ed esprimersi (ai sensi dell’art.42 del D.Lgs 267/2000) in merito alla gestione del servizio proposto ed assegnato alla LUMODE per i prossimi 30 anni (parcheggi e terminal)”.
Premesso che “nella deliberazione del Consiglio Comunale resta obbligatorio acquisire il parere dei revisori dei conti, che sono competenti ad esprimersi ai sensi dell’art. 239 del TUEL”, Fausto Pepe ricorda infine “che l’ANAC prevede per i progetti di finanza ad iniziativa privata, che il Consiglio Comunale determini la effettiva “traslazione del rischio economico” in capo al gestore (concessionario), posto che, “ai fini della corretta qualificazione giuridica, il contratto di concessione differisce dall’appalto perché il concessionario, a differenza dell’appaltatore, assume su di sé il rischio di non riuscire a recuperare gli investimenti effettuati e a coprire i costi sostenuti per erogare i servizi oggetto del contratto in condizioni operative normali””.
Di fatto, “iI Consiglio Comunale di Benevento”, conclude la nota di Mario Pepe, “ignora l’esistenza in atti di questa proposta privata del progetto di Finanza LUMODE, che, ricordiamolo a chi non vuole intendere, chiede un finanziamento pubblico (bando della periferie) addirittura del 75% del costo della singola opera (non dell’intero programma), cosa, questa, come detto prima, assolutamente contro la norma”.
Non pare che l’amministrazione Mastella abbia rispettato tutti questi passaggi. Ma Il Mattino, prima di dare notizia della nota di Fausto, che noi, invece, abbiamo pubblicato integralmente, si è preoccupato, il giorno stesso in cui la nota gli è pervenuta, di acquisire il parere dell’assessore, nonché vice sindaco di turno, alle opere pubbliche, Mario Pasquariello (nella foto), poiché la replica dell’assessore è stata pubblicata contestualmente alla nota.
Pasquariello, invece, leggiamo sul Mattino, ritiene che le opere del piano periferie, soprattutto per quanto riguarda gli interventi su piazza Risorgimento e sul Terminal bus, sembrano essere diventate un incubo per i “soliti detrattori di professione”. Queste opere, però, “per fortuna della nostra comunità si stanno trasformando in realtà per ben sei interventi (!) di riqualificazione”. Ma Pasquariello senza entrare nel merito degli appunti sollevati da Fausto Pepe, pensa di contrattaccare allorché sostiene che, “mentre le precedenti amministrazioni Pepe hanno provato a risolvere le problematiche” relative a Piazza Risorgimento divenuto “solo un parcheggio”, “senza però concludere nulla, l’amministrazione Mastella ci sta riuscendo prevedendo la riorganizzazione del sistema di mobilità spostando il terminal bus in prossimità della stazione centrale, come nella maggior parte delle città del mondo (meno quella di Avellino, che ha il parcheggio dei pullman nel centro cittadino – ndr)”. Nel contempo, afferma Pasquariello, “lo spostamento del parcheggio nell’area sottostante piazza Risorgimento (ipotesi presa in considerazione soltanto qualche mese fa nella rimodulazione del progetto – ndr) con un numero maggiore di auto rispetto ad oggi”.
Poi, Pasquariello, pensando solo in questo caso di contraddire Fausto Pepe, sostiene che la scelta della percentuale del 75% del finanziamento pubblico “è contenuta nel Bando delle Periferie pubblicato dal governo Renzi nel 2016”. Secondo lui, “tale percentuale, molto vantaggiosa per gli imprenditori privati, fu fissata al 75% per favorirne la partecipazione in considerazione della grave crisi economica che attraversava il settore dell’edilizia”.
Inoltre, l’assessore si pavoneggia del fatto che “l’opera (probabilmente si riferisce al palazzo e al parcheggio interrato – ndr) è stata finanziata nel 2017 dopo essere stata giudicata coerente con le finalità del Bando governativo”. Ma non dice che il finanziamento avvenne solo in seconda battuta, cioè dopo che, finanziati i primi 20 progetti con i 500 milioni messi a disposizione dalla Presidenza del Consiglio, fu necessaria l’erogazione, da parte del CIPE, di 1,6 miliardi dei fondi europei di sviluppo e coesione, perché venissero finanziati tutti i progetti, compresi quelli del Comune di Benevento, classificatisi al 114 posto dei 120 pervenuti da tutta Italia.
Rispetto alla copertura del 75% del finanziamento pubblico, ribadita da Pasquariello, Gabriele Corona, in nome di Altrabenevento, senza temere l’avvio procedimenti disciplinari da parte del Comune a suo carico poiché si è posto in quiescenza, con molta tranquillità dice: “Palazzo sul terminal bus, l’assessore sbaglia clamorosamente: il Bando Periferie non ha affatto apportato modifiche alle norme sul Project Financing. La società privata non può investire solo il 25% del costo e incassare il 100% di fitti e parcheggi per 30 anni”.
Gabriele Corona, dopo aver riportato il passaggio, virgolettato anche da noi, in cui Pasquariello parla della percentuale del 75% del finanziamento pubblico, dice: “Si tratta di un errore clamoroso, una grande sciocchezza , e stento davvero a credere che questo testo sia stato scritto da un avvocato, assessore alle Opere Pubbliche, con esperienza amministrativa ventennale”, in una “accorata difesa del sindaco, che normalmente non interviene mai direttamente quando si tratta di appalti e finanziamenti ad imprese”.
