S.Margherita apostola del Sacro Cuore nel 100° anniversario della canonizzazione
Il Monastero della Visitazione di Paray le Monial ha chiesto alla Penitenzieria Apostolica un anno giubilare che aperto 16 ottobre 2019, si chiuderà il 17 ottobre 2020. A tutti coloro che varcano la porta delle chiese dei Monasteri della Visitazione viene accordata la grazia della indulgenza plenaria (confessarsi, comunicarsi nei 20 giorni che precedono o seguono, pregare secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, recitare il Credo) nella festa di Santa Margherita 16 ottobre 2019 e 2020, solennità di S. Francesco di Sales 24 gennaio 2020, giorno del 100° Anniversario della Canonizzazione di Santa Margherita il 13 maggio 2020, solennità della Visitazione della Vergine Maria il 31 maggio 2020, Solennità del Cuore di Gesù il 19 giugno 2020, solennità di S. Giovanna di Chantal il 12 agosto 2020 e il 1° Venerdì di ogni mese. S. Margherita ricevette le rivelazioni del S. Cuore nel Monastero di Paray le Monial, perché l’umanità potesse fare esperienza intima del Cuore di Gesù e rendergli “Amore per Amore”, secondo il desiderio che Gesù stesso espresse a S. Margherita Maria.
Questa grande confidente del S. Cuore, nacque il 22 luglio 1647 da onorata famiglia in un piccolo villaggio della Diocesi di Autun in Francia. Accesa d’amore per la SS. Vergine Maria e l’augusto Sacramento dell’Eucaristia. Ancora giovanissima, consacrò a Dio la sua verginità. A 15 anni attraversò un periodo di rilassamento: amore umano e amore divino entrarono in conflitto. Alla fine trionfò l’amore divino. Dio la scelse per rivelarle i tesori ineffabili del suo Cuore. A 23 anni entrò nel Monastero della Visitazione a Paray le Monial. Qui cominciarono i passi sulla via della santità e dove ebbe visioni e conversazioni col suo celeste sposo Gesù. Si tenne in grande umiltà e nutrì una particolarissima devozione alla Passione di Nostro Signore. Sentì compassione per le grandi offese che continuamente laceravano il Cuore Sacratissimo di Gesù e voleva ripararle.
Un giorno, mentre pregava ai piedi del Crocifisso, Gesù le mostrò il Suo Cuore, acceso di fiamme e circondato di spine, e le disse: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini”. Margherita si adoperò in tutti i modi per propagare la devozione al S. Cuore. Non mancarono le pene e le lotte. Il suo confessore, S. Claudio de la Colombière, la aiutò e così il suo apostolato passò le mura del Monastero e si diffuse nel mondo.
Molte sono le promesse che il Sacro Cuore per mezzo di S. Margherita fece ai fedeli che praticano questa devozione. Fra tutte spiccano “la grande promessa”: “Tutti coloro che si comunicano nei primi venerdì di nove mesi consecutivi, avranno la grazia della perseveranza finale; non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i santi Sacramenti. Io stesso sarò loro sicuro asilo in quell’ora”. Il 17 ottobre del 1690, a 43 anni di età, quasi consunta dall’amore di Dio, spirò serenamente nel dolcissimo abbraccio di quel Cuore che tanto aveva amato, a Paray le Monial, nei pressi di Autun. Moltissimi i miracoli operati per la sua intercessione. Benedetto XV, il 13 maggio 1920, 100 anni fa, la iscrisse nel numero dei Santi.
La pratica dei primi nove Venerdì del mese in onore del Cuore di Gesù ha procurato un’infinità di Santi in mezzo al popolo dei semplici e degli umili. Una devozione che i denigratori sciocchi della pietà popolare disprezzano perché non sanno leggere la storia, i fatti, le testimonianze e soprattutto rifiutano le teofanie di Dio del tempo difficile della Chiesa che va dall’Ascensione alla Parusia. Dio misericordioso accompagna il cammino del popolo di Dio con la sua tenerezza e compassione. Scrivere il proprio nome nel Cuore di Gesù è garanzia di salvezza. Tutti abbiamo bisogno del Cuore di Cristo. Il Cuore è simbolo e segno del mistero stesso della Santissima Trinità perché Dio è amore, solo amore, sempre amore. La nostra aridità, desolazione, rilassatezza e povertà, fragilità, meschinità, orgoglio, ignoranza, infedeltà, incostanza, indigenza, ingratitudine, impazienza, tenebre, turbamento, inquietudine, timore, scontentezza, amarezza, sofferenza, impurità e imperfezione ha bisogno di questo Abisso di Misericordia e di amore che è il Cuore del Redentore squarciato al Calvario da Longino è divenuto per tutti noi traforo di luce e di speranza, rifugio sicuro di amore e di salvezza.