Mastella redarguisce il direttore generale dell’Asl, Gennaro Volpe

Secondo il conteggio fatto da noi, che include il suicida del “Rummo” e le persone morte nel proprio domicilio, stanti le informazioni acquisite (uno a S.Marco dei Cavoti, uno in via Rotili a Benevento e la 94enne di Selva Piana nel comune di Morcone, venuta meno il 13 dicembre), non conteggiate da qualche altro organo nel resoconto quotidiano, errato anche di qualche riporto,  i decessi dei sanniti nella seconda ondata (compresa anche la tedesca che abitava da qualche mese a Pesco Sannita) sono  106, alla data del 15 dicembre,  cui vanno aggiunti i 17, di  cui 8 nel centro di riabilitazione di Villa Margherita, in contrada Piano Cappelle, verificatisi nella primavera scorsa, quando 209 furono complessivamente i cittadini sanniti colpiti dal Covid-19.
Per quanto riguarda i contagiati e i guariti, finora della seconda ondata, i numeri sono indefinibili, poiché non sempre i numeri rilevati dall’ASL, come ha rilevato anche Il Mattino il 15 dicembre, corrispondono a quelli dell’azienda sanitaria “San Pio”, di cui fa parte il nosocomio “Rummo”. Poi ci sono i contagiati e i guariti rilevati dai laboratori privati, che vengono comunicati direttamente alla Regione e, quindi, al Ministero della Salute.
Ha cercato di fare un po’ di chiarezza il comunicato di Altrabenevento del 12 dicembre, pubblicato integralmente dal nostro giornale. Altrabenevento in tale comunicato dice: “I residenti nel Sannio contagiati da Covid-19 fino all’8 dicembre sono stati 3.447 secondo i dati dell’ASL; per la Protezione Civile  erano 3.350. I casi positivi vengono accertati e comunicati dalla ASL e pertanto la differenza di 97 casi in meno sui report della Protezione Civile, si poteva spiegare con il ritardo di aggiornamento in sede regionale e nazionale. Invece, dal 9 dicembre ad oggi (12 dicembre – ndr) i casi positivi secondo la Protezione Civile sono di gran lunga più numerosi di quelli comunicati dall’ASL. Ha sbagliato la Protezione Civile oppure  ci sono effettivamente centinaia di casi che all’ASL non risultano e per i quali non è stato disposto l’isolamento e neppure imposta la quarantena ai soggetti a stretto contatto con il rischio di creare enormi focolai?”.
Rispetto a questo comunicato, secondo quanto scrive Altrabenevento in un comunicato del giorno successivo, pubblicato pure integralmente dal nostro giornale,  il direttore generale dell’ASL, Gennaro Volpe, per avviare una verifica dei dati sul contagio da coronavirus, si è incontrato con la presidente di Altrabenevento, Sandra Sandrucci, “la quale ha segnalato ancora una volta un errore di riporto dei dati dalla tabella del 2 novembre al report grafico del 3 novembre”.
Ma al sindaco non è andato giù il fatto che il manager dell’ASL si sia incontrato con la presidente di Altrabenevento per fare una verifica dei dati. Se Volpe, ironia a parte,  fosse stato un funzionario del Comune, cioè un sottoposto del sindaco,  sarebbe stato ipotizzato forse l’avvio nei suoi confronti di un procedimento disciplinare. Il primo cittadino, infatti, “stigmatizza l’operato  del manager Volpe”, scrive Il Mattino del 15 dicembre nel dare ampio spazio ad una “protesta del sindaco Mastella”,  si legge in una nota Altrabenevento del 14 dicembre, “dai microfoni di NTR24”. In tale protesta – leggiamo sempre sul Mattino del 15 dicembre, che non menziona l’organo dal quale la protesta era stata diffusa, a meno che non sia stata resa direttamente anche al quotidiano partenopeo – il sindaco afferma: “Se l’ASL sta facendo questa revisione sui dati, deve farla con gli organi competenti, non ricevendo qualche associazione o parlando con la stampa. Il direttore generale deve rapportarsi ufficialmente con la Protezione Civile, con il Ministero della Salute  e con me, in qualità di presidente dell’assemblea dei sindaci, con le istituzioni. Il digì decida responsabilmente con chi deve confrontarsi, analizzando la verità dei fatti”.