Poi, Corona precisa: Gli unici riferimenti alle percentuali del 75% di investimenti pubblici e 25% di partecipazione dei privati, sono contenuti nell’art. 7 – Criteri di valutazione dei progetti – del Bando Periferie che prevede: “Nella selezione dei progetti saranno applicati i seguenti criteri di valutazione, con relativi punteggi: a) tempestiva esecutività degli interventi (fino a 25 punti); b) capacità di attivare sinergie tra finanziamenti pubblici e privati, laddove il contributo finanziario di questi ultimi sia pari al 25% dell’importo complessivo necessario alla realizzazione del progetto proposto (fino a 25 punti)”.
Il 6 luglio, nella risposta ai requisiti richiesti, precisa ancora Gabriele Corona, il governo ha chiarito che “Il contributo finanziario del privato (art. 7, comma 1 – punto b) della misura minima del 25% è riferita al costo complessivo dei progetti costituenti la proposta oggetto della richiesta di finanziamento. E’ evidente, quindi, che la compartecipazione dei privati di almeno il 25%, non obbligatoria, si deve riferire a tutto il progetto “La città di tutti, la città per tutti” presentato dal Comune di Benevento e non al costo del singolo intervento della Lumode”.
Allorché “Pasquariello ribadisce che il parcheggio interrato in piazza Risorgimento è stato deciso dal Consiglio comunale”, Gabriele Corona chiede che sia indicato “l’atto con il quale il civico consesso avrebbe così stabilito”.
In realtà, precisa inoltre Corona, “il Consiglio comunale del 31 luglio 2020”, come ormai è notorio a tutti i cittadini, “ha solo discusso, e neppure votato, una mozione preparata dai consiglieri Lepore, Del Vecchio e De Pierro, che si limitava genericamente a chiedere una riduzione della volumetria del palazzo che la Lumode vorrebbe costruire sull’ex campo La Salle”, senza fare alcun cenno al parcheggio interrato in piazza Risorgimento.
Il Mattino, CVD, non ha pubblicato alcuno stralcio della nota di Altrabenevento, più per partito preso, che per non esporre Pasquariello al duro attacco di Gabriele Corona.
Pasquariello, piuttosto che “insultare le associazioni che hanno inviato esposti al Nucleo di Attuazione programmi Periferie”, osserva Altrabenevento, dovrebbe cercare di intervenire sulla Galleria Malies che, denuncia sempre Altrabenevento, è stata di nuovo devastata: “dalla staccionata divelta si entra a piacimento”, senza che “se ne accorgono l’assessore Mario Pasquariello e il presidente del comitato di quartiere , Andrea Palmiero, ambedue di Noi Campani”.
L’assessore alle Opere Pubbliche aveva detto, qualche anno fa, che, grazie ad un finanziamento regionale, l’avvio dei lavori per fare della Malies un mercato di commestibili diverso da quello originario non sarebbe stato condizionato dal contenzioso posto in essere dalla ditta del Casertano, cui l’amministrazione di centro destra guidata da D’Alessandro, di cui lui era assessore, aveva affidato, in project financing, la realizzazione di tale opera.
A tale proposito, è bene ricordare, se ce ne fosse ancora bisogno, che nell’affidare, nel 2005, la realizzazione della Galleria a quella ditta, il Comune avrebbe dovuto fare da garante, nel caso la predetta ditta, che avrebbe dovuto gestire la Galleria per 30 anni, fosse stata costretta a chiedere liquidità presso qualche istituto di credito, necessità che, presentata un anno dopo, ha dovuto garantire Fausto Pepe, successore di D’Alessandro. La ditta, poi, pagate le prime rate, non ha più onorato gli impegni presso il Monte dei Paschi di Siena, e, di fronte ad un non buono avvio dell’attività commerciale, ha lasciato la gestione, impiantando il contenzioso, con il pretesto secondo cui l’opera non era stata collaudata. Il collaudatore sarebbe dovuto essere un ingegnere, attuale consigliere comunale mastelliano.
Eppure, ricorda Altrabenevento, “Il sindaco Mastella, a giugno 2016, appena eletto promise alla città solennemente la riqualificazione immediata del mercato dei commestibili, abbandonato dalla società casertana”. Infatti, “nel luglio 2016, l’assessore al commercio, Luigi Ambrosone, nominato da qualche giorno, annunciò alla stampa che aveva già individuato il futuro gestore nella persona dell’imprenditore Nicola Turco, casertano pure lui”. Poi, sparito questo imprenditore, “l’amministrazione si è limitata a recintare e a mettere in sicurezza l’area del Mercato Commestibili che era stata devastata per colpa di ‘quelli di prima’. Nel 2018, la Regione ha concesso un finanziamento di un milione di euro per la ristrutturazione della Galleria Malies e il sindaco Mastella ha subito sottolineato con grande enfasi alla stampa amica”, scrive sempre Altrabenevento, “che tale risultato dimostra la capacità di ‘quelli di adesso’”.
Possiamo, però, dare atto a Pasquariello che egli, solo in questi giorni, in prossimità della campagna elettorale, sta mettendo riparo, in via delle Puglie, alla caduta di mattoni, verificatasi diversi anni fa, dal muro che cinge i giardini Piccinato di viale degli Atlantici. Meglio tardi che mai.
Giuseppe Di Gioia