Gianluca Martone: Avvenire giornale abortista a favore della legge 194
Caro Direttore,
vorrei segnalare una lettera scritta in questi ultimi giorni sul Quotidiano Avvenire che mi ha turbato molto, che porta la firma di un tale di nome Angelo Moretti, mio concittadino, che non conosco personalmente, Presidente della Rete di Economia Sociale Internazionale e della Rete Sale della Terra.
In questa lettera, che pubblico integralmente, ci sono diversi aspetti che mi hanno indignato come attivista pro life da anni, impegnato come nessun altro in Italia a difendere la vita di questi innocenti, di cui ben pochi si interessano, trascurati dalle istituzioni e dalla stessa Chiesa Cattolica, se pubblica simili lettere sul Quotidiano della Cei, che evidentemente, sotto la spinta di questo discutibile Pontificato, ha ben altri interessi da tutelare e da proteggere, in primis l’immigrazione di massa nella nostra povera e derelitta Italia.
Ecco qui la lettera integrale https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-solida-regola-del-dialogo-di-fronte-all-ineditoru486, sulla quale desidero soffermarmi con alcune osservazioni indirizzate a questo tale, che non ha nulla di cattolico nel senso tradizionale del termine, ma ormai nella Chiesa di Bergoglio, divenuta la Babilonia di ogni eresia, apostasia e crimine contro la fede , tutto è permesso, tranne che essere cattolici e militanti pro life.
1) Il signor Moretti afferma: “Ma la legge 194 non è una legge contro la vita e può essere accettata dai cattolici. Riconoscere che un embrione sia l’inizio di una vita significa rendere di per sé illegittima la legge sull’aborto? No, se si intende la ratio legis della 194 per quella che è: una legge che regolamenta un fenomeno, che lo rende una questione pubblica, non una legge che promuove o che serve a dichiarare una questione di principio. La 194 non è una legge che mette in discussione la dignità ontologicamente intrinseca di un embrione, è una legge intervenuta a disciplinare un fenomeno sociale che non ha bisogno di leggi per esistere: l’aborto verrebbe praticato anche in assenza di una norma che ne regolamentasse i contorni e i dettagli della responsabilità pubblica e privata, con grande aggravio e rischio per le donne che decidano liberamente o che si sentano costrette per svariati motivi ad abortire. Un cattolico che chiede di applicare in ogni sua parte la 194 non sta affermando un valore diverso dalla sua fede, crede nella vita, in ogni vita, dal concepimento alla vecchiaia, comprende semplicemente un’impalcatura legislativa che definisce una cornice entro cui l’aborto viene sottratto sia alla privatizzazione sia all’imposizione pubblica”. Questa affermazione scandalosa e non solo per il sottoscritto mi indigna per diversi motivi. Innanzitutto, proprio in virtù di questa legge, che non potrà mai e ripeto mai essere accettata da alcun cattolico vero , sono stati uccisi 6 milioni di bambini, di nostri figli, di innocenti nei grembi delle loro madri, voluti da Dio e non voluti dalla crudeltà e dalla mostruosità degli uomini. Da oltre tre anni, come si puo’ leggere su diversi quotidiani e blog nazionali e non solo http://www.quieuropa.it/2019/, https://www.maurizioblondet.it/lettera-di-un-combattente-solitario/, https://marciaperlavita.it/contro-laborto-una-testimonianza-eccezionale/, sono impegnato in una serrata campagna anti aborto in otto città (Roma, Napoli, Bari, Foggia, Potenza, Avellino, Campobasso, Benevento), che rappresentano le cinque Regioni più importanti del Mezzogiorno, sia davanti agli ospedali che davanti alle scuole superiori, per difendere la vita dal concepimento e, soprattutto, per mettere in luce le ipocrisie, le menzogne e i mostruosi danni realizzati dall’abominevole 194. Lei che si definisce cattolico, legga queste parole del nostro caro Padre Pio come definiva l’aborto, lui che visse in un’epoca senza questa ignobile normativa: ”Il giorno in cui gli uomini, spaventati dal, come si dice, boom economico, dai danni fisici o dai sacrifici economici, perderanno l’orrore dell’aborto, sarà un giorno terribile per l’umanità. Perché è proprio quello il giorno, in cui dovrebbero dimostrare di averne orrore». «L’aborto non è soltanto omicidio, ma pure suicidio. E con coloro che vediamo sull’orlo di commettere con un solo colpo l’uno e l’altro delitto, vogliamo avere il coraggio di mostrare la nostra fede? Vogliamo recuperarli sì o no?!». «Capiresti questo suicidio della razza umana, se, con l’occhio della ragione, vedessi “la bellezza e la gioia” della terra popolata di vecchi e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se riflettessi, allora sì che capiresti la duplice gravità dell’aborto: con l’aborto si mutila sempre anche la vita dei genitori. Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti distrutti, per inchiodarli alle loro responsabilità e per negare ad essi la possibilità di appello alla propria ignoranza. I resti di un procurato aborto non vanno seppelliti con falsi riguardi e falsa pietà. Sarebbe un’abominevole ipocrisia. Quelle ceneri vanno sbattute sulle facce di bronzo dei genitori assassini. A lasciarli in buona fede mi sentirei coinvolto nei loro stessi delitti. Vedi, io non sono un santo, eppure non mi sento mai così vicino alla santità, come quando dico parole forse un po’ forti ma giuste e necessarie a quelli che commettono questo crimine. E sono sicuro di avere ottenuto l’approvazione di Dio per il mio rigore, proprio perché da Lui, dopo queste dolorose lotte contro il male, ottengo sempre, anzi mi sento imporre qualche quarto d’ora di meravigliosa calma». «Il mio rigore, in quanto difende il sopraggiungere dei bambini del mondo, è sempre un atto di fede e di speranza nei nostri incontri con Dio sulla terra. Purtroppo, con il passare del tempo la battaglia diventa superiore alle nostre forze, ma deve essere combattuta ugualmente, perché dalla certezza della sconfitta sulla carta, la nostra battaglia attinge la garanzia della vera vittoria: quella della nuova terra e dei nuovi cieli».
Inoltre, caro signor Moretti, proprio il Concilio Vaticano II da lei considerato una specie di totem, come se la Chiesa Cattolica fosse nata nel 1965 e prima ci sono stati 20 secoli di Chiesa e di Santi da cancellare, recita nella Gaudium et Spes al n. 51 l’aborto un crimine nefandum, ossia un delitto abominevole, giusto per rinfrescarle la memoria del suo amato Concilio. Inoltre, di tutti questi crimini commessi in ospedali pubblici con i nostri soldi, siamo tutti responsabili e i castighi di Dio, termine che da 60 anni è praticamente sparito anche dall’atto di dolore in confessione, arrivano, come ha spiegato molto bene Gloria Polo, in un libro che le consiglio di leggere con attenzione. Ecco un suo passaggio molto importante:” Di tutti i peccati che abbiamo commesso non c’è niente di più tremendo dell’aborto. Grazie all’aborto, ogni volta che si uccide un bambino, quello è un sacrificio satanico. Nessuno riesce a capire quale atto tremendo sia l’aborto. A me l’hanno fatto vedere perché io difendevo l’aborto, pensavo che facesse bene alle donne. Sapete cosa mi ha fatto vedere il Signore nel Libro della Vita? Come il Signore ha urlato e tutta la creazione ha tremato quando due grandi amori- l’amore di una mamma e l’amore di un medico- hanno messo un dono divino al servizio della bestia. Mi ha fatto vedere come quel dottore senza la minima pietà con una pinza orrenda cominciava a togliere le gambe al mio bambino e lui ha chiuso le manine dal dolore terribile che ha provato. Io ero anestetizzata, però il bambino ha sofferto tanto! Lo hanno fatto a pezzi! Intanto Dio urlava di dolore, il bambino urlava e il diavolo invece gridò di gioia. La grande vittoria della bestia è che tutti i paesi possano acconsentire all’aborto nelle loro leggi, perché ogni bambino che muore nel nome della repubblica, tutti quegli abitanti vengono macchiati dal sangue di quell’innocente. Con il mio aborto, quel medico così generoso mi ha regalato la spirale. Il Signore mi ha fatto vedere che ogni volta che mi venivano le mestruazioni emorragiche, era un altro aborto. Questo ventre è un cimitero. Io non potevo dire che la spirale non era abortiva, perché la Chiesa l’aveva detto al mondo intero e quell’odio che ha il mondo è venuto contro la Chiesa”.
2) Lei afferma: “La speranza più intima resta quella della pace e della nonviolenza: nessuna guerra, nessuna discriminazione, nessun giudizio ‘contro’, solo perdono e tensione alla comprensione reciproca. Ma la città degli uomini e delle donne ha bisogno di regole proprio perché la pace possa avverarsi, nella lentezza del suo cammino universale”.