Nella stessa nota, Altrabenevento scrive, tra l’altro: “Mastella non dice che quelle segnalazioni sono state inviate anche a lui ma non ha mai dato riscontro. Invece, proprio il sindaco, primo cittadino ed autorità sanitaria, avrebbe  dovuto chiedere alla ASL di fare chiarezza in modo da fornire ai cittadini informazioni certe sulla evoluzione del contagio.  Mastella non lo ha fatto e ora si arrabbia perché una associazione di liberi cittadini si è attivata nei modi e nelle forme consentite dal confronto democratico per chiedere chiarezza alle autorità competenti”.
Altrabenevento incalza poi il primo cittadino: “Il sindaco che ogni tanto tira fuori i numeri che di volta in volta gli appaiono più utili per giustificare aperture o chiusure di servizi pubblici ed attività private o limitare i diritti dei cittadini, non è mai intervenuto neppure per commentare  il recente inserimento nella piattaforma regionale di 711 nuovi presunti casi positivi nel Sannio in soli quattro giorni, sconosciuti alla ASL. E’ chiaro a tutti che nella realtà non ci sono stati affatto centinaia di nuovi casi positivi perché non ci sono notizie di nuovi focolai e l’aumento massiccio dei ricoveri che invece sono drasticamente diminuiti, come si può facilmente notare consultando i grafici e le tabelle di beneventocovid.it”. 
Infatti, scrive Altrabenevento in un successivo comunicato del 15 dicembre, “E’ nettamente diminuito negli ultimi giorni il numero dei contagi nel Sannio comunicato dalla Unità di Crisi regionale del Ministero della Salute e pertanto si conferma la assoluta inattendibilità dei dati comparsi improvvisamente nell’ultima settimana. Dall’8 all’11 dicembre nella piattaforma regionale sono stati inseriti 885 nuovi positivi di residenti nel Sannio, un numero assolutamente smentito dalla ASL e dal ridotto numero di ricoveri. Invece dal 12  al 15 dicembre la Regione e il Ministero hanno comunicato  174 nuovi positivi nella provincia di Benevento, quasi in linea con quelli conteggiati dalla ASL. L’azienda Sanitaria a seguito di numerose critiche ha deciso di rivedere il numero dei contagiati comunicati finora con tabelle e report quotidiani, ma i suoi errori non possono certo spiegare il boom comunicato  dall’Unità di crisi regionale che dovrebbe inserire nel suo sistema informatico solo i dati della ASL. Pertanto rinnoviamo la nostra richiesta alla Regione Campania: chi ha comunicato al Ministero della Salute centinaia  di nuovi contagiati inesistenti o non attuali nel Sannio?”.
Intanto, domenica scorsa, verso le 13,30, per testimoniare la sua vicinanza  ai cittadini (una trovata che dovrebbe riscontrare un certo consenso), il sindaco di Benevento, alla maniera dei call center che chiamano all’ora di pranzo per chiedere il cambio del gestore telefonico, aveva fatto pervenire una telefonata a tutti i cittadini che si sono registrati per ricevere periodicamente sue informazioni.
Il messaggio, riportato in parte dal Mattino del 14 dicembre, avvertiva i cittadini del fatto che, se  “i numeri elevati che hanno purtroppo la nostra città e la nostra provincia” non accenneranno a diminuire, si vedrà costretto a tenere “le scuole ancora chiuse” oltre il 7 gennaio (ipotesi presa in considerazione anche dal governo – ndr), poiché tale data annunciata per la riapertura “era solo una previsione basata sul presupposto che la curva” calasse. A tale proposito, ha ricordato che anche la Merkel  ha fatto la stessa cosa in Germania.
