Premio alla carriera per Carlo Verdone, rimasto affascinato dalla città e dalla sua gente

Dopo il ricordo di Alberto Sordi, il BCT ha voluto rendere omaggio a Carlo Verdone, considerato da molti il successore del grande Alberto, con il quale ha girato due film: ”In Viaggio con papà” e” Troppo forte”, di cui ha avuto la regia.
L’attore ci ha raccontato tutta la sua vita artistica, cominciando a ringraziare la madre che lo aveva sempre sostenuto, fin dagli inizi, quando cioè recitava i monologhi  al teatro Albirichino, con “Tale e quali”.
A questo proposito, con grande commozione, ci ha detto: ”Se oggi mi trovo qui lo devo a questa donna, che è stata una grande donna, Infatti nel 1977 dovevo andare sul set di Non stop, diretto da Enzo Trapani, ma mi sentivo inadeguato, mia madre mi prese per un orecchio, mise il valigione fuori dalla porta, mi diede un calcio nel sedere e mi tirò le chiavi della macchina, In realtà mi sentivo inadeguato, ero terrorizzato. Dopo la prima serata, mio padre invece era speranzoso”.
Alla domanda di come sono nati i suoi personaggi, Verdone ha risposto: “Io sono nato a Roma tra il rione Trestevere, Ponte Sisto e Campo dei Fiori, un punto di incontro di strade e di persone,  vi erano artigiani, negozi di ferramenta, di antiquariato, vi era anche il Bar Marioni, che costituiva il mio punto di osservazione. Si, perché tutti i miei personaggi sono veri, in quanto osservo attentamente gli altri per capirne il carattere, i tic, le difficoltà, le indecisioni, le manie. Sono 43 anni che lavoro, in realtà ho sposato il pubblico, ogni anno giro un film ed il bilancio fino ad ora è stato sempre positivo”.
Continua : ”Con me e con Massimo Troisi (Applausi) sono iniziati i nuovi comici. Io con ”Un sacco bello” e Troisi , con  “Ricomincio da tre”, eravamo i nuovi comici che raccontavano l’inadeguatezza degli uomini, rispetto alle donne, la nostra è stata una vera e propria deflagrazione”. Ha citato alcuni dei suoi film, quali: “Io e mia sorella”, “ Al lupo, al lupo”, e si è soffermato su  “Perdiamoci di vista”, un film sull’handicap, con cui  ha voluto sottolineare che, oltre al merito ed al talento, bisogna aggiungere anche una salute di ferro, senza la quale tutto diventa  più difficile, ed ha ringraziato il Signore, perché anche in questo lo ha aiutato.
Ha ricordato anche la sua collaborazione con Sergio Leone, in “Bianco, Rosso e Verdone”, il film che è stato proiettato a fine serata, e  “Un sacco bello”, le cui musiche, per entrambi,  furono scritte da Ennio Morricone, a cui  Verdone è stato molto grato, perché: ”La musica di Ennio ha dato un quid al film, e se il film ha avuto successo il merito è anche di quest’uomo, che ha saputo creare questa cornice.Ho voluto ricordarlo dedicando a lui la serata con : ”Bianco, Rosso, e Verdone”.
Il regista ha raccontato alcuni aneddoti che sono capitati mentre venivano girati i suoi film: per esempio abbiamo rivisto la prima scena di “Troppo forte” in cui totalizza al biliardo ben 995.000 punti, con una performance da paura, e qui ci ha spiegato che il  suo corpo si muoveva da solo, come se vi fosse una specie di anima che decidesse autonomamente. “Quando mi rivedo dico che sono un pazzo, perché esce fuori un’altra parte di me”.  Ha ricordato che le musiche sono di Antonello Venditti, un grande cantautore italiano, ed era interpretato anche da Alberto Sordi.
Con il film ”Compagni di scuola” ha voluto raccontare  i vizi di un tempo, la fragilità di  un contesto diverso, ed ha ricordato che il copione, costituito da ben 220 pagine, non piacque al produttore, Cecchi Gori, perché convinto che la risata non sarebbe stata immediata, ma Verdone spiegò che ci deve essere anche un momento in cui non si ride, purché si reciti bene.