Le faccio leggere questa testimonianza di una mamma per rispondere alla sua riflessione: ”Sono una mamma di tre bambini… due che stringo ogni giorno e uno a cui ho tolto la vita appena aveva cominciato a vivere in me. Ogni volta che arriva marzo il mio cuore si ferma e quando arrivano le feste di natale muoio…nel 2006 sono rimasta incinta ero disperata poiché mi stavo per separare. Impaurita ho deciso di fare la cosa peggiore che potessi fare …non tenere il mio amore… mi sono messa in contatto con un ginecologo che oggi definisco macellaio che per 500 euro avrebbe messo fine al mio incubo…almeno questo io credevo ed altri mi spingevano a credere. Avevo scelto di fare un aborto clandestino perché la mia mente credeva che un feto a 6 settimane non sentisse nulla invece poi mi ricordai che il mio primo bambino in un ecografia a 11 settimane succhiava il pollice. Cosi quella sera come di accordo col medico mi recai allo studio..mi fece un iniezione di antibiotico dopo di che ebbe inizio il mio incubo… cercò di farmi un iniezione di antidolorifico che non ebbe alcun effetto. Ricordo solo le sue mani che operavano su me, sentivo aprire il mio utero e posso dire che è una cosa che ancora oggi mi fa morire… dopo di che accese quel macchinario infernale che ridusse il mio piccolo amore in brandelli.. ricordo che avevo la nausea prima di salire sul lettino dopo pochi attimi dall’ aspirazione questa spari e capii che era quasi tutto finito… la cosa che non potrò mai scordare fu quando questo macellaio si avvicinò al lavandino e mostrandomi il contenuto dove era racchiuso il risultato del mio gesto mi disse… “non sembra marmellata? “Quelle sue parole mi risuonano in testa spesso e capisco quanto l uomo sia crudele. Io ancora adesso non mi do pace…il mio cuore è morto quel giorno li… La vita poi ha fatto il suo corso, sono andata avanti con il dolore nel cuore cercando di soffocare quello che invece non puoi dimenticare. Nel 2010 sono rimasta di nuovo incinta e al secondo mese di gravidanza mi sono ritrovata da sola …cosi avevo un figlio di 7 anni e uno in arrivo, sola come non mai..mi sono fatta forza e mi sono detta che ce la potevo fare e cosi ho fatto…ho affrontato nel silenzio interiore e nella più piena solitudine la gravidanza e il parto ed ho capito che il Signore ha permesso ciò per far si che un giorno potessi dire ad altre donne come me che abortire è un errore e che si può anche portare avanti questo bellissimo sogno da soli perché quel Dio con noi è sempre presente e ci aiuta quando la schiena si fa curva. Io a distanza di quasi sette anni ancora cerco gli occhi di mia figlia negli occhi di ogni bambina che incontro e non riesco a trovar pace nel mio cuore se non chiudendo quel piccolo cuoricino nelle piaghe di chi ha dato la sua vita per guarire le nostre ferite” Le chiedo: ci potrà mai essere pace sulla faccia della terra fino a quando un bambino innocente farà questa orribile morte? Lei crede di si, io no e quello suo è solo un linguaggio massonico umanitarista voluto proprio da chi propugna la diffusione dell’aborto, ossia la sinistra globalista e mondialista”.
3) Lei infine afferma: “Su questo aspetto, sull’urgenza di una chiave di lettura sociale e culturale dell’aborto i cattolici giustamente non intendono retrocedere nel dialogo. Un dialogo che oggi va assolutamente rilanciato e rinvigorito e non assolutizzato da una sola delle due parti. Un dialogo che, anche a mio parere, non ha bisogno di rimettere in discussione la 194, ma che si mettano in discussione le nostre comunità non accoglienti”. Caro signor Moretti, la prima forma di accoglienza è nel grembo delle mamme e, se le nostre mamme non lo avessero fatto, e potevano non farlo, grazie all’abominevole legge 194 che lei difende, io e lei non staremmo qui. La lascio con queste meravigliose parole di don Oreste Benzi, vero guerriero pro life e sacerdote cattolico, che spero la convertano alla vera e autentica battaglia, ossia all’abrogazione della legge 194, che ha ucciso milioni di bambini italiani e moltissime famiglie: “Oggi, mentre siamo qui, cinquecento bambini, in media, vengono sgozzati e uccisi. Omicidio premeditato, voluto, in Italia. 180mila l’anno. Ma queste creature urlano, e il grido loro sale a Dio. Mentre si sta vicino a Dio questo grido lo si sente, ma se non lo si sente, vuol dire che qualcosa c’è da rivedere nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Non posso dare indirettamente il mio permesso; chi tace – ma non è un tacere con la parola soltanto – chi tace con i fatti è complice del delitto. Le nostre mani – si voglia o no, anche se dà fastidio – grondano sangue”.
Con stima
Gianluca Martone