Egli aveva vietato il passeggio lungo Corso Garibaldi, consentito peraltro  della zona arancione in cui era entrata la Campania, per evitare assembramenti.  Tuttavia, i cittadini avrebbero potuto percorrere tale arteria soltanto per fare acquisti. Ma gli affollamenti verificatisi nell’ultimo fine settimana, ad avviso del sindaco, erano più riconducibili ad uno struscio che all’esigenza di fare acquisti. 
Certamente, il sindaco ha ragione; ma egli non sa, evidentemente, che spesso gli acquisti si effettuano dopo aver visto ciò che è esposto nelle vetrine, sicché non è frequente che un/a cittadino/a si rechi intenzionalmente in un determinato negozio di  Corso Garibaldi per compare un paio di scarpe o un capo di abbigliamento, senza aver prima fatto la scelta nelle vetrine.  Ma “se la situazione resterà invariata anche la prossima settimana”, ha ammonito Mastella, i cittadini saranno privati di godersi la bellezza delle luminarie natalizie, poiché le luci saranno spente.
Il sindaco ha dichiarato al Mattino che vuole evitare di ricorrere ad una misura così drastica, quella di spegnere le luci natalizie; ma “se non ci sarà una sensibile resipiscenza (non sarebbe stato meglio dire “consapevolezza”?  – ndr) collettiva e individuale, prenderò in esame la possibilità di far contestare a chi non si adegua il reato di omicidio colposo. Perché di questo si tratta”.
I contagi avvengono anche in famiglia, in misura non irrilevante, se si tiene conto che l’assessora Maria Carmela Serluca, finita pare sotto il casco al “Moscati” di Avellino, sarebbe stata contagiata dal marito. Ma se lui, il sindaco, rimasto peraltro molto colpito dall’infortunio occorso alla sua collaboratrice, è convinto che i contagi avvengono soprattutto negli assembramenti, il che è vero, bisogna ammettere che non ha fatto niente per combatterli.
L’impedimento al passeggio lungo Corso Garibaldi, può anche essere stato bene accolto da una larga parte di cittadini, per il modo come egli abbia voluto porre in essere qualcosa per impedire o limitare i contagi, ma contestare il reato di omicidio colposo rimane solo una minaccia, poiché bisognerebbe colpire singole persone. Basterebbe chiedere la collaborazione degli altri  Corpi di Polizia perché, insieme alla Polizia Municipale, redarguissero, prima ancora di ricorrere alla sanzione, le ragazze, i ragazzi e i non più ragazzi che, privi di mascherina o che tengono abbassato sul mento questo dispositivo di protezione individuale, si assembrano davanti a bar e pub, anche fino a qualche ora dopo  che questi esercizi hanno abbassato la saracinesca ben oltre le ore 18, in vigenza della zona arancione.
Durante i mesi estivi, quando dopo le “aperture” erano ancora imposti il distanziamento sociale e l’uso della mascherina, non è stato fatto nulla per impedire  – lo denunceremo fino alla noia – assembramenti e per evitare che i cittadini non indossassero la mascherina.  Far sanzionare i molti trasgressori  sarebbe stata una misura impopolare per lui – lo ripetiamo ancora una volta – qualche mese prima delle elezioni regionali.
I Vigili Urbani, oltre a notificare la sanzione a Matteo Salvini e a 6-7 leghisti, che durante un incontro svoltosi davanti al Teatro S.Marco non indossavano la mascherina, hanno sanzionato qualche ragazza, che, invitata ad indossare questo dispositivo di protezione individuale, aveva opposto, niente affatto intimorita, un secco rifiuto.
