L’ex presidente della Gesesa, Gino Abbate, risponde alle critiche del Comitato Sannita ABC

In queste ore tal Giovanni Seneca, per conto di un comitato locale, mi ha inviato “il più sincero augurio” per la mia elezione alle prossime elezioni Regionali, dove sono impegnato con la lista Noi Campani a sostegno di Vincenzo De Luca. Insieme all’ironico augurio Seneca che si spinge fino a citare il Principe De Curtis, mi accusa di scarsa attenzione per le politiche ambientali del territorio e, in maniera sempre molto divertente, di aver utilizzato la presidenza della Gesesa come trampolino di lancio per questa nuova sfida. 
Basterebbe comprendere che quando 4 anni fa sono stato indicato alla guida dell’azienda partecipata nemmeno era possibile immaginare un mio impegno elettorale, né ipotizzare lo scenario politico in cui oggi avviene. 
Mi sono dimesso, e non ve ne era obbligo, proprio per evitare sovrapposizioni e scongiurare ogni illazione del genere ma evidentemente spinto anche da un desiderio di protagonismo, Seneca interviene nel dibattito politico elettorale delle Regionali lasciando capire precisamente scopi e finalità della sua azione. Da un soggetto che internet ci restituisce in una fotografia recente con tanto di manifesto funebre per la Democrazia, non mi sorprende la violazione anche delle regole minime della partecipazione. 
Si fosse candidato, come suggeriscono proprio le regole democratiche, mi sarebbe piaciuto incontrarlo in un dibattito pubblico per chiarire le tante inesattezze che non ha avuto vergogna di inoltrare alla stampa. 
Straparla di bilanci, indica esiti di inchieste giudiziarie, accusa Gesesa di non fornire servizi adeguati e, davvero senza tema del ridicolo, arriva anche a chiedere che l’azienda versi 600mila euro ad Alto Calore, sotto accusa da parte dei cittadini per le continue interruzioni idriche che funestano i comuni del nostro Sannio. 
Mi dispiace Seneca, lei deve studiare, e tanto ancora. Si procuri i rudimenti della gestione finanziaria di un’azienda partecipata, si informi sul contegno e sul rispetto verso l’azione della magistratura, o almeno si confronti con i suoi concittadini sanniti, serviti da altre aziende, che in queste ore caldissime vivono il dramma del razionamento idrico o dell’assenza totale di approvvigionamento. 
Se lascio la mia presidenza con un cruccio, è solo quello di non essere riuscito ad ampliare ancora di più il numero dei Comuni serviti da Gesesa: nell’interesse di quei cittadini che, mentre lei scriveva, l’acqua non ce l’hanno. 
Continui pure la sua azione politica mascherata da impegno civico, mi permetta però di suggerirle approfondimenti importanti su tutte le materie e le questioni citate. Lei critica e giudica 4 anni di un lavoro importante condotto nell’interesse della comunità, senza saperne nulla, e non conoscendo nemmeno il mio cognome: Abbate con due b, e non una come più volte ha scritto.
Ringraziandola per il suo “sincero augurio”, mi permetta di disturbare nuovamente il grande Totò, in una celebre opera di Steno del ‘59, che date le amare e sempre attuali premesse suggeriva al suo interlocutore: “…si informi!”.
Gino Abbate

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