Nel tormento della Pandemia la GIOIA della SPERANZA!
Quali auguri in questa “insolita” Pasqua? Quali auguri di gioia, di speranza, di amore?
Non è facile comunicarci questi doni del cielo, in questi giorni inquieti, in queste ore difficili.
Sembra impossibile legare il pensiero, la parola, il cuore al trionfo della Risurrezione, alla vittoria del Dio-Uomo sulla sofferenza e su la morte.
Un senso di tristezza e di vuoto ha stretto il cuore quando è andata delusa la pur tenue speranza che i Vescovi alfine avrebbero consentito ai fedeli la partecipazione “disciplinata” al Culto Eucaristico durante la Settimana Santa.
Il Sacramento Eucaristico e Sacerdotale, l’ultimo della Vita di Gesù, istituito a poche ore dal tradimento, dalla cattura e dalla condanna a morte, è il Fuoco dell’Amore divino ed umano del Figlio di Dio e della Vergine, che non può essere spento senza travolgere, nelle tenebre, la vita e la storia. Ecco perché è sconcertante che sia stato vietato, ai Sacerdoti e ai fedeli, pur nel rispetto della disciplina adottata per altre frequentazioni autorizzate, la Celebrazione eucaristica, l’incontro del popolo con il Corpo di Cristo e di Maria. Come è sorprendente e sconcertante che altri credenti e presbiteri, si siano uniformati alla penosa “serrata”. Tutti insieme, invece, avremmo dovuto, con tenerezza ardente, implorare, durante la Quaresima, il perdono di Cristo per le tante blasfemìe consumate negli ultimi decenni, davanti agli Altari e ai Tabernacoli, durante lo strazio di Celebrazioni spesso sciatte e frettolose, distratte e sconvenienti, festaiole e offensive. Saremmo stati perdonati, per essere stati increduli e infedeli!
Mentre la “salute del corpo” ha assorbito tutte le energie civili e istituzionali, sono state svilite e sopraffatte tutte le condizioni di agibilità ecclesiale per la cura della “Salute dell’anima”, con la separazione anche violenta del Sacerdozio ministeriale dal Sacerdozio comune del Popolo di Dio.
Eppure da due millenni i Cristiani elevano al Cielo la preghiera di Gesù: “Padre, … dacci oggi il nostro Pane quotidiano!” Da due millenni i Cristiani comprendono il significato profondissimo di un ammonimento solenne: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita”.
“Non è Pasqua senza Gesù” è, quindi, di una trasparenza teologica e di una evidenza pastorale incontestabili, … di una sofferenza incontenibile.
“Dio è morto!” Gesù resta ucciso fino all’alba della Risurrezione. E’ questo grido che dalla fine del XIX secolo urla nel cuore della cultura, dell’arte e della storia, e diventa il programma di oppressione, di violenza e di morte dei malvagi totalitarismi che hanno infestato con menzogne bestemmiatrici, con stragi inaudite il XX secolo.
“Dio è morto!” è ora la “parola d’ordine” dell’intera Civiltà dell’Occidente che ha reciso il legame storico e spirituale con la ragione e la fede su cui si era costituita. Oggi, nel primo ventennio del XXI secolo questa Umanità nostra, abbandonata a se stessa, alla sua presunzione, al suo orgoglio, sta vivendo la Settimana santa della sua storia perversa, della sua apostasìa, e non c’è chi la possa schiodare dalla sua Croce o liberarla dal suo Sepolcro. Perché Dio è morto!
L’unica Creatura che, allora, nel pianto continua a credere, a sperare, ad amare il Figlio delle sue viscere è Maria, la Vergine Madre Corredentrice. A Lei è affidato, ora, il compimento estremo della Misericordia e della Salvezza. Ella ci condurrà verso il Trionfo annunciato a Fatima. Presto l’Avvertimento, con l’Illuminazione della coscienza, con il “Bagno di Luce”, segnalato da Garabandal a Medjugorje, e da tanti mistici e profeti, verrà a comunicarci la Verità tutta intera di noi stessi e di Dio, del nostro destino e dei Cieli nuovi e Terra nuova.
Nell’attesa amorosa che questa Speranza si realizzi, con il Regno di Maria e di Gesù, non possiamo contenere la gioia nel cuore che ci fa gridare: Gesù è risorto! Sì, Gesù è risorto ed è vivo e glorioso nel PANE consacrato che può guarire e trasfigurare il corpo e l’anima delle umane creature. Auguri!!!
Davide Nava
Egr. Senatore Nava, il tuo messaggio augurale di Pasqua è squisitamente spirituale, ma rivolto ad una platea mediatica narcotizzata, con una mente localizzata sulle cose palpabili, con un udito sintonizzato sui rumori e sui fragori delle convenienze “usa e getta”, con la vista in collimazione inamovibile dell’avere, è come la voce di colui che grida nel deserto. La gioia della speranza è un auspicio ambizioso, ma molto impegnativo. Forse avrebbe più fortuna invertire il titolo in speranza della gioia! Comunque complimenti e alla speranza aggiunga la mia:
quella di una rinascita, dopo questa brutta batosta del cielo!