Eppure, prima ancora che chiudesse Corso Garibaldi allo struscio, ma quando già si erano svolte le elezioni regionali, in cui il suo soggetto politico ha riscosso una discreta affermazione a Benevento e in provincia, il sindaco aveva ordinato il divieto di fumare in città, poiché l’introduzione della sigaretta fra le labbra avrebbe richiesto di abbassare la mascherina. I suoi accoliti, ignari del fatto che prima di lui, una misura simile era stata disposta dal sindaco di Cittadella in provincia di Padova, si affrettarono a dire che il loro capo era stato antesignano nell’ordinare tale divieto, in quanto Mastella era stato emulato dal sindaco della città di Sant’Antonio, che magari aveva preso esempio da suo collega di Cittadella. Ma i suoi accoliti, in quella occasione si affrettarono pure a dire che il loro capo era stato “copiato” da qualche altro sindaco nel porre in essere il divieto, disposto  da Mastella alla fine del primo lockdown, volto  ad impedire che su di una panchina stessero sedute più di due persone.
Non si sa quante persone siano state sorprese e sanzionate mentre fumavano nel centro cittadino, né si sa se sia stato punito il mancato distanziamento di un metro nello stare seduti in panchina. Se  fosse stata contestata  qualche infrazione, in entrambi i casi,  il comandante dei vigili ne avrebbe dato comunicazione, così come ha dato comunicazione al Mattino il  13 dicembre del fatto che sarebbe stato multato un 58enne che non indossava la mascherina.
Ci rifiutiamo di credere che, in tutta Benevento, quel 58enne sia stata l’unica persona che quel giorno non indossava la mascherina. Evidentemente, al comandante non  è capitato vedere quel che succede, soprattutto nei fine settimana, davanti ai bar e ai pub. 
Un mancato intervento sanzionatorio rispetto a chi non osserva le regole antiCovid è stato fatto rilevare da diversi cittadini al sindaco, quando egli, il 12 dicembre, sulla sua pagina facebook, ha postato: “Sei morti al San Pio. Tanti, troppi. Mi pare ingiusto dare colpe agli ottimi medici del nostro ospedale cittadino, che fanno un incredibile lavoro (…). Poi troppa gente in giro. A molti non entra nella testa  che questo è un Natale atipico. Uscite solo per fare spese, comprate prodotti sanniti, andate nei negozi di prossimità e nei supermercati, anche scegliendo Made in Sannio o Campania. Non per sciovinismo, ma per dare una mano in solidarietà. Vi prego, però, siate saggi, abbiate cura di voi e degli altri. Il controllo, certo, ma occorre un responsabile autocontrollo. Benevento e il Sannio sono ancora in testa per crescita di contagi, in percentuale, rispetto alle altre province della Campania. Non è possibile, è pericoloso”. 
Allora,  per capire il lasciar correre del sindaco, bisogna prendere atto che, così come durante l’estate eravamo alla vigilia delle elezioni regionali, adesso siamo alla vigilia di un appuntamento elettorale ancora più importante, quello della elezione del sindaco di Benevento. Figuriamoci se, in questo clima, Mastella possa mettere in discussione il modesto consenso che gli è rimasto da parte dei cittadini, disponendo di contestare il reato di omicidio colposo a chi passeggia per Corso Garibaldi senza una valida ragione, a chi non indossa la mascherina e a chi non mantiene il distanziamento sociale.
Aveva ragione Pasquale Maglione,  il deputato pentastellato, nel dire che Mastella ha puntato alla carica di sindaco di Benevento per arrivare  al Parlamento. Ma pare sia ancora questo il suo pallino. Perciò, “Benevento merita di avere un progetto politico serio e onesto, che non si pieghi alle necessità del viandante di turno”.
Se si lavora per costruire soggettività politiche più forti e diverse si dà una mano affinché il futuro governo della città operi nelle condizioni migliori, in grado di rappresentare istanze, superare paure e difficoltà, dare speranza per un futuro migliore. Questo potrebbe essere il metodo migliore cui guardare e fare così in modo  che il “viandante” ritrovi la via di casa.  
Giuseppe Di Gioia

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