Il Senso della Storia e della Politica e lo smascheramento del Male
Quando è sopraffatto dalla paura, chiuso nel sospetto o svilito nel risentimento, l’io umano non riesce più a cogliere “il senso della storia”, a cui apparteniamo. Nell’ “oscuramento del pensiero” perde l’orientamento e si chiude nel labirinto dell’ideologia postmoderna, nichilista e totalitaria, ove né la cultura né l’educazione né la politica possono penetrare per illuminare la misura, la regola, il fine dell’andare nel tempo assegnato al nostro vivere. E rinuncia a pensare: a credere, a sperare, ad amare! Finisce per convincersi di “essere il solo autore di se stesso e della sua vita”, consegnando il suo destino all’idolatria della ragione, della carne e del denaro.
Negli ultimi cinquant’anni è franato il patto formativo della Paidea ellenica romana cristiana dell’Occidente: il dissolvimento progressivo della memoria genealogica linguistica morale culturale nella famiglia, la contestazione clamorosa dell’eredità intergenerazionale del patrimonio etico politico religioso nella comunità dialogica tra le coscienze e, infine, la “liberazione orgogliosa” dall’obbedienza all’autorità di Dio Amore, hanno trascinato l’uomo nella logica forsennata della competizione e del successo a tutti i costi. E nel folle mercato mediatico e telematico, ora, sempre più trionfa l’esaltante ostentazione divistica, la teatralizzazione perversa della pornografia, la spettacolarizzazione della violenza e della morte.
Questa civiltà devastata, deformata e morente si è affidata orgogliosamente a una regia anonima e diabolica che accredita il vizio come virtù, il male come bene, l’ingiustizia e la distruzione della vita come necessità della storia e del progresso infinito.
E la Politeia, la politica come servizio all’organizzazione delle istituzioni del bene comune della convivenza, si agita invece nel caos dei diritti individuali tra le risorse di un capitalismo degenerato e l’attrazione sempre più seducente del comunismo totalitario, concentrata solo nella conquista del “potere comunque”.
La lusinga del buono del vero del giusto del bello su “la scena di questo mondo senza Dio” tradisce e uccide, con la infamia della doppiezza e dell’ipocrisia, la vita, l’innocenza, il pudore, la famiglia, l’amicizia, l’amore, il divino, l’eternità della destinazione umana. Come è stato possibile tutto questo?
Dalla capacità di ragionare su la vicenda umana può nascere “la passione della politica” mossa dal desiderio di mettere in campo, nella competizione linguistica tra le persone, le potenze della memoria, dell’intelligenza e della volontà per servire il Bene della convivenza umana.
La questione fondamentale allora è quale sia il bene che debba essere perseguito nel pensare, nel giudicare, nel decidere liberamente le scelte del “far politica”, per concorrere al governo di una comunità, di un paese, di uno stato, di un popolo. Il Bene, segno straordinario di contraddizione, può essere definito nel confronto con il male che penetra, per volontà dell’uomo, nelle strutture sociali, culturali e istituzionali di una realtà civile in cammino nel tempo.
Nella Storia del Novecento, tra formidabili competizioni imperialistiche, stragi, genocidi e furiosi confronti ideologici, il Male, di proporzioni gigantesche, avvalendosi delle istituzioni statali, ha manifestato, nella “inaudita pazzia” delle due guerre mondiali, una sconfinata capacità di distruzione e di morte. Il suo mostruoso protagonismo si consolida nella perversa ideologia totalitaria: “il mondo, la sua cultura, la sua economia, la sua potenza militare, la sua vita appartiene allo Stato”. E noi, che apparteniamo alla storia, apparteniamo completamente allo Stato.
Ora, le logiche di dominio e di controllo, sempre più presenti e diffuse nell’organizzazione finanziaria e tecnico-scientifica delle “democrazie” occidentali, contaminano in profondità le culture, il costume e le dinamiche sociali della vicenda umana, programmata e gestita dall’élite che controlla le banche, gli organismi militari, le organizzazioni sanitarie, mercantili e umanitarie, le forze di polizia, i governi, i fornitori di energia e i media.
Siamo vicini a un esito pauroso e tragico?
La corsa verso il pensiero unico mondiale, verso la moneta unica mondiale, verso la religione unica mondiale si compie non sotto il segno della libertà, ma della violenza, della paura e dell’egoismo.
Caduti nell’inganno magico del materialismo edonistico, sopraffatti dal dominio mondano, possiamo ancora rialzarci e affermare la dignità umana di figli di Dio. E’ necessario ed urgente, però, “smascherare il male”, il male che si nasconde nel nostro intimo, nella nostra ipocrisia, nella nostra cattiveria, che ci fanno dichiarare la nostra Fede nel Dio Amore e sostenere il diritto al divorzio, all’aborto, al gender, all’utero in affitto, all’eutanasia, … La Politica ispirata alla Verità, alla Libertà, all’Amore può ancora disintegrare “il consenso nel male” e vincere la grande sfida degli Ultimi Tempi.
Davide Nava