Non poteva mancare la commedia “Viaggio di nozze”, campione d’incasso, con ben 32 milioni di lire, di cui fu cambiata la location di una scena, con Claudia Gerini, che avrebbe dovuto essere girata su una zattera, ma poi a  causa del maltempo, finirono il giorno dopo a Tivoli, in una “aquafan”.
La giornalista Martina Riva, gli ha chiesto: ”Che effetto ti fa essere un classico?”. Verdone ha risposto: ”Certamente mi fa riflettere, è bello dopo aver dato, comunicato qualche cosa, con onestà, sincerità…”
Ha raccontato di una visita fatta ad una sua fans, ammalata terminale di tumore, con la quale si trattenne per ben tre ore, durante le quali la signora gli parlò della sua vita, della malattia  e di come le avessero fatto compagnia i suoi film.
Si lasciarono con l’intesa di rivedersi, ma purtroppo la signora morì, prima che egli  potesse rivederla. Quando andò a trovarla, entrò angosciato, ma poi  si rese conto che i suoi film erano riusciti anche a portare un sorriso a chi è ammalato. “Avevo capito quanto fosse importante un comico, bisogna entrare nel cuore della persona. Sei un antidepressivo, privo di effetti collaterali”, confessa Verdone.
Ha espresso la sua piena soddisfazione per un film ”Borotalco”, il primo da lui interpretato nel ruolo di un solo personaggio, che ha vinto ben cinque David di Donatello, ed ottenuto altre quattro nomination, mentre “Grande, grosso e Verdone” è stato il suo ultimo film, con i personaggi.
Martina Riva gli ha chiesto quale fosse stata l’emozione più grande che avesse provato e Verdone ne ha elencate tre. La prima, il giorno di ripresa di “Un sacco bello”, per la presenza di Sergio Leone: la seconda forte emozione l’ha vissuta quando portò la madre, che ormai andava verso l’irreversibile declino mentale, sul set di “Borotalco” e la incitò a dire: ”Motore”. La madre lo disse ed era visibilmente contenta per aver dato il via alla ripresa del film. Il suo terzo momento di forte emozione lo ha vissuto quando è andato al concerto dei  “The Police” al Palaeur di Roma, che  all’epoca conteneva 15.000 spettatori, e quando tutti hanno cominciato a battere le mani e lui a gridare ”The Police”, ad un certo punto il suo amico gli fece notare che il nome scandito dagli spettatori era: ”Carlo”. “Là  – dice il regista – “mi sono veramente commosso”.
La sorpresa finale, che gli è stata riservata nel corso della serata a Benevento,  lo ha ulteriormente emozionato, perché, in una clip, gli hanno fatto gli auguri, per la sua carriera, tutte le attrici che hanno lavorato con lui: Claudia Gerini, Paola Cortellesi, Asia Argento, Eleonora Giorgi, Ilenia Pastorelli, Laura Morante, Eva Riccabono, Ornella Muti. Paola Minaccioni, Michela Ramazzotti, Veronica Pivetti, Laura Chiatti, Anita Caprioli, Francesca Mazzini, Mariana Palace, Anna Foglietta, Regina Orioli (sua partener in “Gallo cedrone”, altro film molto caro a Verdone), Maria Pia Calzone, Stefania Rocca, Nancy Brilli, Geppi Cacciari, Margherita Buy, dedicandogli  la scritta finale: ”Grazie Carlo”, che il regista ha commentato con ”Ce la metterò tutta”.
Il premio alla carriera gli  è stato dunque conferito perché: ”Ha fatto storia, ci ha regalato 40 anni di vita“,, ha detto Martina Riva ed egli, di rimando, ha risposto: ”Lo dedico a tutta la città. E’ stata veramente una grande esperienza, spero di poter girare qualcosa qui”.
Già in apertura di serata, aveva raccontato il suo positivo impatto con la città che ha definito:  “Bellissima e,  che devo dire, mi ha molto colpito per la gentilezza e la premura di questa gente”.
Maria Varricchio 

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