Le musiche di Bach e Tartini interpretate dal violino di Marco Serino
L’Accademia di Santa Sofia si distingue ancora, anche in questi tempi di corona virus, per il suo ininterrotto impegno culturale e divulgativo profuso nella programmazione settimanale di concerti in streaming, con la sua consueta sensibilità ed eleganza nella scelta dei contenuti e degli interpreti, e con il rigore che da sempre ne contraddistingue ogni progetto tenacemente finalizzato alla diffusione capillare e radicale della cultura musicale.
E così anche la domenica appena passata ci ha regalato un altro folgorante esempio di come anche in questi momenti di forzato isolamento e insinuante scoramento, si possa assistere a eventi di eccezionale valore musicale e artistico, comodamente, da casa.
Alle ore 19.00, in diretta dalla pagina Facebook di Accademia di Santa Sofia, Marco Serino il Konzertmeister, il Primo Violino dell’Orchestra da Camera dell’Accademia, ha compiuto un vero miracolo con il suo concerto L’Angelo e il Demone: Bach e Tartini, il quarto imperdibile appuntamento di Resistenze Musicali – Accademia in streaming, la rassegna musicale diretta da Marcella Parziale.
Quando due titani della musica universale si incontrano e attraverso le mani, il corpo e l’anima di uno tra i più straordinari interpreti internazionali del violino come Marco Serino, entrambi i capolavori dell’umanità trasfigurano e si moltiplicano, valorizzandosi a vicenda, in un tripudio musicale unico, nostalgico e indimenticabile che ancor di più fa desiderare di tornare al più presto a toccare con mano anzi con orecchi, occhi e con tutto il nostro troppo a lungo compresso spirito vitale, simili necessarie spettacolari esibizioni.
Da una graziosa chiesetta della Val Badia, dove il lockdown lo ha sorpreso, ormai mesi or sono, il Maestro Serino ci ha regalato uno strepitoso confronto tra la Ciaccona (1717-1723 ) – Partita n.2 in re minore BWV 1004, una delle pagine più universalmente esaltate della musica strumentale, frutto delle più ardite figurazioni del virtuosismo violinistico e una delle vette di tutta l’arte strumentale di Johan Sebastian Bach (1685-1750); e Il Trillo del Diavolo (1713-1740) – sonata per violino in sol minore, uno dei più difficili brani per violino mai composti nella storia della musica, la più peculiare composizione di Giuseppe Tartini (1692-1770).
Violinista, solista e concertista con le principali orchestre internazionali e grandi maestri come Ennio Morricone, Marco Serino si è imposto come sempre, sicuro e a suo agio con quella che per lui è materia conosciuta, trionfatore senza rivali, a confronto con la massima difficoltà di una tale sfida, tecnicamente inavvicinabile e scomoda per la maggior parte degli interpreti: da una parte la grande architettura, la sontuosa cattedrale musicale di Bach, dall’altra il gusto per il dettaglio e il guizzo creativo improvviso di Tartini.
La sua bravura frutto di coltivata esperienza, talento e competenza, la sua abilità tecnica ed esecutiva, esercitate con incomparabile controllo e sensibilità hanno reso ogni sfumatura viva e multicolore in una perfetta esecuzione domestica “si fa per dire” di due difficilissimi supremi esempi di composizione per violino solo.
Come per tutti gli appuntamenti Marcella Parziale, che invita sempre, chi lo volesse a condividere questi eventi quanto più possibile con gli amici, prima del concerto ha presentato il protagonista della serata per poi passare a una piacevole intervista che ha visto Marco Serino spiegare le motivazioni delle scelte musicali che ha considerato molto adatte, a esprimere con intimismo e spiritualità il bisogno di bellezza e riflessione, in questa particolare situazione attuale
Sono due composizioni – dice Serino – dall’elevatissimo contenuto espressivo e poetico, in entrambi i casi esemplare manifestazione di desiderio di elevazione spirituale, nonostante la fama e il titolo del brano fuorvianti nel caso di Tartini, e coerente con il dolore di fondo, l’umana sofferenza e l’anelito universale di speranza e consolazione esplicitati nell’idea compositiva di Bach, che la concepì in memoriam della moglie Maria Barbara morta improvvisamente.