Business as usual: nulla cambia dopo il Covid
Cosa resterà dell’emergenza Covid-19 comincia a diventare meno arduo da immaginare.
I buoni propositi, i proponimenti melensi, gli intenti encomiabili sono già colori sfocati su una tela che ha in primo piano i soliti appetiti, i maneggi di sempre, gli interessi di una casta che nemmeno una pandemia arriva a portarsi via.
Tutto ritorna esattamente com’era prima.
E non sono certo i giovani e la movida il più grosso dei problemi.
«A Benevento in dirittura d’arrivo quattro mega progetti nel silenzio dei costruttori locali. L’Amministrazione Mastella ha approvato: il progetto casertano per il palazzo con parcheggio sul terminal bus; la proposta napoletana per servizi con parcheggi sulla Rotonda delle Scienze; l’abbattimento del palazzo ex Inps per un nuovo ipermercato con parcheggio di una società irpino-venezuelana. Però non ha ancora approvato la proposta di una ditta sannita per un parcheggio a servizio del Tribunale di Benevento».
“Altrabenevento”, si dirà, non é mai stata particolarmente tenera nei confronti dell’amministrazione attuale.
Né verso quella precedente, in verità.
Né verso il potere in generale, per dirla tutta.
Il fatto é che la voce dell’associazione cittadina per la città sostenibile contro il malaffare non é che una delle tante di un coro sempre più nutrito.
Coro nel quale spicca la voce dell’associazione “Io x Benevento” che attacca i vertici della Camera di Commercio, scaduti da quattro anni, e i maneggi architettati per continuare ad occupare la medesima poltrona a tempo indeterminato.
«Ci troviamo davanti ad un Ente pubblico, appunto la Camera di Commercio, le cui cariche sono scadute da quattro anni ed il cui presidente in prorogatio non si ferma nemmeno davanti ad una pandemia; un presidente che propone di mettere in liquidazione l’Azienda Speciale Valisannio per costituire una società a responsabilità limitata (srl), forse solo per garantirsi improbabili future influenze sul sistema camerale…».
Coro al quale non manca il contributo dei singoli cittadini, spesso i più attenti a particolari solo apparentemente secondari.
«Mi chiedo: Rivedrò prima delle prossime elezioni comunali gli storici e bellissimi lampioni illuminare i giardini Piccinato? […]Un mio amico avvocato, che non ha alcuna fiducia in questi amministratori, mi ha consigliato di rivolgermi a qualcuno a cui il sindaco e l’assessore Pasquariello devono dare per forza quelle precise risposte che fino ad oggi hanno negato alla Stampa […] Devo rivolgermi al commissario Montalbano o al maresciallo Rocca? Forse é meglio don Matteo?».
É in effetti è dal 2017 che sui lampioni di Piccinato è calato il mistero.
Così come è un mistero la ragione che spinge, anche in tempi di pandemia, ad accanirsi sui pini del viale degli Atlantici.
«I nostri governanti […] pare non amino il verde… basta guardare l’incuria diffusa e le potature degli alberi che sono delle vere e proprie decapitazioni…
Pare non amino i pini, a qualcuno sarebbe sfuggita l’educata frase “me ne fotte dei pini”…
Ai nostri governanti, piace il ciliegio».
L’infezione che ha colpito le istituzioni cittadine e i luoghi del potere del capoluogo sannita non sarà letale quanto il virus partito dalla Cina, ma in quanto a virulenza (e a pericolosità, viste le condizioni della città) ha poco da invidiare al mortifero raffreddore che da qualche mese si è preso il mondo intero.
Non si muore di arrivismo, di trasformismo, di maneggi, di incapacità, di pressapochismo, di sotterfugi, di avidità, di stupidità, di insipienza, ma anche i meglio attrezzati e più resistenti finiranno, con una esposizione prolungata ad una tale carica virale, per rimanerne contagiati.
Benevento é un ottimo esempio di come il mondo post – Covid potrà essere, in numerose realtà da sempre restie al cambiamento, esattamente come il mondo ante-Covid.
Vale, purtroppo, quello che, del cambiamento, diceva Albert Einstein: «Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a fare nello stesso modo».
Massimo Iazzetti