I romani sarebbero stati felici se avessero saputo come sarebbe stato utilizzato il loro teatro, molti secoli dopo
Al Teatro Romano di Benevento, domenica 12 luglio, un caloroso applauso ha accolto i “mascherati” musicisti, ragazze in elegantissimi abiti neri ed i ragazzi nei loro impeccabili abiti da sera. La serata inaugurale è stata presentata dalla madrina, la giornalista Melania Petriello, che ci ha dato il benvenuto e, leggiadra come sempre, ci ha trasmesso tutto il suo entusiasmo per la ripresa dei concerti.
E’ stata infatti inaugurata la stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Benevento con un omaggio dedicato al grande Ludwing Van Beethoven, nel 250° anniversario della nascita, di cui sono stati suonati: un concerto per pianoforte solista ed orchestra n. 3 in do minore, op. 37, pianoforte suonato dalla virtuosa Beatrice Rana, che ha studiato nelle scuole pubbliche e si è detta pienamente soddisfatta della preparazione ricevuta, di cui ha dato ampia dimostrazione. Ricordiamo che ella ha ottenuto una menzione nel 2017 nel giornale New York Times, la carica di Cavaliere della Repubblica, ed ha partecipato anche alla manifestazione di apertura del Teatro alla Scala di Milano.
Come sapientemente è stata presentata dal M° Rizzari, che ricordiamo è direttore, tra l’altro, presso il conservatorio di S. Cecilia in Roma, il concerto si divide in tre parti: l’inizio, drammatico, sembra una divisione tra il pianoforte e l’orchestra; nella secondo movimento, primeggia l’emozione, per finire poi nel terzo movimento in cui il carattere diventa allegro e la musica infine esplode nella gioia del finale.
L’orchestra, poi sempre diretta dal M° Carlo Rizzari, ha eseguito la sinfonia n. 7 in la maggiore, op. 92, notissima ed anch’essa molto applaudita dal pubblico, che, sebbene ridotto di numero, ha permesso di realizzare il sold out dei posti.
Il bis è stato concesso sia dalla giovane e brava pianista, che ha saputo tenere la suspence nella esecuzione del brano, sia dall’orchestra che ha eseguito un pezzo di Mozart.
A questo proposito, dobbiamo dire che forse ci aspettavamo l’esecuzione dell’Inno alla gioia di Beethoven o l’inno di Mameli, o entrambi, considerato soprattutto il momento storico in cui stiamo vivendo.
Gli Inni, a mio avviso, sono l’espressione dell’Europa e dell’Italia, che vengono chiamate in questo momento a rialzarsi, a darsi coraggio. La musica ed il canto possono veramente sortire un effetto terapeutico negli animi, infondendo gioia e senso di rinascita che, in fondo, anche questi due inni vogliono rappresentare, soprattutto in un momento in cui l’Italia sta cercando di ripartire.
Dobbiamo ringraziare il prof. Ferdinando Creta, per aver dato la possibilità a questa giovane orchestra di esibirsi, nel Teatro Romano, regalandoci anche, con qualche ora di svago, sorrisi e speranze al suono delle magnifiche note di Beethoven, musica che non si può non amare.
Per fortuna ci hanno pensato I Romani a lasciare questo capolavoro di opera architettonica ed ora sarebbero stati sicuramente orgogliosi, anche se essi al momento della sua costruzione sicuramente non potevano prevedere un tale utilizzo, del fatto che un loro teatro, dopo tanti secoli, sarebbe stato la location ideale per eventi post pandemia.
Abbiamo imparato a mantenere le distanze ed anche l’orchestra, nel suo insieme, ha rispettato quella di sicurezza. Da sottolineare l’eccellente servizio di sostegno, all’entrata, del pubblico da parte dello staff, che, con grande efficienza, ha evitato assembramenti, permettendo al pubblico di fluire in maniera ordinata ed in assoluta sicurezza.
In realtà, è stato un ritorno alla musica, molto atteso, in una bellissima e calda serata, capace di infonderci ottimismo.
Petriello ha sottolineato la differenza della vita musicale e concertistica attuale con qpandemia, ma ha concluso: “Andrà tutto bene”.
Maria Varricchio